Quella di Wartsila è una scelta di
carattere politico e non industriale che arreca un grave danno a
un settore strategico per il nostro sistema Paese: una decisione
unilaterale, resa ancor più grave e inaccettabile dall’articolato
elenco di contributi e garanzie nazionali e regionali di cui
l’azienda ha beneficiato negli anni.
Questo in sintesi il contenuto dell’intervento del governatore
del Friuli Venezia Giulia al tavolo convocato dal Ministero dello
Sviluppo Economico in merito alla crisi innescata dalla
multinazionale finlandese.
Proprio in relazione al futuro dello stabilimento di Bagnoli
della Rosandra, il governatore ha ribadito che l’unica condizione
per poter avviare un dialogo con l’azienda è l’immediato ritiro
della procedura di licenziamento dei 450 addetti alla produzione.
La Regione interesserà infine, ha assicurato il governatore, il
Comitato delle Regioni e tutte le istituzioni nazionali ed
europee, per denunciare l’atteggiamento predatorio di soggetti
privati che, dopo aver usufruito di decine di milioni di euro
pubblici, optano per una deindustrializzazione del territorio
italiano determinando pesantissime ricadute sul piano economico,
occupazionale e sociale.
Concetti, quelli espressi dal governatore, ribaditi con forza
anche dall’assessore regionale al Lavoro, che ha inoltre
garantito il massimo impegno della Regione per vigilare affinché
la procedura avviata dall’azienda non venga utilizzata per
sottoporre i lavoratori, le loro rappresentanze e le istituzioni
a inaccettabili pressioni.