Cannabis nelle Marche. Un’occasione per creare lavoro e sviluppo

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Lunedì 11 novembre evento pubblico ad Ancona. Presente il segretario Della Vedova.

Il coordinatore Marche Mattia Morbidoni: “Persi 5000 posti di lavoro nelle Marche. Presenteremo una proposta di legge regionale per maggiori tutele”

 

 

Nelle Marche il settore della cannabis light ha perso 5000 posti di lavoro in poco tempo. Sulle problematiche di coltivatori ed esercenti e sulle proposte in difesa di queste attività è incentrato l’incontro pubblico dal titolo “Cannabis nelle Marche. Un’occasione per creare lavoro e sviluppo”, organizzato dal Gruppo +Europa Marche e in programma lunedì 11 novembre alle ore 18 ad Ancona, al Grand Hotel Passetto. Interverranno: il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova, il coordinatore del Gruppo +Europa Marche Mattia Morbidoni, il presidente di Copagri Marche Giovanni Bernardini e il presidente di Svim Gianluca Carrabs; porteranno inoltre la loro esperienza coltivatori e titolari dei negozi di cannabis light.

 

“+Europa Marche – sottolinea il coordinatore Mattia Morbidoni – è al fianco di coltivatori e rivenditori che in un contesto economico non facile si sono inventati un lavoro e hanno investito soldi e tempo in una nuova attività, dando vita ad una filiera da 13000 posti di lavoro creati nelle Marche. Questo impegno sarà tra i punti centrali del nostro programma alle elezioni regionali. Nelle Marche c’è una situazione a macchia di leopardo, si va dalla tolleranza zero a situazioni più sfumate. E questo – spiega Morbidoni – a causa di interpretazioni diverse della legge che hanno lasciato gli operatori nell’incertezza: molti hanno chiuso, altri vanno avanti ma senza garanzie. Emma Bonino ha già presentato un disegno di legge per mettere ordine e noi ci faremo promotori di una proposta specifica nelle Marche per porre in sicurezza il settore”.

 

Il boom delle attività legate alla cannabis light è seguito alle legge 242 del 2016 sulla coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa sativa (da non confondere con la cannabis indica, da cui sono derivati l’hashish e la marijuana tuttora illegali). Una recente sentenza della Cassazione ha condannato di fatto alla chiusura i punti vendita, avendo stabilito che è illecita la vendita di infiorescenze secche e essiccate delle varietà di cannabis sativa, con una quantità di THC inferiore allo 0,6% e quindi priva di “effetto drogante”, malgrado ne sia consentita la coltivazione. Una decisione che capovolge una interpretazione della legge 242 pacificamente accettata anche dalle strutture ministeriali.

 

Nel convegno di lunedì si parlerà anche di impiego della cannabis per uso terapeutico e medico. “Anche nella nostra regione – sottolinea Morbidoni – c’è un problema di accesso alle cure: il quantitativo prodotto dallo Stato italiano non è sufficiente e si ricorre all’estero, con problemi che ricadono sui malati sia a livello di aumento di costi che di mancanza di disponibilità. Producendo in loco si garantirebbero maggiori tutele e continuità di trattamento”.

 

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