A rischio ottomila posti di lavoro a Verona nel 2012

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Sono stati circa 4.700 i lavoratori veronesi che hanno perso il posto nei primi undici mesi del 2011, 111 le aziende che hanno aperto una procedura di crisi e 9,33 milioni le ore di cassa integrazione autorizzate dal ministero del Lavoro per le imprese di Verona.
Numeri che vedono la nostra provincia risentire meno della difficile congiuntura economica rispetto alle altre aree della regione, ma che comunque spaventano. Ma la preoccupazione più forte è per il 2012 con la previsione di oltre ottomila veronesi che rischiano di perdere il lavoro.
Nei giorni scorsi i segretari nazionali dei sindacati hanno lanciato un grido d'allarme, paventando il pericolo di forti tensioni sociali e il Veronese purtroppo non sembra esserne esente. «Il 2012 sarà un anno orribile», interviene Michele Corso, segretario generale Cgil Verona. «La cassa integrazione ordinaria e straordinaria stanno terminando e si apriranno le porte ai licenziamenti collettivi e individuali». Tra i settori più a rischio, secondo il segretario Cgil, il metalmeccanico, il manifatturiero, che proprio nei prossimi mesi ci troveremo ad affrontare l'apice della crisi: le casse integrazioni ordinaria il marmo e il settore del legno (mobili). «Nelle scorse settimane abbiamo chiesto al prefetto Perla Stancari di istituire un tavolo tecnico-operativo per determinare insieme le azioni necessarie a superare l'attuale crisi», conclude Corso.
Preoccupato anche Massimo Castellani, segretario generale Cisl Verona. «Purtroppo la situazione per il 2012 non presenta segni di miglioramento, se non per quelle realtà che per vocazione o per scelta esportano all'estero», spiega Castellani. «Sicuramente l'innovazione di prodotto e di marketing ha premiato le aziende che hanno saputo investire, ma non è sufficiente per il complesso delle attività manifatturiere della provincia». Il segretario della Cisl si dice favorevole a un patto stretto tra tutte le realtà produttive, sindacali e istituzionali per rimettere in moto la macchina Verona, che attualmente si trova in seria difficoltà. «Elaborando i dati di Veneto Lavoro, si può stimare che il prossimo anno oltre 8mila lavoratori – 8.026 per la precisione – rischiano di perdere il lavoro, cioè vedranno terminare i propri ammortizzatori sociali».
Lucia Perina, segretario generale Uil Verona, punta l'attenzione sulle piccole e medie aziende veronesi. «Per i primi mesi del 2012 le imprese artigiane hanno già aperto 250 ricorsi per l'utilizzo di cassa integrazione, arrivando a coinvolgere circa 1.300 lavoratori: lo scorso anno, le pratiche erano state il 20%», spiega la Perina. «Questi i settori più colpiti: 60% metalmeccanico, 20% tessile, 10% settore grafico, 10% legno». Il segretario della Uil, che rivela di aver ricevuto numerose lettere da parte di disoccupati disperati, teme soprattutto per le nuove generazioni, che si affacciano ora sul mondo del lavoro: «Diminuisce il numero di neodiplomati e neolaureati che si iscrivono alle liste di collocamento, perché si sentono scoraggiati. Bisogna iniziare a riflettere seriamente su quale futuro vogliamo per i nostri giovani».
Antonio Consolati, segretario generale Ugl Verona, sottolinea invece la difficoltà di accesso al credito per le aziende. «Le imprese dell'artigianato risentono di problemi di liquidità, perché non ottengono finanziamenti e così difficilmente possono fare investimenti, senza contare il problema dei pagamenti ritardati da parte dello Stato», spiega Consolati. «A soffrire sono anche il settore terziario, che finora era stato una sorta di "valvola di sfogo", il metalmeccanico, le costruzioni edili e il settore alberghiero».
Intanto Veneto Lavoro fa i contri sull'anno appena chiuso. Secondo il Report di novembre 2011, elaborato dalla Direzione regionale Lavoro e da Veneto Lavoro, nei primi undici mesi dell'anno sono stati inseriti nelle liste di mobilità 4.659 lavoratori (1.418 per licenziamento collettivo e 3.241 per licenziamento individuale). Inoltre 111 aziende, di cui 72 sotto i 50 dipendenti, hanno avviato una procedura di crisi. Diversi i motivi: dalla riduzione per crisi di mercato (72 imprese) alla chiusura per decisione aziendale (16), dal fallimento (11) alla riduzione per chiusura di ramo (6) alla ristrutturazione (6). Sempre fino a fine novembre le ore di cassa integrazione autorizzate per le imprese veronesi sono state 9,33 milioni, contro i 16,42 milioni del 2010: un dato confortante solo in minima parte, perché segna l'avvicinarsi della conclusione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori.

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