Basta alle speculazioni sui pascoli montani

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“Grandi aziende soprattutto del nord, acquisivano i terreni dei demani civici e delle comunanze agrarie solamente per usufruire dei contributi comunitari e non per portarvi il bestiame: sono soddisfatto per la posizione chiara e determinata assunta dalla Giunta regionale”. Queste le parole del Consigliere regionale dei Verdi, Presidente della Commissione Politiche Europee, Adriano Cardogna che, nel mese di settembre, aveva presentato un’interrogazione in Consiglio regionale in merito ai pascoli montani ceduti in affitto. Un meccanismo poco chiaro quello che da qualche tempo si era innescato in alcune aree montane della regione, in particolare sui Monti Sibillini. Sollecitata cosi, dalle proposte del Servizio regionale Agricoltura, dalle prese di posizione della Federazione regionale Coldiretti e di quelle provinciali di Fermo, Ascoli e Macerata e del Copagri Marche, la Conferenza delle Regioni italiane promuoverà norme contro la speculazione sui pascoli montani nelle Marche e in altre regioni, ad opera di agenzie e aziende del Nord. Un fenomeno dovuto al fatto che i contributi europei sono di molto superiori ai canoni d’affitto dei pascoli montani, cosicché molte aziende di altre regioni italiane si sono riversate sulle zone interne delle regioni del Centro, facendo lievitare i costi degli affitti, rendendoli troppo onerosi per gli allevatori locali e allo stesso tempo riducendo la possibilità da parte di questi di accedere ai contributi europei. L’assessore Nardone della Regione Puglia, coordinatore delle Regioni per il settore agricolo, ha affermato in una nota inviata a tutti gli assessori che, unitamente ad altre Regioni, ha condiviso ampiamente le osservazioni della Regione Marche, e ha interessato personalmente il ministro Di Girolamo, ottenendo la valutazione di fattibilità tecnica e giuridica di una revisione della normativa. La proposta dalle Marche lascia inoltre la flessibilità alle amministrazioni regionali di applicare le modalità di pascolamento nel territorio in relazione alle condizioni locali per gli utilizzatori dei pascoli. “Potranno essere fatte quindi autonome valutazioni sull’opportunità di modificare le norme anche in relazione alle misure agro ambientali del Programma di sviluppo rurale. Di sicuro ci metteremo di traverso contro qualsiasi forma di speculazione che danneggino le Marche, la pastorizia e gli allevamenti delle aree interne e l’abbandono della nostra bellissima montagna appenninica, resa attraente grazie alla presenza di agricoltori e pastori, che la custodiscono anche per le migliaia di visitatori e turisti che sempre più assiduamente la frequentano”. Così l’assessore all’Agricoltura, Maura Malaspina, commentando la condivisione avvenuta in Conferenza delle Regioni, delle misure per contrastare la speculazione sui pascoli montani.

“Una speculazione – spiega Cardogna – che ha effetti negativi proprio nei confronti dei residenti e dell'istituto della proprietà collettiva, una tipologia di proprietà nata in epoca medievale per garantire la sopravvivenza e il benessere dei residenti che si caratterizza per l'utilizzo delle risorse comuni da parte di tutta la collettività. La cessione a soggetti esterni per soli fini speculativi snatura invece le finalità giuridiche dell'uso civico e mette a rischio l'integrità del paesaggio che caratterizza il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e l’economia del territorio”.

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