Il costo del gasolio è diventato insostenibile per gli autotrasportatori. Il prezzo alla pompa sfiora ormai i 2€ al litro. Le misure compensative, come il parziale rimborso delle accise per determinate categorie di automezzi, non sono più sufficienti a calmierare una continua emorragia che fa rischiare la chiusura a molte imprese di trasporto.
L’allarme viene da molti autotrasportatori che operano in ambito portuale ma è diffuso in tutto il settore dove registriamo una crescente preoccupazione e rabbia per la lievitazione della principale voce di costo. A ciò si aggiungano in maggiori costi per i pedaggi autostradali (aumentati ad inizio anno) e la crescita di altri costi come le manutenzioni.
Si pensi che un veicolo pesante senza rimorchio percorre circa 3 km con 1 litro. Per un viaggio a/r da Ancona a Milano si percorrono 900 km, per una spesa di solo carburante di circa € 600
A ciò va aggiunta la condizione infrastrutturale locale ben nota dell’uscita dal porto che significa una drastica diminuzione della velocità commerciale (possono impiegarsi 40 minuti per raggiungere la variante) ed un ulteriore aumento dei consumi di carburante.
Oltre alle manovre speculative, incidono in maniera sostanziale sul prezzo alla pompa (circa il 55%) il peso delle accise e dell’IVA. In Italia il peso fiscale sul gasolio è ben oltre la media europea ed è seconda solo all’Olanda. Stupisce il fatto che l’attuale maggioranza di Governo abbia sbandierato in campagna elettorale il taglio o addirittura l’abolizione delle accise!
CNA FITA chiede con determinazione la drastica riduzione delle accise sul gasolio commerciale che porti il peso fiscale al di sotto della media europea. Ricordiamo che oltre l’80% delle merci nel nostro Paese viaggia su gomma e una crisi dell’autotrasporto bloccherebbe la nostra economia.