Porto di Ancona, incendio ex Tubimar, nessun rischio per la salute

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A  quasi sei giorni dall’incendio che ha devastato un’area deputata a stoccaggio nel porto di Ancona  pari a circa 40.000,00 metri (la ex Tubimar) , il sindaco Valeria Mancinelli,  con  il direttore dell’Arpam, il dott Catenacci e il tossicologo Paolini hanno fatto il punto della possibili conseguenze relative alla qualità dell’aria,  dopo la lunga riunione domenicale del Coc (Centro Operativo comunale) che ha preso in esame i risultati delle analisi consegnate dalla agenzia regionale  Arpam.

Il documento consegnato da Arpam e Asur e illustrato ali operatori dell’informazione  è  alla base della nuova ordinanza emessa quindi dall’Amministrazione comunale

(che si allega):

1) Per quanto riguarda il rischio proveniente dall’inalazione di sostanze derivanti dalla combustione, questo è praticamente nullo. L’Arpam ha cercato 140 sostanze, ne ha trovate 40: tutte sono risultate al di sotto della soglia di attenzione e molto al di sotto dei limiti di tossicità. Il dato più rassicurante è quello relativo all’acido cianidrico che come detto giorni fa è nullo in 5 centraline e molto basso nell’area epicentro del rogo. Non è stato trovato amianto. “Non ci sono e non ci sono stati rischi, nei giorni passati- ha ribadito il Sindaco-  derivanti da INALAZIONE di sostanze tossiche”.

 

2) E’ stata trovata una presenza minima di furani e diossina. Non esistendo un parametro di legge per una esposizione di breve durata, si è assunto come limite quello dell’Agenzia Epa (Agenzia di protezione ambientale americana) che fissa la soglia di rischio (in caso di esposizione prolungata) in 42 picogrammi. Il valore rilevato ad Ancona dalle 5 alle 17 del giorno dell’incendio è di 0,6; il giorno dopo i valori sono aumentati fino ad arrivare a un picco di 22 nella centralina del Comune per poi scendere di nuovo fino a 0,4 nei giorni successivi. Gli esperti sostengono che si è sempre rimasti sotto la soglia di attenzione ma che comunque l’esposizione di poche ore non comporta rischi.

3) Per quanto riguarda il rischio legato all’ingestione che può derivare dal deposito di alcuni fumi e scorie (non tutti gli elementi atterrano) nei prodotti vegetali e nella immissione nella catena alimentare, l’Arpam inizierà oggi i rilevamenti in una possibile area di atterraggio, un perimetro delimitato disegnato in base a una modellistica che tiene conto di alcune variabili compresi il vento.

4) Tenendo conto di questa perimetrazione, allegata alla ordinanza che il sindaco ha emesso in via cautelativa, si è stabilito che:  i vegetali a foglia larga e zucchine provenienti dal perimetro individuato non devono essere consumati (come era stato consigliato tempo fa); per quanto riguarda gli alimenti di origine animale la contaminazione potrebbe avvenire in un processo più lungo di bioaccumulo e bisogna fare cautela; divieto di consumo e di pesca di vongole e cozze provenienti da aree indicate (vongole: da Torrette a Mezzavalle, cozze da Passetto al Trave).

Si raccomanda infine di alimentare animali con foraggi e granaglie prodotti prima dell’incendio.

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