Studiosi in zone di conflitto: UniTS protagonista con la Rete SAR

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L’Università di Trieste ha ospitato nei giorni scorsi la riunione del Direttivo e l’Assemblea Generale della Rete SAR Italia. La Rete internazionale Scholars at Risk (SAR), che riunisce Università di tutto il mondo, ha lo scopo di tutelare i diritti fondamentali di studenti e studiosi “a rischio”, di garantirne la partecipazione alla vita universitaria, di promuovere la libertà accademica e di proteggerli in Paesi dove la loro attività è severamente compromessa.

L’Università di Trieste ha contribuito fortemente alla creazione della sezione italiana di SAR ed ha curato i contenuti e la stesura finale del Vademecum sull’Accoglienza, strumento rivolto alle Università italiane per fornire le indicazioni di base legate all’arrivo degli studiosi a rischio, sia in termini di opportunità internazionali, di procedure amministrative per ottenere visti, permessi di soggiorno e assicurazioni, sia per l’attività di mentoring, strategica per l’integrazione degli studiosi nelle comunità accademiche.

Il passaggio di consegne dal precedente Direttivo, rimasto in carica 4 anni e del quale l’Università di Trieste è stata componente attivo, si è svolto nella sede del Dipartimento di Studi Umanistici di UniTS. L’ultimo atto del Direttivo uscente è stato l’attivazione di un ciclo di quattro seminari rivolto a tutte le Università italiane che si svolgerà tra novembre e dicembre di quest’anno. Si tratta di un percorso di formazione online per diffondere nella comunità universitaria del nostro Paese la conoscenza delle attività e delle strategie di SAR a partire dal Vademecum sull’Accoglienza. Saranno inoltre fornite indicazioni di carattere normativo, organizzativo e di mentoring e sarà promossa l’applicazione delle metodologie e delle procedure più adatte per l’attuazione concreta dell’accoglienza. Agli incontri sui temi che riguardano “La libertà accademica e la protezione di studiosi/e a rischio”, “Mobilità e Procedure di visto in situazioni emergenziali”, “Transizione e Riconoscimento dei titoli di studio” e di “Mentoring e Inclusione” si sono iscritte oltre 500 persone da 40 atenei e dal CNR.

L’Università di Trieste, con referenti la Prof.ssa Roberta Altin e la dott.ssa Carla Savastano, ha avuto un ruolo centrale nella costruzione dei contenuti del percorso, nell’individuazione dei relatori, nella stesura del programma in stretta collaborazione con le Università di Verona e Trento.

Alcuni dati.

Le recenti crisi in Afghanistan e Ucraina hanno portato a un significativo aumento della presenza di studiosi a rischio nelle Università italiane. Tra gennaio 2021 e dicembre 2022 (ultimi dati disponibili) sono state attivate circa 92 posizioni temporanee in 16 Università italiane, in favore di studiosi provenienti da 9 Paesi.

I dati 2021/2022 sugli studiosi a rischio indicano che tramite la rete SAR sono stati ospitati negli Atenei italiani 54 ucraini, 15 afghani, 10 russi, 5 turchi, 3 yemeniti, 2 siriani, 1 etiope, 1 bielorusso, 1 iraniano.

Grazie alla sua partecipazione alla rete SAR, nel periodo 2021/22 l’Università di Trieste ha ospitato una studiosa turca, che ha potuto continuare la sua attività di ricerca sulle migrazioni transnazionali e sugli studi sulle aree di confine conducendo un lavoro di indagine anche nel nostro territorio di confine attraversato dalla rotta balcanica.

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