Il grido degli imprenditori: “Il contagio non è colpa delle imprese”

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In questa grande situazione di incertezza, le piccole aziende si sono trovate a fronteggiare una serie di problemi organizzativi, economici e di gestione, spesso al di sopra delle loro possibilità. Ma la risposta fino ad oggi è stata straordinaria. I piccoli imprenditori hanno dovuto rivoluzionare il proprio approccio al lavoro, adeguarsi alle normative e alle continue variazioni. Hanno investito in funzionalità, personale, adeguamento delle strutture e attrezzature non preventivate.  Hanno tentato con ogni mezzo e risorsa, economica ma anche fisica e psicologica di rialzarsi o almeno fronteggiare una crisi inimmaginabile, senza precedenti. Lo hanno fatto con tenacia e speranza.

 

Ma al momento quella speranza, insieme alle risorse, alle energie e inevitabilmente alla liquidità e ormai alla forza lavoro, stanno venendo a mancare. “Sempre più aziende si trovano inermi, incapaci di trovare altre soluzioni – dichiara l’imprenditrice Claudia Mencarelli, commerciante e titolare dell’attività “Kaki&Me” – . Non è più possibile in queste condizioni, garantire un flusso di cassa che consenta la normale operatività aziendale, con l’aggravante di una prospettiva difficile sui tempi di recupero.”

 

A pagare le gravi conseguenze economiche che la pandemia porta con sé sono maggiormente le micro-imprese dei settori più colpiti di turismo, commercio, wellness, spettacolo e ristorazione.

 

“CNA ha chiesto al Governo di tenere conto dell’ampiezza dei provvedimenti presi – sottolinea Giacomo Mugianesi, responsabile Commercio CNA Territoriale di Ancona -. Alle 400mila imprese colpite direttamente va aggiunto infatti un indotto di oltre un milione di artigiani, professionisti, partite Iva, imprese che senza sostegno rischia di essere spazzato via. CNA chiede l’incremento molto cospicuo dei contributi a fondo perduto; l’istituzione di un nuovo contributo a fondo perduto per le perdite nei ricavi subite nel periodo aprile-settembre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019; la sospensione dei versamenti delle imposte e dei contributi dovuti fino al 31 dicembre prossimo; la cancellazione del saldo Imu Tasi in scadenza il prossimo 16 dicembre; l’estensione del bonus canoni di locazione fino al termine dell’anno, oltre all’irrinunciabile rifinanziamento immediato della cassa integrazione, a cominciare da quella per i lavoratori iscritti nel Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato.”

 

“Il nuovo crollo dei consumi che si sta registrando, sta stringendo ancora di più un cappio al collo di tante imprese, che dopo essersi attenute alle regole, con diligenza e buon senso, vengono nuovamente penalizzate – conclude Mencarelli – .Viene data loro la responsabilità della diffusione del contagio. A loro e a tutti i lavoratori e cittadini che hanno rinunciato a tanto per tentare di contenerlo. Un lockdown effettivo ma non dichiarato, un clima di tensione e paura in cui ognuno di noi ormai vive, sta aggravando una situazione di crisi che non è solo sanitaria ma anche economica e ormai sociale.”

 

La crisi sanitaria è indiscutibile, la pericolosità e le gravi conseguenze del virus, anche.

Indiscutibile è anche però, ad oggi, il senso di responsabilità delle imprese e di quei cittadini che si sono attenuti alle regole in questo difficilissimo momento per poter arginare o almeno fronteggiare la pandemia. In uno sforzo collettivo enorme.

 

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