Bologna, esempio da seguire Record di mobilità sostenibile

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Ecco tutte le strategie, dal risciò a pedali all\’auto elettrica
Colpo di scena. E' Bologna la città più verde d'Italia e l'obiettivo è condiviso da tempo da tante realtà della città, dalle associazioni che pruomuovo l'uso della bicicletta e che da anni organizzano le aste delle due ruote tra gli universitari, fino al gruppo Primavera Urbana che da circa un anno e mezzo ha portato a Bologna il 'Bi-bo, il risciò a pedali, gratuito e a impatto zero sull'ambiente.

Ovviamente per la mobilità green fanno la loro parte anche gli enti pubblici, dal Comune reduce dal successo della pedonalizzazione straordinaria dei T-Day, alla Regione Emilia Romagna, decisa a sostenere l'uso delle auto elettriche e percorsi partecipati per disegnare la nuova mobilità su tutto il territorio.

Muoversi senza inquinare. Questo il messaggio che ai bolognesi, complice anche una dimensione contenuta dell'area urbana, sembra piacere sempre di più. Intanto, il Comune ha pubblicato lo scorso 22 settembre il bando per l'assegnazione di contributi finalizzati all'acquisto di biciclette a pedalata assistita e ciclomotori elettrici. Il bando prevede, nello specifico, un incentivo di 300 euro se si acquista una bicicletta o un ciclomotore elettrici, ma gli euro diventano 600 se all'atto dell'acquisto si rottama un vecchio ciclomotore euro 0 o euro 1. L'incentivo è riconosciuto sul prezzo finale comprensivo di Iva e non può superare il 50% della spesa complessiva.

Ma la novità dell'ultimo anno è senza dubbio il 'Bi-bo', il risciò a pedali pensato e
messo su strada dall'associazione Primavera Urbana. "Vorremmo che attraverso quest'iniziativa venisse riscoperto il valore della gratuità del servizio offerto alla comunità, applicato alla soluzione di un problema concreto che affligge la nostra città" spiegano i promotori.

Il progetto prevede che alcuni volontari trasportino gratuitamente, tutte le persone che avranno bisogno di spostarsi all'interno del centro storico. A sollevare i pedalatori dall'eccessiva fatica un motorino elettrico che assiste la pedalata e si ricarica grazie ad un pannello fotovoltaico montato sul tettuccio della zona passeggero. Assolutamente vietato pagare i pedalatori, tra cui disoccupati, profughi e studenti. I conducenti, infatti, non accettano compensi.

I passeggeri potranno però fare una donazione volontaria per l'acquisto di nuovi mezzi. La raccolta fondi per il secondo Bi-bo (che costa circa 11 mila euro) è già partita e ad agosto si era già superata quota 5.500 euro. L'andamento delle donazioni è costantemente pubblicato on line, in modo da garantire massima trasparenza del progetto.

Il Bi-Bo, subissato di richieste appena si affaccia in strada, è pensato per trasportare chiunque: turisti, anziani che vanno a fare la spesa, clienti dei ristoranti che devono raggiungere i parcheggi scambiatori, ma anche il popolo della notte che affolla i pub del centro. Un modo per offrire un accompagnamento sicuro ai giovani e agli anziani. Ma anche un mezzo per riportare Bologna a misura d'uomo. Primavera urbana è ora a caccia di volontari che siano disposti a pedalare, magari per poche ore, purchè con impegno regolare.

E mentre a settembre sono entrate in funzione in viale Aldo Moro e in piazza Liber Paradisus le prime colonnine di ricarica pubblica per le auto elettriche nel capoluogo, il resto della regione Emilia Romagna non resta indietro. Altre 60 colonnine dello stesso genere, nate dalla collaborazione tra Enel, Hera e la Regione, sorgeranno in queste settimane a Reggio Emilia e Rimini. Le 3 città, (accanto a Modena e Imola) saranno teatro di sperimentazioni di mobilità sostenibile già adottate o in fase di sviluppo.

"E' l'avvio di un processo di trasformazione ecologica dell'economia e della mobilità per il nostro Paese" ha commentato Errani, parlando del progetto come di "un modello di lavoro, di innovazione". "Un modello operativo – ha proseguito Errani – il cui costo per l'amministrazione pubblica è pari a zero euro. E il suo valore è l'interoperabilità". L'obiettivo è "aggregare tutti i territori e tutti i mezzi " ha aggiunto l'assessore regionale alla Mobilità Alfredo Peri, precisando che "immovazione significa essere pronti per una sfida di tipo industriale, organizzativo, e con una grande partecipazione del sistema delle autonomie locali".

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