Appello dei Giovani Coldiretti «Vogliamo terra e credito»

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AGRICOLTURA. Alla Gran Guardia a Verona si è svolta l\’assemblea dell\’organizzazione imprenditoriale di tutto il Nord Italia. Il veronese Mantovanelli delegato per il Veneto: «Davanti alla pressione delle banche serve un sostegno da parte delle autorità pubbliche»
Sono giovani, hanno voglia di fare e chiedono credito: sono gli oltre mille giovani imprenditori agricoli che ieri si sono dati appuntamento in Gran Guardia a Verona per l'assemblea di Coldiretti giovane impresa del Nord Italia. Scelta non casuale, quella della «provincia agricola più importante d'Italia». Giovani impresa Coldiretti a Verona vuol dire circa 450 imprenditori agricoli under 30: sono per lo più maschi, hanno una formazione scolastica medio-alta, molti di loro sono laureati, e non esclusivamente in Agraria piuttosto che in Economia e commercio. Hanno scelto di raccogliere il testimone dai loro padri, ma ci sono anche 6-8 giovani su 100 che hanno deciso di scommettere sul fare impresa nel settore primario partendo da zero. Settore ortofrutticolo ma anche aziende bio, vitivinicoltura e zootecnia: sono le aree in cui sono più presenti. Il futuro è una finestra spalancata sulla trasformazione dei prodotti caseari e frutticoli, dallo yogurt alle marmellate ai succhi di frutta fino agli insaccati. Tengono d'occhio con grande attenzione le loro produzioni che scelgono di vendere, per lo più, sia negli spazi delle proprie aziende agricole che sulle piazze dei mercati a chilometro zero. E a Verona, come in Veneto del resto, questo canale privilegiato di distribuzione è un po' nel DNA del settore. Lo ha ricordato anche Alberto Mantovanelli, veronese, delegato di Coldiretti giovani impresa per il Veneto. Suo l'accorato appello al mondo della politica regionale per l'adozione dei provvedimenti applicativi attesi da tempo. Così Verona, microcosmo di un Veneto in cui ogni anno si insediano 400 nuove imprese, «imprese, con imprenditori, non hobbysti», ha detto Mantovanelli, nonostante solo la metà possa contare sul sostegno pubblico. Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti Veneto, fa passare per «coerenza, condivisione e coraggio» il futuro delle giovani imprese. I contributi «devono essere dati agli agricoltori veri, a chi vive e lavora con l'agricoltura. L'aiuto deve essere dato se esiste un forte legame tra i produttori e il territorio, così si fa reddito e così si può stare sul mercato», hanno detto i delegati di Trentino Alto Adige, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia e, ovviamente, Veneto. Il discorso si estende alla Pac, considerata necessaria ma non sufficiente, «anche perché il 60% di chi ha ricevuto contributi dalla Pac ha potuto contare su meno di mille euro». Sono giovani ma si sentono e vogliono essere considerati agricoltori con la «A» maiuscola: dà loro ragione il governatore del Veneto Luca Zaia quando dice che «la terra deve essere data agli agricoltori non a quelli che lavorano la terra col telefonino». Agricoltura, terra, nutrizione, salute: sono i temi che toccano entrambi, Zaia ed il sindaco di Verona Flavio Tosi. Insomma, i giovani meritano credito, cioè valore alle idee e all'innovazione che è sinonimo di impresa young. Coldiretti ci pensa direttamente attraverso Creditagri, capace tra 2006 e 2011 di erogare garanzie per oltre 58 milioni di euro. «Credito, in entrata e per la tenuta in produzione. Davanti alla pressione delle banche serve sostegno», reclama Mantovanelli. I contributi pubblici? Devono essere riorganizzati, razionalizzati, snelliti: «Se dopo i bandi restano fondi non assegnati non significa che non ci fosse bisogno di aiuti». Sono la generazione dell' Ipad e dell'Iphone, e la semplificazione burocratica che frena lo sviluppo (il 70% delle domande di accesso al Psr dopo tre anni è ancora in itinere), la vedono lì, in un display e una tastiera. Il successo, dando per lapalissiano il riconoscimento del valore del loro prodotto, si costruisce anche così.

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