Festival del Giornalismo Culturale, l’opinione pubblica informata al centro della seconda giornata

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A Urbino prosegue l’11^ edizione della rassegna che sta riscuotendo grande interesse da parte del pubblico

 

Il rapporto tra cultura e informazione, declinabile allo stesso tempo anche come formazione degli operatori dei mezzi di comunicazione. Di questo e di altri temi si è parlato nella seconda giornata dell’11^ edizione del Festival del Giornalismo Culturale di Urbino. Un’edizione che quest’anno ha al centro il tema della lettura. ‘Leggere per *, il futuro del giornalismo nell’era degli schermi’.

La giornata si è aperta nella magica cornice del Sala del Trono di Palazzo Ducale con l’accoglienza affidata alla piccola Orchestra Volponi e con i saluti delle autorità, ovvero Giorgio Calcagnini (Magnifico Rettore dell’Università di Urbino ‘Carlo Bo’) e Luigi Gallo (Direttore della Galleria Nazionale delle Marche),

La scrittrice Rosella Postorino – con la sua lectio magistralis La traiettoria di un destino, intervistata dal Direttore del Festival del Giornalismo Culturale Giorgio Zanchini – ha posto l’attenzione sul piacere della lettura: “Il libro è ciò che somiglia di più alla preghiera. La fruizione di un libro e di un film è più di un gesto di consumo, è un gesto di fede. Quando io leggo sento che c’è una ‘comunità di lettori’ che è anche una comunità valoriale. Soffriamo assieme, piangiamo assieme”, ha affermato la vincitrice del Premio Campiello e inserita nella cinquina del Premio Strega 2023.

La mattinata è proseguita con un panel dedicato ad architettura e fotografia, con gli interventi affidati al direttore dell’Isia di Urbino, Jonathan Pierini e a Michele Smargiassi, autore del blog e della newsletter Fotocrazia assieme al responsabile della comunicazione della Galleria nazionale delle Marche, Stefano Brachetti, all’architetto e critico Luca Molinari e all’artista e poeta Lamberto Pignotti.

Smargiassi ha evidenziato come “La memoria non conserva il tempo”. Citando il saggista e critico francese Roland Barthes ha anche detto: “La fotografia fa apparire nel presente un tempo passato. E un desiderio, non una memoria”. Brachetti ha posto l’attenzione sul concetto di spazio che “non è solo qualcosa che possiede tre dimensioni, ma contiene l’azione, ha significato simbolico e funzione di evocazione”.

Festival del Giornalismo Culturale è sinonimo anche di premi riservati ai giovani giornalisti. La giuria composta da Roberta Bartoletti, Marica Bruno, Piero Dorfles, Roberto Fiaccarini, Giancarlo Laurenzi, Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini ha assegnato il premio ‘La critica del critico’ a Michela Iaccarino, giovane giornalista Under 40 de Il Fatto Quotidiano.

 Il pomeriggio si è aperto con una riflessione sul giornalismo e la democrazia, per un’opinione pubblica informata grazie agli interventi della direttrice di Qn – Quotidiano nazionale – il Resto del Carlino, e il GiornoAgnese Pini e della giornalista Rai Annalisa Bruchi. Notevole interesse da parte del pubblico anche per la lectio magistralis a cura del professore di Relazioni Internazionali alla facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano, Vittorio Emanuele Parsi.

Bruchi ha posto l’accento sulla televisione di oggi che “ha abituato il telespettatore ad un certo linguaggio e ritmo che rende più complicato fare approfondimento e mantenere l’attenzione”. Agnese Pini ha spiegato quanto sia complicato informarsi, e soprattutto, informarsi bene. “Si tratta di un sacrificio; mi preoccupa però che i giovani oggi siano portati a pensare che comunicare sia la stessa cosa di informare”.

Andrea Vianello, volto noto delle trasmissioni RAI e ora Direttore Generale di San Marino RTV, ha detto che “la sfida dell’informazione oggi si gioca sull’autorevolezza: sia di chi parla che di chi trova le fonti”.

Andrea Montanari, direttore di RadioRai3 ha affermato che “la democrazia vive di verità, ma qual è la capacità del discorso pubblico di riflettere i segmenti del mosaico sociale? I soggetti più deboli fanno fatica a entrare nel discorso pubblico, soprattutto i giovani”.

Giorgia Cardinaletti, conduttrice del TG1, si è concentrata sulle nuove generazioni chiedendosi: “Siamo sicuri di aver davvero intercettato le loro tematiche? Magari stando vicino a loro potremmo davvero ascoltarli e raccontare i loro punti di vista”.

Nella sua lectio magistralis, Parsi ha spiegato come “in Italia sia presente una tendenza al conformismo. La democrazia è il sistema più gentile che sia stato mai inventato. Se ci ricordiamo questo non è difficile impegnarsi per far sopravvivere la democrazia” mentre il direttore del CENSIS Massimiliano Valeri ha fornito una fotografia dei dati generali sulle notizie e gli approfondimenti. “La spesa destinata all’acquisto di smartphone nell’ultimo anno ha raggiunto gli 8,6 miliardi di euro. Si è risparmiato su tutto, compresi libri e giornali ma non sugli iPhone. Radio e tv mantengono un primato di credibilità da parte del pubblico che non viene riconosciuto al mondo della Rete e dei social”, ha detto Valeri.

La seconda giornata del Festival si è conclusa con una tavola rotonda con Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche, il responsabile della sezione arte-architettura de la Lettura, il supplemento culturale del Corriere della SeraStefano Bucci, l’archeologa Rosanna Cappelli, e il conservatore di arte antica, Yuri Primarosa.

 

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