Ance Liguria: sulla Diga di Genova un flop internazionale annunciato

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La più grande infrastruttura inserita nel PNRR, un’opera mai tentata al mondo e al tempo stesso la chiave per il rilancio del porto di Genova e del sistema logistico Italia. Tutto in fumo?

Ance Liguria oggi scende in campo con un lapidario e non certo soddisfatto “Lo avevamo detto”.

Il Presidente nazionale Ance, Federica Brancaccio, e il Presidente dell’Associazione genovese, Giulio Musso, nella recente assemblea di Assagenti, avevano formalmente e pubblicamente invitato l’Autorità di sistema portuale a fermarsi prima che fosse troppo tardi e a valutare con attenzione il progetto della diga, a rischio tecnicamente, finanziariamente e operativamente.

“La rinuncia delle due cordate di imprese che avrebbero dovuto partecipare alla gara per realizzare la più grande opera pubblica degli ultimi trent’anni, per un valore di oltre un miliardo – afferma Emanuele Ferraloro, Presidente di Ance Liguria – al di là dell’effetto devastante sulla credibilità anche internazionale di Genova e del suo porto, allunga ombre sulla fattibilità di gran parte delle opere inserite nel PNRR e sulla capacità dei soggetti pubblici di mettere a punto progetti tecnici credibili e affidabili”.

“Non ci fa certo piacere aver lanciato per tempo tutti gli alert possibili, aver dovuto registrare le rituali e un po’ infastidite rassicurazioni dell’Autorità di sistema portuale, nonché le esultanze della politica per l’avvio della gara – prosegue Ferraloro –, ma il caso diga rischia di provocare un’onda d’urto devastante, con effetti drammatici sulla credibilità del sistema Italia”.

“È possibile – afferma il Presidente di Ance Liguria – che solo la nostra Associazione si sia esposta pubblicamente per denunciare questo pericolo? È possibile che un’opera da oltre un miliardo venga gestita così, ci si è mai posti il problema dell’adeguatezza delle strutture tecniche alle dimensioni e all’impegno di una sfida di questa magnitudo? Quando passerà la sbornia da PNRR e si cercheranno, con pragmatismo, soluzioni ai reali problemi del sistema pubblico italiano? Quando si prenderà coscienza dell’unico vero problema italiano: la traduzione in fatti dei proclami, la trasformazione delle carte in opere?”.

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