Mondolfo: Marotta, il porto come motore di sviluppo del nostro territorio

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“Analizzare i possibili sviluppi urbanistici, economici e turistici legati all\’eventuale realizzazione di un porto a Marotta, che porti benefici al Comune e all\’intera Valcesano”. Questo è, in sostanza, il fulcro della conferenza che l\’associazione culturale Malarupta ha indetto per martedì 6 dicembre nella sala della Croce Rossa, in viale Europa 1, alle ore 21. L'idea nasce dalla tesi di laurea del giovane architetto marottese Lucia Cattalani, la quale ha preso spunto dalla peculiare conformazione territoriale ed urbanistica della zona, ormai in crisi, per creare un complesso progetto che verte interamente sull'idea di approdo commerciale e turistico. Sicuramente una necessità di primaria importanza, capace di ossigenare la boccheggiante economia della vallata e di tutti i suoi Comuni, riconoscendo anche il ruolo rilevante dell'industria navale.
Del porto, a Marotta, si parla ormai da diversi anni, l’associazione Malarupta intende dare un contributo alla discussione su questa importante opera infrastrutturale, la stessa Regione Marche, nell'ultimo Piano dei Porti, spiega che esistono numerosi tratti di “spiaggia attrezzata” per soddisfare le richieste di quei cittadini che vogliono utilizzare imbarcazioni di modeste dimensioni prive di ormeggio fisso, da diporto e da pesca costiera, come quelle che abitualmente operano in zona. L'ente regionale inserisce “Marotta di Mondolfo” tra queste località e nel documento si legge la proposta per la realizzazione di un “ridosso” nella zona a nord del fiume Cesano. Ciò significherebbe costruire un approdo sia per i privati, sia per l'alaggio di imbarcazioni fabbricate, o in deposito, negli stabilimenti della Val Cesano, evitando così di intasare la viabilità lungo l'Adriatica.

L’iniziativa ha ricevuto anche il patrocinio della Regione Marche ed è stata inserita nel progetto di presentazioni pubbliche di tesi di laurea e dottorato della Provincia di Pesaro Urbino, con l’obiettivo di valorizzare i lavori scientifici che altrimenti rimarrebbero sconosciuti alla comunità provinciale, promuovere il ricco e articolato patrimonio provinciale, stimolare la ricerca, lo studio e la consapevolezza dei cittadini e la memoria storica del territorio, favorire rapporti culturali e professionali.
L'architetto Cattalani, che interverrà per esporre il suo progetto insieme ai professori Giuseppe Ciorra e Antonio Ravalli, rispettivamente docenti di architettura presso le università di Ascoli Piceno e di Ferrara, e al Sindaco Pietro Cavallo, parte dal presupposto che Marotta sia una “città adriatica” a tutti gli effetti: una striscia a bassa densità demografica costruita fra l'autostrada e il mare, che si estende lungo la costa senza confini netti con i paesi vicini, causa la politica di estrema lottizzazione attuata a partire dagli anni '60. “Nell'ultimo decennio – spiega Cattalani – questo modello urbanistico ha mostrato grossi segni di crisi, sia dal punto di vista economico, sia da quello dello sviluppo territoriale.
La prossima realizzazione di un porto nel marottese rappresenta un decisivo punto di svolta nella sua intera struttura. Un'occasione unica in cui debbono per necessità convergere pianificazioni strategiche più ampie, con l'obiettivo di riallacciare relazioni territoriali con l'interno collinare. La macchina porto rivede il concetto di “città adriatica”: esso dovrà convivere con la creazione di uno spazio urbano ad alto valore pubblico che rappresenti un efficace punto di riferimento per l'aggregazione sociale. Dovrà avere la capacità di superare la rigida struttura adriatica ed espandersi all'interno”.

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