Ecco i ministri del governo Conte-bis

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Il premier incaricato Giuseppe Conte ha presentato la lista dei ministri. Luigi Di Maio è ministro degli Esteri, Roberto Gualtieri dell’Economia, Alfonso Bonafede confermato alla Giustizia, mentre Stefano Patuanelli è allo Sviluppo economico. Riccardo Fraccaro è il nuovo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Il giuramento della nuova squadra di governo sarà domani alle 10.

 ESTERI: Luigi Di Maio (M5s)

Luigi Di Maio approda al ministero degli Esteri e sarà così il più giovane ministro della storia della Repubblica in questo dicastero, a soli 33 anni. Il capo politico del Movimento 5 stelle ha ricoperto l’incarico di vicepremier, insieme a Matteo Salvini, nel precedente governo giallo-verde e ha guidato due ministeri chiave Lavoro e Sviluppo economico nello stesso esecutivo Conte. Tra le sue riforme di bandiera il reddito di cittadinanza, il decreto Dignità e l’avvio della discussione sul salario minimo. Nato ad Avellino, ma residente a Pomigliano d’Arco, il 6 luglio del 1986, rappresenta il volto pragmatico di M5s, in passato spesso contrapposto alle posizioni più integraliste dell’ala ortodossa. Ma nonostante alcuni periodi di grande difficoltà – in primis la storia della mail sull’iscrizione nel registro degli indagati dell’assessore all’ambiente a Roma, Paola Muraro nel settembre 2016 e che Di Maio disse di aver interpretato male – il giovane campano alla fine è stato sempre sostenuto dal Garante Beppe Grillo e da Davide Casaleggio. Di Maio è stato eletto dalla rete con 30.936 voti (l’82% dei votanti) candidato premier e capo politico del Movimento pentastellato il 23 settembre 2017 in occasione della kermesse grillina a Rimini. Con lui, di fatto, il Movimento ha cambiato pelle: molti poteri sono accentrati nelle sue mani e le decisioni, che nella Fase 1 del Movimento, venivano prese dalla Rete e dalle assemblee, adesso vengono prese direttamente da Di Maio e talvolta ratificate da eletti e attivisti. Di Maio dopo il diploma di liceo classico, si è iscritto all’università, in un primo momento alla facoltà di ingegneria, poi a giurisprudenza alla Federico II di Napoli. Ma alla fine ha rinunciato e non si è mai laureato. Nel suo curriculum si legge che è giornalista pubblicista dal 2007, che ha lavorato per un breve periodo come webmaster e anche come steward allo stadio San Paolo di Napoli. Poi, la scelta della politica con la candidatura nel Movimento 5 stelle. Nel 2007 Di Maio ha aperto il meetup di Pomigliano d’arco aderendo così all’iniziativa di Grillo che proponeva la costituzione di gruppi di cittadini che si occupassero dei problemi del loro comune. Nel 2010 si è candidato come consigliere comunale del suo comune ma ottenendo solo 59 preferenze non è stato eletto. Successivamente, con le cosiddette ‘Parlamentarie’ del Movimento 5 Stelle, è stato candidato online e con 189 preferenze è riuscito ad essere eletto alla Camera. Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, invece, ha ottenuto 95.219 voti (63,41%) al collegio uninominale di Acerra. Di Maio è il maggiore di tre fratelli: la madre, Paola Esposito, è un’insegnante di italiano e latino, mentre il padre Antonio, imprenditore edile, ha un passato politico a destra ed è stato dirigente prima del Movimento sociale italiano, poi di AN.

INTERNI: Prefetto Luciana Lamorgese

E’ la nuova ministra dell’Interno e succede a Matteo Salvini. Nata a Potenza l’11 settembre 1953, la nuova responsabile del Viminale è sposata e ha due figli. Laureata in giurisprudenza, avvocato, ha svolto numerosi incarichi prima di accettare a far parte del secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte. E’ stata prefetto di Milano dal 13 febbraio 2017 al 1 ottobre 2018. Il 1 gennaio 1989 è stata nominata Viceprefetto Ispettore dal 1 gennaio 1989 e poi Viceprefetto dal 1 gennaio 1994. Ha lavorato nella Prefettura di Varese e a Roma presso il Ministero, alla Direzione Generale per l’Amministrazione Generale e per gli Affari del Personale, dal dicembre 1980, dove ha prestato servizio dapprima presso la Divisione Affari Generali e quindi, dal dicembre 1985, presso l’Ufficio Studi per l’Amministrazione Generale e per gli Affari Legislativi; ha lavorato all’Ufficio Centrale per gli Affari Legislativi e le Relazioni Internazionali, dall’ottobre 1996, dove è stata Direttore dell’Ufficio Ordinamento della Pubblica Amministrazione. Nominata Prefetto il 28 luglio 2003, ha svolto le seguenti funzioni: direttore Centrale per le risorse umane presso il Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. Vice Capo Dipartimento per l’espletamento delle funzioni vicarie presso il Dipartimento per le politiche del personale dell’amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie, dal 4 agosto 2008. Vicecapo di gabinetto per l’espletamento delle funzioni vicarie, dal 10 dicembre 2008. E’ divenuta prefetto di Venezia, dal 12 gennaio 2010. Il 20 maggio 2011 è stata nominata anche Soggetto Attuatore per l’espletamento di tutte le attività necessarie per l’individuazione, l’allestimento o la realizzazione e la gestione delle strutture di accoglienza nella Regione Veneto. Lamorgese è stata anche Capo del Dipartimento per le politiche del personale dell’amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie, dal 10 gennaio 2012. Dal 19 luglio 2013 al 12 febbraio 2017 ha svolto le funzioni di Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno.

 

ECONOMIA: Roberto Gualtieri (Pd)

Un politico torna a sedersi alla monumentale scrivania che fu di Quintino Sella. Il dem Roberto Gualtieri è il nuovo ministro dell’Economia. Europeista convinto, professore universitario, il profilo di un tecnico ma un cammino alle spalle tutto politico. Prima di lui, l’ultimo uomo di partito a occupare quella poltrona è stato Giulio Tremonti nel quarto governo Berlusconi (2008-2011). Successivamente a varcare il portone di Via XX Settembre sono stati solo tecnici: Mario Monti, Vittorio Grilli, Fabrizio Saccomanni, Pier Carlo Padoan (che ora è deputato del Pd ma e’ arrivato al Mef dall’Ocse) e Giovanni Tria. Volgendo lo sguardo ancora più’ indietro, ancora una sfilza di tecnici e bisogna risalire alla Prima Repubblica per trovare un politico ‘puro’ alla guida dei conti dello Stato, addirittura al governo De Mita del 1988-89 quando Giuliano Amato ricoprì la carica di ministro del Tesoro accanto a Emilio Colombo alle Finanze e Amintore Fanfani al Bilancio. Romano del quartiere Monteverde, classe 1966, Gualtieri è un uomo timido, riservato, uno studioso, come lo descrive chi lo conosce. Una laurea in lettere conseguita con 110 e lode e un dottorato di ricerca in Scienze Storiche, tesi su Commercio estero e sviluppo. Storico legato all’Istituto Gramsci, autore di diverse pubblicazioni, tra cui una sulle Istituzioni europee curata con Giulio Amato. Professore associato in Storia contemporanea all’Università La Sapienza, editorialista e collaboratore di diversi quotidiani e riviste. E’ stato iscritto alla Fgci, l’organizzazione dei giovani comunisti del Pci. Ha militato per anni nei Democratici di Sinistra, ha fatto parte prima della segreteria di Roma e poi del consiglio nazionale, prima di contribuire a redarre il Manifesto per il Partito democratico e di entrare a fare parte della direzione del Partito nel 2008. Ex dalemiano, era nei ‘giovani turchi’, la corrente Pd guidata da Orfini. E’ stato per un periodo vicino a Renzi ma oggi e’ considerato vicino al segretario Zingaretti. Nel 2009 è approdato a Strasburgo, sempre in quota Pd. E’ stato membro del team negoziale del Parlamento europeo per la creazione del Servizio Europeo per l’Azione esterna e per il Fiscal Compact. Ha preso parte tra il 2012 e il 2013 al gruppo di lavoro presieduto da Herman Van Rompuy per la riforma dell’Unione Economica e Monetaria. Tra gli eurodeputati piu’ influenti, per due volte presidente della commissione per i Problemi economici e monetari del Parlamento europeo, riconfermato in questa legislatura nell’incarico grazie a Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che gli ha ceduto il posto nella circoscrizione Centro optando per il seggio siciliano. E’ membro del gruppo direttivo sulla Brexit nonche’ sherpa per le negoziazioni con la Gran Bretagna.

GIUSTIZIA: Alfonso Bonafede (M5s)

Alfonso Bonafede, tra i più vicini a Luigi Di Maio, resta alla guida del ministero della Giustizia dove è stato nei 15 mesi di governo giallo-verde con Giuseppe Conte premier. Obiettivo proseguire sulla strada delle riforme già avviate e sbloccare quelle rimaste in stand by. Bonafede, 43 anni, è un avvocato civilista nato a Mazara del Vallo (Trapani) dove ha vissuto fino al 1995, poi si è trasferito a Firenze e qui si è laureato in Giurisprudenza. Nel 2006 ha conseguito il dottorato di ricerca presso la stessa facoltà e ha aperto uno studio legale. E’ tra i 5 stelle della prima ora: nel 2006 è entrato a far parte del gruppo degli ‘Amici di Beppe Grillo’ del meet up di Firenze. Nel 2009 è stato candidato sindaco del capoluogo toscano per M5s, ottenendo solo l’1.82% mentre nel voto online per la scelta dei candidati alle politiche del 2013 sulla piattaforma Rousseau era risultato il primo dei prescelti con 227 preferenze. Quindio è stato eletto alla Camera. Nella scorsa legislatura è stato vicepresidente della commissione Giustizia della Camera. Nel 2016 ha fatto parte del gruppo di coordinamento e supporto dei comuni governati dal Movimento 5 Stelle e nello stesso anno, assieme al collega Riccardo Fraccaro, ha dato anche un ‘supporto’ al Campidoglio guidato dalla sindaca Virginia Raggi.

DIFESA: Lorenzo Guerini (Pd)

La foto del profilo Whatsapp è una veduta dalla tribuna del Giant Stadium e le lettere “S” e “F” intrecciate di colore arancio su fondo nero spiccano sulla cover del suo smartphone: quella di Lorenzo Guerini, neo ministro della Difesa, per il baseball e per i San Francisco Giants è una passione che ne fa una mosca bianca in Parlamento, dove la passione dominante è quella per il calcio. Questo però non ha impedito a Guerini di conquistarsi la stima di compagni di partito e avversari politici. La sua dote migliore è il fiuto politico e la capacità di mediazione che gli è valsa più volte la definizione di “pontiere” o, anche, quella di “Gianni Letta renziano”. All’ex presidente del Consiglio, Lorenzo Guerini si lega ai tempi dell’Anci, quando da sindaco di Lodi incontrava il suo omologo fiorentino Renzi durante le assemblee dell’associazione dei comuni e durante le riunioni della Conferenza Unificata. Tra i due su stabilirà un immediato feeling che, seppur fra alti e bassi, continua ancora oggi. Eppure i due non potrebbero essere più diversi, tanto è impulsivo e “fumantino” Renzi quanto cauto e riflessivo Guerini. Figlio di padre comunista, come lui stesso racconta, comincia l’attività politica da giovanissimo nella Democrazia Cristiana. Ricopre la carica di presidente della Provincia di Lodi dal 1995 al 2004 – per due mandati – e sindaco di Lodi dal 2005 al 2012. L’8 dicembre 2013 è al fianco di Renzi la notte delle primarie vinte contro Gianni Cuperlo e Peppe Civati e lo sarà anche durante le consultazioni portate avanti dal fiorentino per la formazione del governo febbraio 2014. Diviene poco più tardi portavoce della segreteria Pd guidata dall’ex premier. Non assume, pero’,incarichi di governo quando Renzi arriva a Palazzo Chigi, ma risulta particolarmente prezioso al premier nel cucire i rapporti all’interno del partito e, piu’ spesso, all’esterno cosi’ da permettere al Pd e al governo di superare indenni prove del fuoco come la legge elettorale e il Jobs Act. le politiche del 2018 lo vedono sconfitto assieme al Pd, ma la sconfitta gli offre l’opportunità di essere il candidato d’opposizione per la guida del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Dopo le dimissioni di Renzi, la guida del partito passa a Maurizio Martina che Guerini sosterrà alle primarie dopo il ritiro del candidato unico renziano, Marco Minniti. Si tratta di una sorta di “scissione” interna all’area Renzi, con i ‘duri e puri’ della mozione Giachetti che si pongono nettamente in opposizione alla mozione Zingaretti e ‘Base Riformista’, la corrente a cui Guerini da nel frattempo vita assieme a Luca Lotti, che comincia a portare avanti una opposizione ‘costruttiva’.

LAVORO: Nunzia Catalfo (M5s)

Prima firmataria della proposta di legge sul reddito di cittadinanza nel 2013 e sul salario minimo nella scorsa legislatura. è nata a Catania nel 1967 e da sempre è stata attenta ai temi sociali. Orientatore e selezionatore del personale, per quasi 30 anni si è occupata di formazione, dispersione scolastica e aiuto all’inserimento in collaborazione con i centri per l’impiego e i servizi per l’impiego in generale. Dal 2008 è attivista del Movimento 5 Stelle “per portare avanti una nuova visione del mercato del lavoro più aderente alle esigenze di imprese e cittadini”, come scrive nel suo profilo sul blog delle stelle. Nel 2013 viene eletta al Senato della Repubblica e nel giugno dello stesso anno deposita la proposta di legge sul reddito di cittadinanza. A gennaio di quest’anno scriveva: “Per quasi 6 anni mi sono battuta in prima persona per il reddito. Oggi insieme a tutto il Movimento 5 Stelle vinciamo questa battaglia, introducendo una misura che dà dignità alle famiglie italiane e che investe sul lavoro, sulle politiche attive e sulla formazione. Il Decreto approvato dal Consiglio dei ministri ricalca quanto di buono ho inserito nel disegno di legge depositato in Senato nel 2013 a mia prima firma, dando inoltre il via al ricambio generazionale”. Catalfo ritiene che un buona riforma del lavoro si debba basare “sul giusto equilibrio di flessibilità e sicurezza”.

RAPPORTI CON IL PARLAMENTO: Federico D’Incà (M5s)

Nato a Belluno, classe 1976, laureato in economia e commercio presso l’Università di Trento, eletto per la prima volta in Parlamento nel 2013 è stato capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati. Rieletto nel 2018 sempre con il Movimento 5 Stelle, è stato nominato questore della Camera dei deputati. Fa parte della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione, del Comitato per la Comunicazione e l’Informazione Esterna, del Comitato di Vigilanza sull’Attività di Documentazione, del Comitato per gli Affari del Personale, del Comitato per la Sicurezza.

INNOVAZIONE: Paola Pisano (M5s)

È docente di gestione dell’innovazione all’università di Torino e assessore all’Innovazione del capoluogo piemontese. Ha 42 anni e tre figli. E’ stata eletta “donna più influente nel digitale” in Italia piazzandosi in classifica davanti a nomi come quelli di Clio Zammateo – famosa come ClioMake Up – Milena Gabanelli e Samatha Cristoforetti.

AMBIENTE: Sergio Costa (M5s)

Il generale di brigata dei Carabinieri resta al timone del ministero dell’Ambiente anche nel Conte-bis, il governo nato sull’asse M5s-Pd. Napoletano, Costa è nato il 22 aprile 1959 è stato anche comandante regionale del Corpo Forestale. E’ il super esperto che ha guidato l’inchiesta sulla Terra dei Fuochi, il primo che ha individuato in terra campana, nel Casertano, una discarica abusiva dando cosi’ il via al primo filone d’indagine.
Laureato in Scienze Agrarie, ha conseguito un Master in Diritto dell’Ambiente. E’ stato comandante regionale del Corpo forestale dello Stato, fino allo scioglimento il 31 dicembre 2016. Durante il precedente mandato ha dato un forte impulso alle campagne contro la plastica monouso. Il ministero dell’Ambiente è divenuto “plastic free” e l’esempio è stato poi seguito da tante altre istituzioni. Altro obiettivo raggiunto dal ministro è stato il bando per progetti sull’educazione ambientale nelle scuole per i quali è stato stanziato un fondo di 330 mila euro. Ancora, fra gli impegni mantenuti c’e’ la nuova commissione Via-Vas. In prima linea sulla tutela del mare, ha anche preparato la legge Salvamare.

FAMIGLIA: Elena Bonetti (Pd)

Professore associato di Analisi matematica all’Università di Milano, 43 anni, sposata con due figli, è stata nelle file del Pd nel 2018. Nella biografia sulla sua pagina web, si legge: “Ho studiato matematica presso l’Universitaàdi Pavia, alunna del Collegio Ghislieri, laureandomi nel 1997. Ho poi conseguito il PhD in Matematica presso l’Università di Milano nel 2002. La mia ricerca tratta di modelli analitici per le scienze applicate. Nella ricerca ho imparato che si cresce se si gioca in squadra”. La Bonetti è vicina all’ex segretario Pd Matteo Renzi per cui ha organizzato il corso di formazione politica ‘Meritare l’Italia’, una quattro giorni dedicata agli under 30 contro “la cultura dell’uno vale uno” e rivolta “a chi vuole studiare, a chi vuole fare fatica e a chi crede nel merito”, come ha scritto lo stesso Matteo Renzi. Il suo lavoro di docente universitario, scrive ancora la parlamentare dem nella sua pagina web, “mi ha regalato sempre un ricco e coinvolgente incontro con i giovani, con i quali condivido il mio cammino professionale. La passione educativa e il desiderio di accompagnare le giovani generazioni ad essere buoni cittadini, capaci di contribuire a scrivere una storia bella e generativa per la nostra comunità, trovano le radici nel mio cammino scout. Su questa strada ho imparato la bellezza del camminare insieme, la felicità e la pienezza che nascono dal servizio, il coraggio di dire sì, la chiamata a lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”.

SVILUPPO ECONOMICO: Stefano Patuanelli (M5s)

Nato a Milano, classe 1983, è stato sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari regionali e autonomie del Governo Conte. Diplomato perito elettronico e delle telecomunicazioni, si è laureato in economia e management per l’impresa all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lavorando in uno studio commercialista di cui diventa socio. Consigliere regionale M5s in Lombardia nel 2013, è stato eletto deputato alla Camera alle politiche del 2018. È stato tra i più attivi nella gestione delle trattative con il Pd per la formazione del nuovo governo giallorosso. Lo ha fatto sottolineando che «scongiurare l’innalzamento dell’Iva è prioritario» così come «ridurre il cuneo fiscale». E che «il M5s è determinato a realizzare le infrastrutture di cui questo paese ha bisogno senza inchinarsi al concetto astratto della grande opera» in quanto «la manutenzione e il potenziamento delle infrastrutture già esistenti, ad esempio, credo siano la prima grande opera di cui necessita l’Italia».

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI: Paola De Micheli (Pd)

È la vicesegretaria dem a sostituire Danilo Toninelli al ministero delle Infrastrutture. Piacentina, classe 1973, laureata in scienze politiche, è in parlamento dal 2008. Nel settembre 2017 ha preso il posto di Vasco Errani quale commissario straordinario alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016. Nel governo Renzi per oltre due anni è stata sottosegretario all’Economia, ruolo che ha mantenuto anche nel governo Gentiloni, che la nominò sottosegretario a palazzo Chigi. Dal luglio 2016 è presidente della Lega Pallavolo Serie A. Alle Infrastrutture la aspettano dossier caldi. Dalla Tav alle grandi opere alla revisioni delle concessioni autostradali.

 

AGRICOLTURA: Teresa Bellanova (Pd)

Un passato da giovanissima sindacalista nella Cgil e una dura lotta al caporalato, piaga del territorio in cui è nata è nata a Ceglie Messapica (Brindisi) il 17 agosto 1958 ed è sposata con Abdellah El Motassime.
A 15 anni viene eletta capolega alla Camera del Lavoro di Ceglie Messapica in cui inizia la sua battaglia per la rappresentanza del lavoro e la difesa dei diritti delle persone. In Cgil ricopre diverse funzioni: coordinatrice regionale delle donne della Federbraccianti in Puglia, poi segretaria generale provinciale della Flai (agroindustria) Cgil di Lecce, poi ancora come segretaria generale della Filtea Cgil (tessile-abbigliamento) di Lecce e infine dall’8 settembre 2000 diventa componente della segreteria nazionale della Filtea con delega alle politiche per il Mezzogiorno, alle politiche industriali, al mercato del lavoro, al contoterzismo e alla formazione professionale.
Nel 2006 si candida alle elezioni della Camera dei Deputati con i Democratici di Sinistra. Una volta eletta, assume l’incarico di componente della XI Commissione Lavoro.
A nome dell’intera Commissione nel 2010 presenta il documento conclusivo, approvato all’unanimità, dell’indagine conoscitiva da lei proposta su “Taluni fenomeni distorsivi del mercato del lavoro” (lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera). Per il Gruppo del Partito Democratico nel 2012 relaziona sulla reintroduzione della Legge per le dimissioni in bianco e pronuncia la dichiarazione finale di voto alla Camera sulla Legge di riforma del lavoro. Il 28 febbraio 2014 viene nominata sottosegretario di Stato al Lavoro nel Governo Renzi. Il 7 marzo 2016 diventa viceministro al Ministero dello Sviluppo economico, incarico mantenuto anche nel governo Gentiloni. E’ stata nominata da Maurizio Martina Responsabile Mezzogiorno in segreteria, dal 13 luglio al 17 novembre 2018.

AFFARI EUROPEI: Enzo Amendola (Pd)

Enzo Amendola è nato a Napoli il 22 dicembre del 1973. Al governo arriva come ministro per gli Affari Ue. E’ componente della segreteria del Pd, dove è responsabile Esteri. E’ stato eletto deputato, con il Pd, nella scorsa legislatura, nella quale ha anche ricoperto l’incarico di sottosegretario agli Esteri con i governi Renzi e Gentiloni. Amendola proviene dalla Sinistra giovanile dove, nel 1998, ha ricoperto l’incarico di responsabile Esteri. Con i Ds è stato componente della segreteria nazionale e poi segretario regionale del Pd in Campania, ruolo che ha ricoperto fino al 2014. Nel Pd è entrato in segreteria nazioanale nel 2009, come coordinatore dei segretari regionali, con Guglielmo Epifani segretario. Amendola è rimasto in segreteria anche con Matteo Renzi, sempre responsabile Esteri, nell’ultima segreteria guidata dall’ex premier.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: Fabiana Dadone (M5s)

Classe 1984, nata a Cuneo, è laureata in giurisprudenza. E’ tornata nel 2018 in Parlamento con il M5s per la seconda volta, restando componente della I Commissione (Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni), della Giunta per le Elezioni e il 6 luglio del Comitato per la Legislazione della Camera dei deputati dove le viene assegnata la Presidenza. E’ stata la prima firmataria di una proposta di legge con disposizioni in materia di conflitti di interessi, ineleggibilità e incompatibilità dei parlamentari. Il 25 giugno 2019, dopo essere stata scelta dal capo politico Luigi Di Maio del Movimento 5 stelle, è stata votata dalla base degli iscritti per divenire Probiviro. Sì tratta di un collegio di 3 persone stimate incaricato di esprimere pareri autorevoli e di risolvere divergenze all’interno del Movimento 5 stelle.

MEZZOGIORNO: Giuseppe Provenzano (Pd)

Il ministero del Mezzogiorno è stato affidato a Giuseppe “Peppe” Provenzano, attuale direttore della Associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez). Laureato e addottorato a Pisa come allievo della Scuola Superiore Sant’Anna, ha collaborato con diverse testate (dall’Unità a Il Riformista) e si è dedicato alla politica fra le file del Pd. Dopo le primarie del 2019 entra nella direzione nazionale del Partito, accedendo alla Segreteria Nazionale come responsabile delle politiche del lavoro.

AFFARI REGIONALI: Francesco Boccia (Pd)

Nunzia Catalfo diventa ministro del Lavoro nel Conte II. Nata a Catania nel 1967, è stata eletta Senatrice con il Movimento 5 Stelle nel 2013 e nel 2018. Dal giugno 2018 è presidente della 11esima Commissione.

ISTRUZIONE E UNIVERSITÀ: Lorenzo Fioramonti (M5s)

Salto in avanti di Lorenzo Fioramonti, “promosso” a ministro dell’Istruzione dopo aver ricoperto la carica di vice nel primo governo Conte. Laureato in Storia del pensiero economico a Tor Vergata e addottorato all’Università di Siena, Fioramonti ha poi intrapreso la carriera accademica. È attualmente in aspettativa dal ruolo di professore ordinario di Economia Politica all’Università di Pretoria (Sudafrica).

BENI CULTURALI: Dario Franceschini (Pd)

Nato a Ferrara nel 1960, dal 22 dicembre 1999 all’11 giugno 2001 è stato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nei governi D’Alema II, Amato II; dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 è stato ministro per i Rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell’attività di governo nel governo Letta, infine dal 22 febbraio 2014 al 1º giugno 2018 ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo prima nel governo Renzi e poi riconfermato in carica nel governo Gentiloni. Tra i fondatori della Margherita, nel luglio 2001 è entrato a far parte del Comitato Costituente del partito, del quale è diventato coordinatore dell’esecutivo nazionale. È stato vicesegretario e segretario nazionale del Pd (dal febbraio al novembre 2009), primo presidente del gruppo dell’Ulivo alla Camera dei deputati dal 2006 al 2008 e successivamente presidente del gruppo del Pd dal 17 novembre 2009 al 19 marzo 2013.

SALUTE: Roberto Speranza (Leu)

Roberto Speranza è il nuovo ministro della Salute nella lista proposta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il governo Pd-M5s. Il nome di Speranza è stato scelto a conclusione delle lunghe trattative per gli incarichi di governo tra Conte, il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio e il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Speranza prende il posto di Giulia Grillo, ministra del governo giallo-verde. Si tratta di un ministro in quota Leu.

SPORT: Vincenzo Spadafora (M5s)

Originario della Campania, si trasferì a Roma a 18 anni, per seguire Aldo Farina, presidente e fondatore di Unicef Italia, di cui Spadafora era volontario da anni. Dopo aver passato 7 anni come collaboratore della Presidenza nazionale dell’associazione, ha svolto numerosi incarichi anche, tra il resto, presso la Vice Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero per i Beni e le Attività Culturali, il ministero dell’Agricoltura e la Regione Campania.

Rientrato poi in Unicef, nel 2008 ne venne eletto presidente nazionale: all’epoca aveva 34 anni e divenne il più giovane presidente nella storia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a livello mondiale. Negli anni, è stato rapprensentante di Unicef Italia ai consigli di amministrazione a New York.

Nel 2011 si è poi dimesso dalla presidenza di Unicef Italia, per accettare l’incarico, offertogli dai presidenti di Camera e Senato, di primo presidente dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in Italia. Nel 2016, Luigi Di Maio l’ha voluto nel suo staff. Nel governo gialloverde ha svolto il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega alle Pari opportunità.

Secondo alcuni, Spadafora sarebbe stato uno dei creatori dell’alleanza tra 5 Stelle e Pd, che ha portato al nuovo esecutivo.

Sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Riccardo Fraccaro (M5s)

Tutto cominciò nel 2010 a Trento. E’ lì che Riccardo Fraccaro ha fondato il primo meet up del capoluogo trentino, sua città di adozione, sposando soprattutto la battaglia contro l’inceneritore. Riccardo Fraccaro, 38 anni, fedelissimo di Luigi Di Maio, è uno dei cinque esponenti M5S che resta al governo e dal ministero per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta sale all’importantissima carica di sottosegretario alla presidenza del consiglio. Nato a Montebelluna, in provincia di Treviso, Fraccaro si sposta in Trentino dove si è laureato in giurisprudenza. Sei anni fa l’avventura a Montecitorio, unico deputato M5s eletto in Trentino. Per il Movimento diventa anche portavoce del gruppo e segretario dell’ufficio di presidenza. E’ in questo ruolo che fa sua la battaglia contro gli affitti d’oro degli organi costituzionali.
Fraccaro è il promotore della democrazia diretta, cavallo di battaglia M5S, che a livello legislativo si traduce nell’impegno per cambiare le modalità del referendum prevedendo anche quello propositivo. Da ministro si è battuto in prima fila per il taglio dei vitalizi e dei parlamentari Fraccaro ha sostenuto con forza la legge sul taglio dei parlamentari, cavallo di battaglia del M5s, approvata l’11 luglio al Senato ma rimasta in sospeso a causa dell’apertura della crisi di governo.

 

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