Trieste, Porto Vecchio, la riqualificazione è una grande operazione

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Riqualificazione urbanistica del Porto
Vecchio di Trieste da parte del Comune in due anni e mezzo,
mentre la Regione diventa proprietaria dei magazzini 2 e 4 dove
vuole accentrare diverse sue direzioni: è tutta nell’articolo 2
ante della legge di Stabilità 2021 la posta più consistente
approvata dall’Aula e di cui ha parlato l’assessore al
Patrimonio, Sebastiano Callari, consistente in 26 milioni di euro
che la Regione erogherà alla città di Trieste in quote
rispettivamente da 5 mln il prossimo anno, 10 mln nel 2022 e 11
l’anno dopo.

Primo a dirsi contrario all’intervento è stato Francesco Russo
(Pd), che ha parlato di un’operazione la cui ratio non è
comprensibile e di una posizione dell’Autorità di sistema
portuale del mare Adriatico orientale tutta da verificare, mentre
Roberto Cosolini (Pd) gli ha fatto eco dicendo di testo
macchinoso, la cui finalità, ma non da meno il costo complessivo
della riqualificazione, non sono chiari, e Sergio Bolzonello (Pd)
la vede come una mera acquisizione di due capannoni e un regalo
alla città di Trieste senza nessuno sviluppo per la città stessa.

A rispondere è stato il governatore Massimiliano Fedriga, che ha
tacciato gli interventi di rappresentare una posizione
strumentale rispetto a una operazione che parte da una
prospettiva di trovare nuove strutture per la Regione, che
registra la necessità di dover ristrutturare gran parte degli
immobili delle sue direzioni, alcuni addirittura fatiscenti, e al
contempo di unificare uffici che attualmente sono ubicati in
edifici sparsi per la città.

Inoltre, ha aggiunto Fedriga, non si può credere davvero che
un’area non infrastrutturata sarà di attrazione per investitori
esterni. Chi arriverà pagherà degli oneri trovando un’area
infrastrutturata, ecco perché si parla in termini di prestito al
Comune. Si tratta di un’area che si immagina come destinata
all’innovazione e alla formazione, dove il privato investitore
vedrà che è stato il pubblico il primo a crederci.

Da parte dei consiglieri, è collegata all’articolo 12 sulle norme
intersettoriali la principale delle richieste e porta la firma di
Diego Bernardis (Lega) con altri esponenti di Centrodestra. Si
tratta dell’istituzione del Fondo regionale per il pluralismo e
l’innovazione dell’informazione radiotelevisiva locale per il
triennio 2021-23, pari a 840mila euro e finalizzato a sostenere
le emittenti radiofoniche e televisive locali aventi sede legale
e operativa in Friuli Venezia Giulia.

È poi stata portata dall’assessore regionale alle Finanze,
Barbara Zilli, la spesa complessiva di 495mila euro (165mila per
ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023) per l’attuazione del Piano
Sviluppo e Coesione e una lunga serie di variazioni tabellari.

Trova il consenso dell’Aula anche un emendamento di Diego Moretti
(Pd), che assegna un adeguamento di 10mila euro all’anno per il
triennio 2021-23 dei fondi a disposizione dell’Associazione
italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa
(Aiccre) di Udine, andando così a compensare i maggiori oneri per
il costo del personale senza ridurre i fondi a disposizione per
la formazione e i gemellaggi.

Tra le novità, infine, l’inserimento dell’articolo 10 bis nel
disegno di legge 116 collegato alla manovra di bilancio, dedicato
alla materia dei canoni del demanio marittimo e del demanio
idrico regionale, con un intervento dell’assessore Callari con
cui si prorogano le concessioni demaniali al 31 dicembre 2021,
oltre ad affermare che non è dovuto alcun canone qualora il bene
demaniale marittimo statale sia concesso a enti pubblici, anche
economici, per la realizzazione di un’opera pubblica.

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