Shock del mercato auto a marzo – 85.4%

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Secondo i dati pubblicati oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a marzo il mercato italiano dell’auto totalizza 28.326 immatricolazioni, in calo dell’85,4% rispetto allo stesso mese del 2019.
I volumi immatricolati nei primi due mesi del 2020 ammontavano a 318.545 unità, il 7,3% in meno rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2019, mentre nel cumulato gennaiomarzo si registrano 347.193 unità, (-35,5%).
“La filiera automotive si trova oggi di fronte ad una situazione senza precedenti,
nel quadro della crisi economica più pesante dal secondo dopoguerra in cui la pandemia
ci ha scagliato –
afferma Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA.
I numeri del mercato auto a marzo raccontano quindi la gravità e l’eccezionalità di
questo momento, in cui viviamo un doppio shock: sull’offerta, con il blocco degli
stabilimenti produttivi – per l’UE allargata al Regno Unito, ACEA ha stimato per 16
giorni di chiusura una perdita di oltre 1,2 milioni di veicoli, di cui 78.000 in Italia, senza
contare il fortissimo impatto sulla componentistica – e sulla domanda, con l’inibizione
dei consumi dovuta alla chiusura della rete di vendita. Fin da ora, bisogna fare i conti
con le enormi preoccupazioni dei consumatori sull’impatto occupazionale della crisi –
ricordiamo che la sola filiera produttiva automotive conta, in Italia, oltre 270.000
addetti – come mostra il clima di fiducia in ulteriore calo a marzo, dopo la flessione di
febbraio.
E’ quindi del tutto impari il confronto con marzo 2019, quando nonostante un calo di
mercato del 9,6%, dovuto anche alle criticità operative di attuazione del bonus per le
vetture a basse emissioni di CO2, le immatricolazioni avevano superato le 194.000 unità
e la produzione si era attestata sopra le 53.000 autovetture, di cui oltre la metà
destinate ai mercati esteri.
Quello che è più urgente in questo momento –
prosegue Scudieri – è dare un aiuto
concreto alle imprese per superare l’impasse e arrivare preparate alla graduale
riapertura delle attività, strutturando, al contempo, un più ampio piano di rilancio
dell’intero settore – come stanno facendo altri Paesi – per il quale la crisi attuale si
inserisce nel contesto di una già sfidante transizione industriale. Sono immediatamente
necessari interventi a supporto della liquidità, affinché le aziende possano far fronte al
crollo della domanda e del fatturato: tra questi, chiediamo la conversione delle perdite
fiscali in credito d’imposta, l’introduzione di finanziamenti agevolati del capitale
circolante con durata fino a 10 anni e garanzia dello Stato, la sospensione di tutti i
pagamenti per imposte, tasse e contributi previdenziali e assistenziali fino alla fine del
periodo di emergenza e una riduzione dei tempi necessari ad ottenere il rimborso dei
crediti d’imposta. Fondamentale anche sostenere le attività di ricerca, sviluppo e
innovazione, motore della crescita del sistema Paese, incrementando i relativi crediti
d’imposta e prorogandoli fino al 2025, nonché gli investimenti in beni strumentali,
agendo in maniera analoga sul credito d’imposta introdotto dalla legge di bilancio 2020.
Tra i provvedimenti utili ad innescare la ripresa, quando le concessionarie torneranno
ad operare, pensiamo ad un rafforzamento del bonus esistente per le vetture
elettrificate fino a 60 g/km di CO2, con maggiori risorse destinate, e l’inclusione di
un’ulteriore fascia incentivabile per vetture ad alimentazione alternativa fino a 95
g/km di CO2, così da rivolgerlo ad un pubblico più vasto, rendendolo strumento idoneo a
risollevare la domanda già nei prossimi mesi. Per il comparto strategico delle auto
aziendali, inoltre, sarebbe opportuno allineare la tassazione italiana a quella degli altri
Paesi UE, innalzando la detraibilità IVA dal 40% al 100%”.
Secondo l’indagine ISTAT, a marzo l’indice del clima di fiducia dei consumatori
(base 2010=100) è in forte diminuzione, da 110,9 a 101,0. Anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese (Iesi) registra una flessione, passando da 97,8 a 81,7.
In riferimento al clima di fiducia dei consumatori, inoltre, per quanto riguarda i beni
durevoli, tra cui l’automobile, l’indice relativo all’opportunità attuale all’acquisto
risulta in calo rispetto a febbraio (da -49,1 a -85,9).
Secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, a marzo l’indice nazionale dei prezzi al
consumo
registra un aumento dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua (da +0,3% del mese precedente). La decelerazione dell’inflazione è imputabile prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei Servizi (che rallentano la crescita) e dei Beni energetici non regolamentati (che registrano un’inversione di tendenza da +1,2% a -2,7%).

top ten 2020

In quest’ultimo comparto, guardando all’andamento dei prezzi dei carburanti, invertono
la tendenza i prezzi del Gasolio (da +0,5% a -4,9% in termini tendenziali,
-2,9% su base mensile) e della Benzina (da +3,7% a -1,3%, -2,5% il congiunturale),
mentre i prezzi degli Altri carburanti registrano una flessione più marcata (da -2,6% a
-4,3%, +1,7% la variazione congiunturale).
Le marche nazionali, nel complesso, totalizzano nel mese 4.787 immatricolazioni
(-90,1%), con una quota di mercato del 16,9%. Nei primi due mesi del 2020, le
immatricolazioni complessive ammontavano a 82.201 unità (-3,5%), con una quota di
mercato del 25,8%, mentre nel cumulato gennaio-marzo si registrano 87.015 unità
(-35%).
Sono quattro, a marzo, i modelli italiani nella top ten delle vendite, con Fiat
Panda (1.171 unità) ancora in prima posizione, seguita, al quarto posto, da Jeep Renegade (667), che sale di due posizioni, e, al sesto, da Lancia Ypsilon (514). Infine,
all’ottavo posto troviamo Fiat 500X (456).
Il mercato dell’usato totalizza 143.230 trasferimenti di proprietà al lordo delle
minivolture a concessionari a marzo 2020, registrando un calo del 62,3% rispetto a marzo 2019. Nei primi due mesi del 2020, i trasferimenti di proprietà erano 675.388, l’8,8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre a gennaio-marzo si registrano 818.618 unità (-27%).

mercato 2020

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