World Cancer Day – UniTS in prima linea nella lotta contro i tumori

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L’Università di Trieste aderisce alla Giornata Mondiale contro il Cancro (World Cancer Day) che si celebra il 4 febbraio illuminando di blu e arancione, colori ufficiali dell’evento, la facciata monumentale dell’edificio centrale di Piazzale Europa. La ricorrenza è l’occasione per sensibilizzare alla prevenzione e al sostegno della ricerca al fine di combattere una delle malattie più diffuse in tutto il pianeta, con quasi venti milioni di nuove diagnosi e purtroppo quasi 10 milioni di decessi ogni anno nel mondo.
Anche UniTS partecipa alla battaglia per migliorare le prospettive di diagnosi precoce e di cura contro i tumori, grazie all’impegno in prima linea dei suoi docenti e ricercatori sia sul fronte clinico-assistenziale sia nei diversi settori della ricerca. In particolare, nel corso del 2022, quattro progetti che vedono protagonisti Giannino Del Sal, Stefan Schoeftner, Giulio Caravagna e Stefano Sorrentino riceveranno dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro finanziamenti per un totale di oltre 700mila euro. Cifre importanti che collocano l’Università di Trieste, grazie all’eccellenza dei suoi scienziati, tra gli enti più finanziati da AIRC nella nostra Regione.
Giannino Del Sal, professore ordinario di Biologia Applicata al Dipartimento di Scienze della Vita (DSV), da oltre 25 anni conduce con importanti risultati un’intensa attività di ricerca sugli aspetti biologici dei tumori. I suoi studi integrano l’analisi dei meccanismi di soppressione tumorale con lo studio delle vie di segnalazione oncogeniche nelle metastasi e la ricerca più traslazionale dedicata allo sviluppo di nuove strategie e strumenti per la terapia oncologica.
Nell’ambito del progetto sostenuto da AIRC, Del Sal indaga sul ruolo della proteina p53 nelle alterazioni del metabolismo cellulare che caratterizzano i tumori.
Lo studio intrapreso si concentra sui progressivi cambiamenti del metabolismo cellulare che avvengono durante l’evoluzione di un tumore maligno, al fine di comprendere come questi cambiamenti contribuiscano a rendere le cellule tumorali capaci di sfuggire al controllo esercitato dalle cellule sane, di adattarsi alle alterazioni dei tessuti che circondano il tumore e di resistere alle terapie antitumorali.
Il focus è sulle alterazioni prodotte dalle forme mutate della proteina p53 che rappresentano una tra le più frequenti alterazioni nel cancro. Circa il 40% dei tumori infatti contiene mutazioni in questo importante oncosoppressore. Considerando che la stima dell’incidenza del cancro a livello globale, nel 2020, è di circa 19 milioni di nuovi casi ogni anno, questo significa che in circa 7 milioni di questi casi si saranno verificate alterazioni della p53.
Il progetto, dal titolo “The impact of mutant p53 dependent cellular metabolism in cancer”, ha ricevuto per il 2022 un contributo di 285.950 euro, la durata è quinquennale ed è entrato nel suo quarto anno di svolgimento.
Stefan Schoeftner, professore associato di Biologia Molecolare al DSV, è un’eccellenza conquistata dal nostro Paese: nato e formatosi in Austria, dal 2009 svolge attività di ricerca in Italia e dal 2015 è in UniTS. Tra i suoi principali interessi di ricerca c’è l’identificazione dei RNA non codificanti che controllano la stabilità genomica nel cancro umano e contribuiscono alle alterazioni della funzione dei telomeri, piccole porzioni di DNA che si trovano al termine di ogni cromosoma.
Il suo progetto, dal titolo “Boosting RNA:DNA hybrid related genomic instability as novel therapeutic strategy for osteosarcoma”, ha l’obiettivo di individuare nuove strategie terapeutiche per l’osteosarcoma, attraverso lo studio dei processi che alimentano l’instabilità genomica delle cellule tumorali.
In particolare lo studio si concentra su un’anomalia che si riscontra spesso nelle cellule dell’osteosarcoma, vale a dire strutture in cui la doppia elica del DNA si fonde con filamenti di RNA, dando luogo a ibridi DNA-RNA, che contribuiscono all’instabilità genomica del tumore.
Attraverso lo studio dei meccanismi che portano alla formazione di queste strutture, nel progetto si punta a identificare molecole chiave in questo processo che possano essere usate per indurre un livello di instabilità letale per le cellule tumorali. Il progetto di Schoeftner è giunto al terzo anno dei cinque previsti e ha ottenuto un contributo di 125mila euro per il 2022.
È invece un cervello di rientro Giulio Caravagna, informatico e data scientist, che, dopo un quinquennio trascorso nel Regno Unito passando anche per l’Institute for Cancer Research, è approdato nel 2020 come ricercatore al Dipartimento di Matematica e Geoscienze di UniTS. I suoi studi rientrano nei campi della Bioinformatica e della Biologia Computazionale: la scienza dei dati e l’intelligenza artificiale viene applicata agli studi della Genomica dei tumori.
Il suo progetto “Characterising genotype and phenotype clonal evolution of response to therapy with Artificial Intelligence” è stato tra i “My first AIRC Grant”, destinati a ricercatori di meno di 40 anni che ottengono il loro primo finanziamento da parte della Fondazione.
Il progetto prende in esame uno dei problemi principali nel trattamento della malattia oncologica, la possibilità di recidive. La recidiva si può manifestare nello stesso sito in cui si è presentata la malattia primaria ed è spesso dovuta alla sopravvivenza di alcune cellule maligne che hanno resistito al trattamento. A volte le recidive, a confronto con la malattia primaria, sono caratterizzate da particolari marcatori genetici ed epigenetici noti, ossia alterazioni dello stato normale delle molecole che caratterizzano le cellule del paziente. Altre volte non è immediato identificare i meccanismi che portano all’insorgenza della recidiva stessa. In collaborazione con il CRO di Aviano e l’Ospedale San Raffaele, il progetto si focalizza sullo studio delle recidive al trattamento di due tipi di leucemie, quelle mieloidi acute e quelle linfatiche croniche, mediante tecniche di intelligenza artificiale. L’obiettivo è mettere a punto tecnologie computazionali in grado di descrivere le dinamiche delle recidive, al fine di arrivare a prevederne l’insorgenza a partire dalle malattie primarie. Nel 2022 lo studio di Caravagna, giunto al secondo anno, otterrà per il 2022 un contributo di 99.935 euro.
Anche Giovanni Sorrentino, ricercatore di Biologia applicata al DSV, è beneficiario di un finanziamento che consente al sistema Paese di riportare a casa un giovane studioso. Il suo progetto, dal titolo “Role of tissue mechanics in the progression from NASH to liver cancer”, è risultato assegnatario, dal 2021, di un Grant Start-Up quinquennale, per ricercatori che rientrano dall’estero, nel suo caso da Losanna, per avviare il proprio laboratorio di ricerca indipendente in Italia. Nel suo laboratorio, dedicato a Cancer and Stem Cell Biology, persegue l’obiettivo di ricostruire i meccanismi molecolari con cui la steatoepatite non alcolica, una forma severa del cosiddetto “fegato grasso”, progredisce verso il tumore epatico.
Nello studio, in particolare, con un approccio di meccanobiologia, Sorrentino intende verificare se le lesioni strutturali del tessuto epatico e l’aumento della rigidità del fegato correlati alla steatoepatite rappresentino i meccanismi chiave attraverso cui si giunge allo sviluppo del cancro al fegato. Se questa ipotesi fosse confermata, sarebbe possibile pensare ad approcci terapeutici innovativi che, contrastando le vie di segnalazione attivate a valle di questa trasformazione dell’organo, prevengano lo sviluppo del tumore. Giovanni Sorrentino riceve nel 2022 da parte di AIRC un importante sostegno finanziario, 198.761,55 euro, per il proseguimento del suo progetto giunto al secondo anno di attività.
Grazie anche al grande impegno di tanti gruppi di ricerca e degli enti che si adoperano per assicurare il sostegno economico alla ricerca oncologica, il nostro Paese si mantiene al vertice in Europa per numero di guarigioni: oggi 3,6 milioni di cittadini hanno superato una diagnosi di cancro, con un incremento del 36% rispetto a 10 anni fa, e in molti casi sono tornati ad avere un’aspettativa di vita paragonabile a quella di chi non si è mai ammalato.

Per questo partecipiamo alla Giornata Mondiale per la lotta contro il cancro, testimoniando impegno e fiducia nella ricerca, protagonista dei progressi nella diagnosi e nella cura dei tumori.

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