La Repubblica romana e Simoncelli

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A Senigallia il 9 febbraio alle ore 17.15 in via Chiostergi presso il Centro Cooperativo Mazziniano un convegno sul patriota senigalliese che sacrificò la vita per un’Italia repubblicana e democratica. È arrivato il gran giorno della Repubblica Romana (168° anniversario) e di Girolamo Simoncelli, nostro esimio concittadino che sacrificò la vita per un’Italia repubblicana e democratica. Simoncelli, nato a Senigallia il 16 febbraio 1817, non solo quest’Italia non la vide mai, ma morì, il 2 ottobre 1852, fucilato dai mercenari svizzeri al soldo dell’ultimo papa-re. Per l’occasione il Centro Cooperativo Mazziniano di Senigallia ha promosso, in collaborazione con l'Associazione di Storia Contemporanea, un Convegno nazionale di studi per aggiornare le conoscenze sul personaggio storico e sull'eccezionale epoca in cui il leader repubblicano si trovò a vivere e ad operare.
Il Convegno inizia alle 17.15, al Centro di via Chiostergi, nel pomeriggio del 9 febbraio: relazioneranno, introdotti dai saluti istituzionali, i proff. Fiorenza Taricone (Università di Cassino e del Lazio meridionale), Marco Severini e Lidia Pupilli (Università di Macerata), Luca Frontini (ASC), Ilaria Biagioli (Università di Modena e Reggio Emilia) ed Enrico Pergolesi (ASC).
Al centro di queste relazioni non solo la figura del “martire laico” e della sua compagna Carlotta, ma pure la Repubblica del ’49, gli ideali mazziniani, il pontificato di Pio IX e la storiografia sul tema.
Tutti i partecipanti saranno omaggiati in vario modo: un libro per conoscere gli eventi; un lumino tricolore da accendere proprio la notte del 9 febbraio per ricordare – secondo una tradizione antica un secolo e mezzo e molto sentita in Romagna e nelle Marche settentrionali – l’avvento della luce della civiltà democratica e repubblicana; infine, per i partecipanti alla cena conclusiva, l’omaggio del dolce “IX Febbraio”, rielaborato da un noto pasticciere senigalliese, sulla base di una diffusa ricetta anti-austriacante, dato che l’Austria, insieme alla Francia di Luigi Napoleone Bonaparte, fu la principale spada della controrivoluzione papalina.

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