Si contrae il parco circolante di vetture, le vendite di bici superano quelle di auto, aumentano le forme di mobilità alternative

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Per la prima volta nella storia recente del nostro Paese il parco auto circolante di vetture si contrae, le vendite di biciclette superano quelle di auto. La crisi economica, i continui aumenti nei costi di gestione dell’auto e il diminuito appeal delle quattro ruote, soprattutto tra i più giovani, sono alla base del crollo delle vendite degli ultimi anni. Solo il 16% dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni mostra una decisa propensione all’acquisto dell’auto. Si diffondono modalità di trasporto alternative, più “ecofriendly ed economiche”.
Sono questi i principali trend che emergono dal Rapporto Automotive 2013, una ricerca condotta a livello europeo dalla società di consulenza d’azienda globale AlixPartners, i cui risultati sono stati illustrati da Giacomo Mori, Director di AlixPartners in Italia, nel corso della manifestazione Missione Mobilità (promossa a Roma il 21-22 giugno da AMOER – Associazione per una Mobilità Equa e Responsabile), durante un incontro sul tema “Demotorizzazione”.
Negli ultimi 12 anni (dal 2000 al 2012) i principali Paesi europei, ad eccezione della Germania (+16%), hanno registrato una drammatica riduzione nella produzione di volumi: Francia (-37%), Spagna (-34%), Gran Bretagna (-13%), Italia (-62%) e Belgio (-50%).

Secondo lo studio sull’industria automobilistica commentato da Giacomo Mori, in Italia si stanno registrando segnali di una incipiente de-motorizzazione, ovvero una contrazione del parco auto circolanti, con impatti negativi evidenti su tutta la filiera. Nel 2012 per la prima volta il saldo tra nuove immatricolazioni e radiazioni è stato negativo (-38.000 veicoli), mentre nei precedenti anni era sempre stato positivo: nel 2011 + 345.000, nel 2010 +304.000 e addirittura nel 2006 +564.000.
Nonostante ciò, nel nostro Paese la concentrazione di vetture per abitante resta tra le più alte d’Europa, 608 ogni mille abitanti contro una media europea di 497.

L’analisi evidenzia come alla base di questa inversione di tendenza ci siano principalmente tre fattori percepiti in tutta Europa. In primis quello economico; i crescenti costi per la gestione dell’auto, la crescente pressione fiscale e la limitata capacità di spesa delle famiglie determinata dal duro impatto della recessione hanno determinato un crollo delle vendite e un atteggiamento meno positivo verso il possesso del bene automobile e più propenso al rinvio della sostituzione della propria vecchia auto. In particolare, i costi annui per il mantenimento delle quattro ruote sono cresciuti mediamente in tutta Europa del 4,5% (da 3.278 a 3.425 euro), così come quelli del carburante (+16%).

Contestualmente altre scelte connesse alla tutela e alla sensibilità ambientale hanno portato ad aumentare le aree a traffico limitato con conseguente boom delle vendite di biciclette, crescita delle piste ciclabili e sviluppo di forme di mobilità alternativa come car pooling e car sharing.

Nel giro di pochi anni le vendite di velocipedi hanno superato quelle di auto (nel 2012 1,6 milioni contro 1,4), sebbene il nostro Paese mantenga una delle percentuali più basse di concentrazione per abitante di due ruote non a motore: 440 ogni mille abitanti, contro 1.010 dei Paesi Bassi e 900 della Germania, anche se meglio di Francia (370) e Gran Bretagna (290). In Italia solo il 5% delle persone considera la bici il proprio principale mezzo di trasporto.
I dati attestano che le famiglie italiane stanno riducendo l’utilizzo dell’auto, dalle 5,1 volte in media a settimana del 2010 alle 4,4 del 2012, privilegiando altre modalità di trasporto più economiche ed “ecofriendly”.

Non sempre però questi nuovi modelli di mobilità sono sostenuti da adeguati interventi nelle infrastrutture: ad esempio, le piste ciclabili in Italia, sebbene cresciute negli ultimi anni (dai 1.890 km del 2008 ai 3.174 del 2010), restano abbondantemente inferiori a quelle di altri paesi dell’Europa: in Germani 30mila km, in Gran Bretagna 17mila, in Danimarca 12mila.
Mostrano indici positivi anche le nuove forme di utilizzo dell’auto come il car sharing, i cui utilizzatori in tutta Europa sono oltre 22,7 milioni, contro i 19,1 del 2010.

“L’auto”, evidenzia Giacomo Mori – Director, AlixPartners, “non è più il bene sognato e agognato dalle nuove generazioni. I neo maggiorenni sono più interessati agli strumenti di connessione (nuove tecnologie e web) e all’intrattenimento. Solo il 16,6% dei ragazzi (tra i 18 e i 29 anni) intervistati su cosa avrebbero voluto comprare avendo a disposizione 30mila euro, ha indicato un’auto nuova. Prima, il 36,2% preferirebbe organizzare una vacanza da sogno e il 27,6% vorrebbe addirittura conservarli sul proprio conto”.

“Le casse delle famiglie sono vuote”, evidenzia il Presidente AMOER – Pierluigi Bonora, “e, avanti di questo passo, lo saranno ancora per molto. Così, cambiare macchina sarà un lusso; la propensione, a questo punto, è quella di tenere la vecchia automobile o, al massimo, affittarne una più moderna per qualche giorno se proprio è necessario. I costruttori di automobili sono chiamati a rimodulare le strategie di approccio alla clientela alla luce dei cambiamenti in atto. La ‘demotorizzazione’ è in corso. E non bisogna far finta di non accorgersene. Il sorpasso delle vendite dei velocipedi sull’auto è un segnale che le case automobilistiche devono interpretare e tenere in considerazione, fatto salvo che nei centri urbani si debba continuare a investire in modo bilanciato e responsabile senza penalizzare l’uno o l’altro comparto”.

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