In cinque anni il sostegno di Carisbo e Monte per cultura e assistenza è sceso da 79 a 21 milioni. E non è ancora finita. A pesare è la crisi delle banche di cui sono azioniste: Intesa San Paolo e Unicredit. Le fondazioni stringono la cinghia. Turbolenze finanziarie, aumenti di capitale e dividendi in picchiata stanno mettendo a dura prova i forzieri della città finora dispensatori di mecenatismo e beneficenza, oggi costretti a fare debiti per sostenere le banche di cui sono azionisti. Tanto che da Fondazione del Monte e Fondazione Carisbo arrivano previsioni fosche per il prossimo anno, con tagli del 20-30 per cento sulle risorse disponibili, altri 3 milioni di euro in meno rispetto al 2011, dopo anni di erogazioni in calo. Tirando le somme, in cinque anni i doni delle fondazioni alla città sono scesi dai 79 milioni del 2007 ai previsti 21 dell´anno prossimo.
E forse il conto sarà ancora più salato, visto che il direttore della Fondazione del Monte Giuseppe Chili riconosce che i 10 milioni di erogazioni previste per il prossimo anno, contro i 13 milioni decisi nel 2011, ora «sono difficilmente sostenibili». Bisognerà quindi rivedere al ribasso questa previsione. Il conto per associazioni, istituzioni e per quanti sperano nei soldi della fondazione per portare avanti le proprie attività potrebbe quindi essere in rosso rispetto ad oggi di 3-4 milioni di euro.
A pesare sui bilanci di via delle Donzelle l´ultimo piano annunciato lunedì da Unicredit, di cui la fondazione controlla attraverso Carimonte l´1,16% delle azioni, che prevede due bocconi difficili da digerire. L´aumento di capitale, che a Bologna peserà per circa 90 milioni di euro, e l´annuncio
della mancata distribuzione dei dividendi agli azionisti per il 2011, che in un sol colpo cancella dal bilancio i 22 milioni registrati l´anno scorso. Ma sono anni che la banca è diventata avara: i dividendi percepiti nel 2009 erano 32,6 milioni, nel 2008 addirittura 42,5 milioni.
A decidere il da farsi sarà il prossimo Consiglio di amministrazione che si riunirà entro fine mese, per definire se attingere alle riserve, di quanto ridurre le erogazioni e in quali settori, mentre finora la divisione dei fondi vedeva un 40% assegnato alla cultura, un altro 40% al sociale e un 10% ciascuno per ricerca scientifica e sviluppo dell´economia locale. Il conto della crisi del resto per la Fondazione del Monte è pesante. Rispetto ai picchi di quattro anni fa il valore delle azioni Unicredit (principale voce di bilancio) è sceso da 1,4 miliardi di euro ai circa 167 milioni di oggi.
Ma nemmeno in via Farini si ride. Alla Fondazione Carisbo quest´anno le spese definitive risulteranno in calo rispetto alle previsioni, fino a 11 milioni circa, e per il prossimo anno si prevede per il momento di rimanere sulla stessa cifra. Contro i 23,5 milioni deliberati nel 2010 e soprattutto contro i 61,4 milioni del 2007. Fondi che fino ad oggi sono serviti per sostenere progetti come il restauro della Rocchetta Mattei, le mostre di Genus Bononiae, il sostegno all´Orchestra Mozart e ai teatri, l´attività del Centro studi sul rinascimento ma anche attività sociali come aiuti a Caritas, Padre Marella e Antoniano, così come i progetti nella formazione, nelle scuole e quelle sull´housing sociale.
Anche qui a pesare sono le difficoltà di Intesa San Paolo, di cui la fondazione controlla poco più del 2% dopo aver sostenuto con circa 135 milioni di euro l´aumento di capitale deciso in aprile dall´ex amministratore delegato e oggi neoministro allo Sviluppo Corrado Passera, che nei giorni scorsi ha confermato la distribuzione dei dividendi agli azionisti.
Dividendi che però sono passati dai 122 milioni del 2008, a zero l´anno dopo per poi attestarsi a 28,3 milioni l´anno scorso.