Inaugurata la mostra della Messora

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Molto interessante è stata la presentazione della mostra di Cristina Messora, lo scorso 1 settembre, all’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro. Gli interenti del conte Alessandro Marcucci Pinoli hanno catalizzato l’attenzione del pubblico in sala e hanno invitato il pubblico a intervenire. Amici ed estimatori, ma anche esperti d’arte e artisti che hanno dialogato con la pittrice modenese. Il rapporto tra pittura e interiorità, come recita il titolo, è stato indagato grazie anche alle letture dei testi di Freud, Proust, D’Annunzio, Breton e Eco. E’ stata importante la collaborazione dell’attore urbinate Roberto Rossini che creato un’atmosfera magica durante il vernissage. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 15 settembre (9,00-19,00). Andrea Carnevali, curatore della mostra, ha parlato dell’esperienza emotiva che la pittrice ricerca dentro di sé prima di incominciare a lavorare: “i suoi quadri sono una sorta di grande scenografia che racconta il suo passato, proprio come recita il titolo della mostra. Le sue composizioni nascono dai ricordi che sembrano apparentemente rimossi, ma inconsapevolmente sono, ancora, attivi nella memoria della pittrice”. Le storie raccontate dall’artista sono fatte di luoghi interiori, di frammenti poetici, portati con sé per tutta la vita, ma senza stacchi e sradicamenti sentimentali. I suoi lavori sono stati al centro di una serie di interventi critici firmati da: Donatella Giuliani, Gian Paolo Grattarola, Daniela Pennacchioli, Paoletti Isabella, Andrea Giacometti, Maria Antonietta Borraccio, Rosella Bertugno.

Cristina Messora è nata a Modena nel 1965, vive e svolge la propria attività ad Ancona. Laureata con il massimo dei voti, presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna dove ha sperimentato diversi linguaggi espressivi. La sua poetica è rivolta allo sguardo interiore con forme astratte che raggiungono un tono lirico. Attraverso l’introspezione, l’artista riesce a fare affiorare uno stato d’animo profondo che poi traduce in concetto, in sensazione ed infine in segno. I tratti incisi neri sulla superficie della carta, modificata dal colore, creano un reticolo di simboli che formano un sistema onirico. L’artista modenese ha costruito un codice semico in cui ogni forma esprime un fatto emozionale o temporale che nasce dal ricordo. Le sue opere sono esposte in collezioni pubbliche e private. 

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