Il Consigliere regionale Adriano Cardogna e il Gruppo Verdi, hanno presentato una mozione urgente per il Consiglio regionale di martedì prossimo, per chiedere alla Regione di impugnare le norme della Legge \’Sblocca Italia\’ in materia di energia, che renderebbero incontrollabili lo stoccaggio di gas di S. Benedetto del Tronto, il rigassificatore di Falconara e le trivelle davanti alle coste marchigiane. “Non vogliamo e non possiamo tornare al ‘medioevo energetico’ a causa di una scellerata politica fossile portata avanti dal Governo nazionale con lo ‘Sblocca Italia’”. Mutuando un termine del prof. Marco Santarelli (esperto in Analisi delle reti, associato di ricerca per enti internazionali e direttore Ricerca&Sviluppo di Network), lo afferma Adriano Cardogna, Presidente del Gruppo Verdi in Consiglio regionale delle Marche.
“Per questo – continua Cardogna – ho presentato una mozione urgente, da discutere ed approvare martedì prossimo in Consiglio regionale, affinché la Regione presenti un ricorso alla Corte costituzionale per impugnare gli articoli 37 e 38 dello Sblocca Italia, diventato Legge l'11 Novembre scorso. Il Presidente della Regione, in quanto legittimato a produrre ricorso presso la Consulta – ribadisce – deve infatti far valere le prerogative della comunità marchigiana, pena la mortificazione delle funzioni amministrative regionali e locali in materia di programmazione, difesa dell’ambiente e salvaguardia della salute”.
IL RICORSO
Il testo del consigliere regionale chiede dunque alla Regione di fare ricorso alla Corte contro la Legge sulla base di alcuni presupposti, come ad esempio l’illegittimità del titolo concessorio unico al posto di due distinti per i permessi di ricerca e concessione di coltivazione. Permesso e concessione sono due istituti completamente separati, il permesso di ricerca si configura come un limite al godimento della proprietà, mentre la concessione è costitutiva di nuove capacità, poteri e diritti; altro presupposto è l’estromissione degli enti locali dal procedimento amministrativo che porta al rilascio del 'titolo concessorio unico', poi il fatto che l’intesa della Regione venga considerata dalla Legge come un atto interno al procedimento stesso.
“Una follia in tempi di federalismo”, secondo Paolo Canducci Assessore all'ambiente del Comune di San Benedetto del Tronto, che sottolinea: “l’intesa della Regione invece è un atto politico e non amministrativo per cui l’Ente ha diritto di partecipare alle decisioni assunte in sede statale e, in caso di mancato accordo con lo Stato, potrebbe portare all’attenzione della stessa Corte il problema, provocando un conflitto di attribuzione. Ciò è estremamente importante anche perché dobbiamo portare a termine l'azione contraria, della stessa Regione e del Comune che amministro, alla costruzione del deposito di gas proprio a S. Benedetto”.
“La richiesta urgente fatta alla Giunta regionale – conclude Gianluca Carrabs – rappresenta un segno tangibile che rimarca la centralità della salvaguardia dei beni comuni e delle peculiarità del territorio e dei suoi valori, che vanno difesi con tutti i mezzi legali e della democrazia, soprattutto nel momento in cui il mare Adriatico è uno dei pilastri fondamentali della Macroregione Adriatico – Ionica (EUSAIR) che è stata lanciata proprio due giorni fa (martedì 18 novembre) a Bruxelles”.