Bologna, Camera di Commercio: l’andamento economico delle imprese bolognesi

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Presentati  a palazzo della Mercanzia i dati di andamento economico delle imprese bolognesi

Le imprese manifatturiere bolognesi hanno diminuito nei primi mesi del 2023 i livelli della
produzione di quasi l’1% rispetto all’inizio dell’anno scorso, il fatturato è rimasto stabile (+0,3%), gli ordini formalizzati sono diminuiti del 1.5%. Gli ordini dall’estero sono amentati dell’1%.
Chi ha dato il ritmo sono state le vendite oltre confine aumentate di quasi il 5%.
Si tratta di un quadro che ritroviamo nella metalmeccanica (+0,2% per la produzione, -1,3% gli ordini complessivi, con una domanda estera limitata al +1%) che realizza risultati ampiamente positivi nelle vendite internazionali aumentate del +7,6%. Risultato che consente l’aumento complessivo del fatturato del 2%.
Nelle imprese del packaging il fatturato è diminuito mediamente di oltre il 5%, contrazione dovuta principalmente all’andamento del mercato interno (il fatturato dall’estero è diminuito del -0,9%).
Per il resto i risultati raggiunti sono ampiamente positivi: produzione, +3%, ordini, +1,8%, trainati da quelli esteri aumentati del +12% rispetto a marzo 2022.
Bene le imprese edilizie, con un aumento medio del volume d’affari del +3,2% che sale al +5,7% per le imprese artigianali del settore.
L’andamento complessivo delle imprese manifatturiere artigiane vede una flessione del 3% nella produzione, del -1,1% nel fatturato, del -2,6% negli ordini. Migliori i risultati all’estero con una crescita del +1,6%.
La cooperazione registra un aumento degli ordini del +2,3%, mentre produzione, fatturato e mercati esteri confermano gli stessi risultati di inizio 2022.

Molto bene l’industria alimentare: produzione e fatturato aumentano di oltre il 7%, crescono del +5,2% gli ordinativi, ma soprattutto volano i mercati esteri, con fatturato ed ordini che si avvicinano al +20%.
Buona la crescita del volume d’affari nei servizi, aumentato mediamente del +3%.
Forte crescita per la grande distribuzione che aumenta il volume d’affari di circa l’8%. Bene anche il commercio all’ingrosso, +6%. Minore la crescita del commercio al dettaglio che comunque cresce del +2,9%, con valori positivi sia per quello alimentare +0,6% , che per il non alimentare +1,9%.
Ancora un recupero in doppia cifra (+14,1%) per le attività turistiche, che chiudono il trimestre con tutti segni positivi: +13,3% il volume d’affari delle strutture ricettive, +13,4% quello della ristorazione, boom del +39% per le agenzie di viaggio.

STIME PREVISIONALI
Chiuso un 2022 con una crescita rivista al +4,2%, nel 2023 la crescita dell’economia bolognese si stima decisamente più contenuta al +0,9%. E anche per il 2024 non si andrebbe oltre un +0,8%.
La tendenza provinciale per il 2023 sarebbe caratterizzata dalla tenuta di reddito e consumi entrambi su una crescita del +5,5% – ma frenata dalle incertezze dell’interscambio commerciale, stimato per l’anno in corso non oltre un +1,9%, che farebbe seguito al +1,8% già osservato nel 2022.
Le stime dell’occupazione sembrerebbero in assestamento, limitate dalle difficoltà di incontro tra domanda ed offerta sul mercato del lavoro: +1,5% gli occupati, il tasso di disoccupazione potrebbe scendere al 3,8%.
Si riduce la spinta propulsiva delle costruzioni (+3,6% stimato per l’anno in corso, a fronte del +12,8% del 2022), il rilancio dell’attività industriale bolognese sembrerebbe arrestarsi in un quadro di notevole incertezza sull’evoluzione futura, con un -0,7% stimato per il 2023.
Prospettive ancora positive invece per i servizi (+1,4%), confermata la flessione del settore agricolo (-3,7% per il 2023).

L’EXPORT BOLOGNESE
È di quasi 5,3 miliardi di euro il valore delle esportazioni bolognesi nei primi tre mesi del 2023 secondo le rilevazioni Istat rielaborate dall’Ufficio Statistica della Camera di commercio, con una crescita rispetto allo stesso trimestre del 2022 del +12,9%.
La buona performance delle esportazioni è stata accompagnata da una crescita meno significativa delle importazioni, che si fermano ad un +1,3%, segnale rilevante considerando che la manifattura bolognese opera sulla trasformazione di materie prime e semilavorati. Stabile l’andamento delle importazioni a livello nazionale, in flessione gli acquisti dall’estero emiliano-romagnoli, -2,3%.
Rispetto a fine marzo 2022, in crescita il settore manifatturiero (+12,7%), da cui provengono quasi il 99% delle esportazioni bolognesi: rallentano le vendite di abbigliamento (-6,7%), quasi raddoppiate invece le vendite di prodotti petroliferi.
Oltre la media le vendite estere della meccanica (+21,7%): il comparto dei mezzi di trasporto
segna un +19,6% (accompagnato da un +26,7% delle importazioni), ma sono i macchinari, che
definiscono quasi un terzo delle vendite all’estero bolognesi, a trainare, con un +31,1%, la crescita
del comparto. Crescita leggermente inferiore alla media per computer, apparecchi elettronici e
ottici (+9,2%), metalli e prodotti in metallo (+6,0%) e apparecchi elettrici (+3,4%).
Tra i primi dieci partner delle imprese bolognesi, in aumento oltre la media le vendite negli Stati
Uniti (+25,3%), che si confermano la principale meta di destinazione della manifattura bolognese
oltre confine, a discapito del mercato tedesco, che resta comunque il secondo mercato di
destinazione e cresce di un ulteriore +11,2%; bene le vendite anche in Francia (+5,5%) e nel Regno
Unito (+19,8%).

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Meno attrattivo il mercato asiatico, che perde complessivamente un -10,1% dovuto unicamente
alla flessione dell’Asia Orientale, unica macro-area in rallentamento in questi tre mesi.
In leggera crescita le esportazioni verso la Cina (+5,1%), più che dimezzate le vendite in Giappone,
-57,1%, dove sono progressivamente diminuite le vendite del tabacco, che rappresenta oltre il
70% di quanto esportato dalle imprese bolognesi sul territorio giapponese ad inizio anno.

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