Zaia: i genovesi non ci pensino nemmeno a mettersi di traverso sui 100 milioni dovuti all’Offshore a Venezia

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“Registro polemiche, finora relegate sulle pagine dei giornali locali, inutili e dannose a proposito della portualità veneziana e delle inevitabili decisioni che devono essere assunte in Senato. Ricordo a tutti, compresi i fautori di un blitz che servirebbe solo a far confusione tra i porti di Genova e di Venezia, che quanto deve arrivare per il finanziamento dell’offshore veneziano non è, e non deve essere, frutto di alcuno sconcerto”. Lo sottolinea il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.

“Come ha ricordato bene il presidente Paolo Costa – prosegue Zaia – sono 100 milioni già virtualmente decisi nel lontano 2003. Il progetto per la diga che deriva dai fondi per il Mose è già stato sottoposto a valutazione d’impatto ambientale e l’intero piano è stato comunicato al Cipe a settembre. Se fanno il Mose senza il terminal, ricorda Costa e non si può che essere d’accordo con lui, Venezia chiude”.

“Sappiamo – aggiunge Zaia -che attorno al porto di Genova e i suoi interessi, sia pure legittimi, si stanno preparando gli inevitabili ascari a sostegno. Diciamo semplicemente a loro e ad altre eventuali truppe cammellate, che questa è una battaglia che Genova non deve nemmeno immaginare di poter fare, che si tratta di fondi pensati per il porto di Venezia e sono certo che qualunque parlamentare, di qualunque estrazione o provenienza, non potrà che sostenerne la legittima e dovuta erogazione a favore di Venezia. Mi auguro – conclude il presidente del Veneto – che anche i genovesi non vogliano abbracciare lì’ipotesi dello sfasciamo distributivo. Verrà il giorno in cui sosterremo altre cause, purchè legittime: in questo caso la legittimità è esclusivamente veneziana”.

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