L’inquinamento che grava sui mari e gli oceani di tutto il mondo non è più trascurabile. Se l’impegno attuale non verrà moltiplicato, si stima che entro il 2040 circa 30 milioni di tonnellate di plastica finiranno nelle acque ogni anno, più del doppio di quelle attuali. In Italia è stata recentemente approvata in via definitiva la Legge Salvamare, che consente di recuperare rifiuti presenti nelle acque senza commettere reato di trasporto illecito di rifiuti, e che finalmente adegua l’impegno del nostro Paese alle direttive già intraprese in Europa e nei Paesi più colpiti dall’inquinamento plastico. Si tratta di un passo importante che incentiva l’utilizzo di tecnologie per la raccolta di rifiuti anche nei corsi d’acqua, favorendo l’adozione di queste ultime da parte delle Autorità di Bacino e integrando gli interventi in una prospettiva di monitoraggio e recupero di materiale a lungo termine. Per questo motivo, anche River Cleaning ed il suo team continuano a crescere e ad evolversi: l’ultima invenzione del progetto vicentino consiste in una variante del sistema, già brevettato da tempo, composto da boe rotanti che intercettano e spostano i rifiuti galleggianti verso un punto di raccolta sfruttando la forza della corrente. Il nuovo impianto, installato in versione aggiornata V4.22 presso la Roggia Dolfina di Rosà (VI) che aveva già ospitato quello precedente, mantiene tutte le caratteristiche che contraddistinguono River Cleaning e che hanno contribuito al suo grande successo mediatico: un impatto ambientale nullo grazie al solo utilizzo dell’energia del fiume, nessun impedimento al passaggio della fauna acquatica, la possibilità di aprire sezioni dell’impianto per consentire il passaggio dei natanti. Di inedito, invece, ci sono vantaggi non indifferenti tra cui costi di installazione molto ridotti e poche esigenze di manutenzione, grazie alla struttura situata completamente al di fuori dell’acqua. Ultimo, ma decisamente non meno importante, vi è ora la concreta possibilità di sfruttare la rotazione delle boe per generare corrente elettrica ed estrarla facilmente – alimentando quindi le parti automatiche dell’impianto che consentiranno l’autopulizia, l’apertura al passaggio dei natanti o, semplicemente, immettendola nella rete elettrica. Ecco che, quindi, River Cleaning può contare ora su un impianto ottimizzato per piccoli e medi corsi d’acqua. L’obiettivo è diffondere il più possibile un impatto positivo e pratiche virtuose sul territorio per una protezione quanto più completa: rifiuti solidi, inquinanti oleosi e, molto presto, anche specie infestanti come le alghe.
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