Energia Adiconsum: I+in arrivo aumenti e fine del mercato tutelato

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Mentre si discute su quali saranno le fonti energetiche, da utilizzare nel futuro prossimo, sui consumatori incombe un ulteriore aumento e si avvicina la data della completa liberalizzazione del mercato (10 gennaio 2024)

Tre sono le questioni che in questi ultimi tempi stanno tenendo banco sull’energia: le decisioni del Governo sulle fonti energetiche future; l’ulteriore aumento del costo delle bollette di gas ed elettricità, dopo quello dei carburanti; cosa devono fare i 10 milioni circa di utenti (domestici e PMI) nei pochi mesi che mancano alla completa liberalizzazione del mercato.

Di seguito le proposte.

Sul tema delle fonti energetiche, Adiconsum ritiene che il Paese abbia ancora bisogno di tutte quelle esistenti, per garantire la sicurezza di approvvigionamento e per spalmare i costi sulle diverse tecnologie.

Circa l’ulteriore aumento dei costi dell’energia, accompagnato all’orizzonte dall’imminente completa liberalizzazione del mercato, Adiconsum pone al centro la necessità e l’urgenza di avviare una Campagna comunicativa, da parte delle Associazioni dei Consumatori, riconosciute dal Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (CNCU), presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), per informare i cittadini-consumatori sugli scenari previsti (prima e dopo il 10 gennaio 2024), ma anche per orientarli ad un consumo responsabile, mirato al risparmio e all’efficienza energetica.

Infatti, se si vogliono concretamente abbattere i costi delle bollette per famiglie e imprese, oltre agli interventi da noi richiesti al Governo su oneri, accise e tassazione relativamente alle bollette di gas, elettricità e sui carburanti, è necessario che anche ognuno di noi faccia la propria parte: cambiare i modelli di consumo, orientandoli verso il risparmio; dotarsi di apparecchiature efficienti energeticamente, autoprodursi l’energia nelle varie realtà immobiliari (condomini, case singole, capannoni, opifici, ecc,), utilizzando anche l’opportunità delle comunità energetiche per socializzare produzione e consumo di energia.

Questi interventi si autososterrebbero col risparmio che si otterrebbe ma, addirittura, potrebbero essere realizzati dalle aziende fornitrici dell’energia col recupero spalmato in bolletta.

Ciò è ancor più vero per i così detti “poveri energetici” che, paradossalmente, sono coloro che consumano di più, in quanto non possono permettersi di acquistare apparecchi efficienti. Per cui, si potrebbe fornirgli elettrodomestici di ultima generazione, pompe di calore e altre apparecchiature innovative, nonché verificare la possibilità di dotarli di impianti di autoproduzione di energia rinnovabile, in alternativa al bonus sociale.

Con queste modalità, da un lato si conterrebbero i costi dell’energia, oltre ai benefici di vivibilità abitativa e per la salute delle persone, dall’altro si ridurrebbe il tasso di inquinamento migliorando la sostenibilità ambientale. Inoltre, si darebbe impulso ad investimenti e occupazione nei settori interessati.

 

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