Il post terremoto sia occasione di ripensare la strategie delle aree interne

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I recenti gravi eventi sismici hanno reso ancora più evidente una tendenza in atto da decenni dello spopolamento delle aree interne delle Marche. In previsione dell\’Assemblea nazionale dei piccoli comuni in programma il 30 giugno a San Benedetto del Tronto, i comuni delle Marche presenteranno un documento condiviso sul tema “Controesodo – nuove politiche per i territori”. \”Senza il presidio del territorio garantito dai sindaci – ha detto Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche introducendo l\’incontro – il tema dello spopolamento già presente nell\’agenda politica in questi anni, ed aggravatosi dopo il sisma, sarebbe già chiuso e ci saremmo dovuti rassegnare alla lacerazione delle comunità. Il dibattito sulla necessità di ripristinare i servizi, gli edifici pubblici e privati, riportare le persone nella propria terra, non deve riguardare solo le Marche – ha aggiunto – ma deve riguardare tutte le aree interne italiane\”. Roberto De Angelis, coordinatore dei piccoli comuni di Anci Marche, ha ricordato alcuni numeri che fotografano la situazione regionale. "Nelle Marche – ha detto – 163 comuni su 239 sono sotto 5mila abitanti, occupano più del 54% del territorio che rappresenta il 22% della popolazione con capacità reddituale povera rispetto ai comuni della costa". Presente all'incontro Fabrizio Cesetti, Assessore al Bilancio ed agli Enti Locali della Regione Marche, che ha riconosciuto "il valore del lavoro capillare svolto dai sindaci che sono state fonte di idee, proposte, richieste per tutelare le comunità in un contesto da post guerra e nel quale la riantropizzazione di queste aree sia una priorità". Guido Castelli, Presidente dell'Ifel, ha posto l'accento sulla necessità di riflettere sulla strada da prendere per risolvere il problema "facendo una sorta di lista delle cose da fare così da evitare che la passione e la generosità delle iniziative momentee porti a realizzare edifici e servizi prima ancora di curarsi di come riportare i cittadini in quei comuni che, proprio perchè da ricostruire quasi per intero, vanno pensati come moderni e quindi appetibili anche per i giovani, con l'ausilio dei grandi player". Il contesto va analizzato in senso ampio – ha aggiunto Pietro Marcolini, Presidente dell'Istao – perchè molti di quei comuni erano già destinati allo spopolamento non essendoci lavoro e popolazione in età da lavoro con un under 15 ogni tre cittadini over 65 riferendoci ad un'orografia italiana che indica che il 62% della superficie italiana è in salita". Negli ultimi 20 anni l'Italia ha speso circa 50 miliardi per affrontare le emergenze, quindi una media di 3 miliardi l'anno. "Se fossero garantiti anche per il futuro – ha aggiunto Marcolini – consentirebbe di sviluppare una prevenzione eccezionale". "La Regione Marche potrà contare sui 248 milioni della solidarietà interregionale ottenuti proprio nelle scorse ore, su un miliardo all'anno per i prossimi 3 anni, quindi i fondi ci sono. Vanno utilizzati per il capitale sociale fisso quindi i beni storici, culturali e la ricerca di attività compatibili, artigianato artistico, agricoltura". "Il brulichio di iniziative ha bisogno di coordinamento perché la questione gode dell'attenzione di tanti istituzioni ed enti a livello nazionale ed è un'opportunità straordinaria da non disperdere". 

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