Il capo della Protezione civile Gabrielli ad Ancona per la campagna “Terremoto-Io non rischio”

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“La Protezione civile è un sistema che non coinvolge solo le istituzioni ma tutto il tessuto sociale e civile della nostra regione. La prevenzione funziona proprio attraverso la capacità di mobilitazione di tutta la comunità regionale. Il punto di partenza per un sistema efficace di protezione civile è quindi il coinvolgimento dei cittadini grazie alla rete del volontariato. E’ questo il senso dell’iniziativa di oggi”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, oggi ad Ancona per la tappa marchigiana di “Terremoto-Io non rischio”, campagna nazionale per la riduzione del rischio sismico alla presenza del Capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile Franco Gabrielli. All’evento hanno partecipato il capo della Protezione civile regionale Roberto Oreficini e le associazioni di volontariato delle Marche. Franco Gabrielli ha evidenziato come i terremoti siano tra gli eventi naturali più ordinari, soprattutto in un territorio come quello italiano con determinate caratteristiche geologiche. L’atteggiamento più adatto per rispondere a questa situazione è quello delle Marche che si sono preoccupate prima dal punto di vista della prevenzione, con la realizzazione di edifici e strutture compatibili con questa sismicità, e poi con un sistema di protezione civile che è un’eccellenza del Paese. La parola d’ordine, secondo Gabrielli, è “preoccuparsi” del terremoto, nel senso etimologico del termine: occuparsene prima.
“Il volontariato ha un ruolo centrale – ha detto Spacca – perché svolge un’azione non soltanto nelle fasi di emergenza ma anche nell’azione di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini. Emergenza e prevenzione che vedono protagonista anche la Regione, con la protezione civile. Per quel che riguarda la prevenzione è forte l’attività di educazione nelle scuole e negli ambienti di lavoro e di vita. A questa si aggiunge la formazione costante di tutti gli apparati che sono chiamati a intervenire in maniera professionale nei momenti di crisi, in particolare nel campo della sanità. Basti pensare al nostro ospedale da campo, uno dei più importanti che l’Italia ha oggi a disposizione”.

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