L’Emilia Romagna carica la molla dell’economia

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Segnali di ripresa per servizi, industria e agricoltura. Lo dice il rapporto di Confartigianto. Che rileva una crescita, seppur modesta, delle imprese e del Pil. Ma senza ripercussioni sul fronte del lavoro
Più uno virgola quattro per cento. E' l'aumento del Pil in Emilia-Romagna nel 2010. Uno dei dati rilevati dal rapporto regionale di Confartigianto e che rappresentano una schiarita nei grigi scenari della crisi. Fra tre anni, il prodotto interno lordo, potrebbe salire a 2. Niente di cui esultare, in effetti, ma dopo due anni fermi al palo è come se l'economia si svegliasse.

Tra le province, sempre per quanto riguarda il Pil, la peggiore nel 2010 è stata Rimini (-1,7%), mentre sono andate decisamente bene Bologna (+3%) e Reggio Emilia (+3,4%). Seguono Parma (+2,7%), Ferrara (+2,2%) e Modena (+2,1%). Sotto la media regionale (+1,5%) hanno fatto Forlì-Cesena e Ravenna (+1,2%) e Piacenza (+0,7%).

Proiettandosi nel futuro, l'Emilia-Romagna appare la quinta forza del paese per crescita della ricchezza prodotta dopo Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto. Bene gli investimenti, aumentati del 3,5% nel 2010 e in miglioramento anche i consumi interni delle famiglie a quota 81.506 milioni che rappresentano il 39% di quelli del Nord Est e l'8,7% dei nazionali.

Segnali positivi in particolare arrivano dall'industria (+4,7%) e dovrebbero proseguire anche nel 2011, dai servizi (+1,1%) e dall'agricoltura (+1,1%). Perdura, invece, la crisi delle costruzioni (-3,8%), che perdono più che nel Nord Est e che nel resto d'Italia.

Buone notizie sia dalle importazioni (+11,9%) che dalle esportazioni (+10,7%), con un'inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni. Il valore di esportazioni maggiori lo ha raggiunto Bologna con 9.721 milioni, mentre Ferrara è la più cresciuta (+29,1%), Piacenza la provincia con la flessione più importante (-9,2%).

A risentire della congiuntura negativa è ancora il lavoro: il tasso di occupazione è di 44,4%, 67,4% se calcolato sulla popolazione 15-64 anni; quello di disoccupazione passa dal 4,8% del 2009 al 5,7% del 2010.Il presidente di Confartigianato Emilia-Romagna, Marco Granelli, ha paragonato la situazione economica della regione a quella di "un pugile che si rialza dal tappeto: va sostenuto. Il 2009 è stato – ha proseguito – un anno devastante e la presenza di primi segnali positivi va accolta nel migliore dei modi. In questo momento servono misure di stimolo, ci aspettiamo che Governo centrale e amministrazioni periferiche mantengano un'attenzione costante sul fronte del credito in cui, anche una regione virtuosa come l'Emilia-Romagna, molto altro resta da fare. Servono anche sostegni al reddito delle famiglie e dell'occupazione, per far ripartire la domanda interna, ferma al palo da oltre due anni".

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