Porto di Trieste, “Cold ironing” l’elettrificazione delle banchine

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Integrazione delle reti, delle soluzioni, dei cervelli. Di fronte al quadro esaustivo delle soluzioni tecnologiche esistenti, emerso dai lavori del convegno, Mario Sommariva, segretario generale dell’Autorità di sistema portuale, ha auspicato l’avvio di un ragionamento condiviso e sinergico che coinvolga Porto, istituzioni, territorio, cittadinanza attiva, Università e Centri di ricerca, teso allo sviluppo sostenibile delle aree portuali, no a una “decrescita felice” che, per risolvere il problema, propenda verso la riduzione dei traffici.

Il cold ironing diviene così solo uno degli elementi, probabilmente il più efficace, ma anche il più complesso e non può costituire la sola soluzione, ma potrebbe essere in questa fase al centro di prime sperimentazioni, ad esempio nel settore della mobilità marittima locale.

L’obiettivo è iniziare a ragionare con gradualità e con un approccio pragmatico sui temi in oggetto. L’Autorità di sistema, in quest’ottica, ha già avviato alcune azioni di pianificazione sostenibile, prima tra tutti l’efficienza ferroviaria, cui si affiancano i piani di monitoraggio ante opera previste dal Piano regolatore.

I lavori sono quindi proseguiti in collegamento con Bruxelles con la relazione di Antongiulio Marin, funzionario della Commissione europea trasporti, che ha offerto una panoramica generale sulle forme di finanziamento e di investimenti previsti allo stato attuale e per gli anni futuri.

Ultimo contributo quello degli armatori che hanno approfondito situazione e previsioni di sviluppo con particolare riferimento ai traffici Trieste Turchia.

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