Aumenta l’export della componentistica automotive italiana

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Nel primo semestre 2023, l’export della filiera dei componenti per autoveicoli cresce dell’11,9% rispetto a gennaio-giugno 2022 e ammonta a 13,3 miliardi di Euro (l’export italiano di tutte le merci registra, invece, un incremento del +4,1%). Nello stesso periodo, si registra anche un incremento delle importazioni della componentistica (+12,5%) per un valore di 10,4 miliardi di Euro. La bilancia commerciale mantiene quindi un saldo positivo di 2,94 miliardi di Euro, con un avanzo di 1,94 miliardi di Euro nel primo trimestre e 1 miliardo nel secondo. Le esportazioni del settore componenti rappresentano circa il 4,2% di tutto l’export italiano (4,2% anche al netto dell’energia), mentre le importazioni valgono il 3,4% (3,5% al netto dell’energia). Sia per l’export che per l’import risultano in rialzo quasi tutti i componenti – nello specifico gomma, suono, motori e parti meccaniche – mentre per quanto riguarda i componenti infotainment, diminuiscono le importazioni ed incrementano le esportazioni. Ricordiamo che il 2022, per la componentistica, si era chiuso con l’export a +7,1%, per un valore di 23,5 miliardi di Euro, e con un saldo positivo della bilancia commerciale di 5,2 miliardi di Euro. “Nella prima metà del 2023, la componentistica realizza una buona performance in termini di export, in continuità con lo scorso anno – commenta Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA. Nel periodo gennaio-giugno 2023, il valore dell’export è risultato in aumento verso tutti i maggiori Paesi dell’area UE+EFTA+UK, ad eccezione di Svizzera (-13%) e Finlandia (-14%). L’indice della produzione della componentistica italiana è invece risultato in lieve calo (-0,8%) rispetto ai primi sei mesi del 2022. Si è trattato di un primo semestre che ha visto protrarsi quasi tutti i fattori di instabilità dell’anno precedente, con il prosieguo della crisi energetica, delle difficoltà di approvvigionamento e dei rincari delle materie prime – pur essendoci lasciati alle spalle il picco e con un lieve miglioramento nelle forniture di microchip – senza contare l’instabilità della situazione internazionale legata al perdurante conflitto in Ucraina, l’inflazione in crescita, l’indebolimento dell’economia tedesca e l’impatto delle strategie di insourcing messe in campo dai principali Costruttori.

Al tempo stesso, sono stati messi alcuni punti fermi nell’evoluzione della normativa europea sul settore, con il nuovo regolamento sulla riduzione delle emissioni di CO2 degli autoveicoli leggeri approvato a marzo – che decreta, di fatto, lo stop alle vendite dei veicoli con motore endotermico al 2035, sebbene ancora con alcuni elementi di incertezza legati all’impiego di e-fuels e biocarburanti. A livello nazionale, come ANFIA abbiamo quindi cercato di definire le priorità di intervento a supporto della componentistica italiana durante la transizione energetica, al fine di salvaguardarne la competitività e di limitare l’impatto economico e sociale di una tale trasformazione. L’accordo che l’associazione ha sottoscritto con il MIMIT ha l’obiettivo di incrementare fino a 1 milione il volume di autoveicoli leggeri prodotti annualmente in Italia al 2030, di sostenere gli investimenti per la riconversione produttiva delle aziende della componentistica nei nuovi domini tecnologici, di mantenere e rafforzare i centri di ricerca ed innovazione in Italia e di dedicare fondi specifici alla riqualificazione del personale e alla creazione di nuove figure professionali. Domani è in programma il primo incontro operativo del Tavolo Sviluppo Automotive al MIMIT e auspichiamo che tutte le parti coinvolte possano trovare un’intesa per organizzare i lavori in modo da rendere raggiungibili gli obiettivi dell’accordo, con il comune intento di preservare il valore della filiera che ANFIA rappresenta”. Il comparto della componentistica nel suo complesso ha chiuso i primi sei mesi del 2023 con un lieve calo, dello 0,8%, dell’indice della fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori (-1,6% nei primi nove mesi dell’anno)1, mentre il fatturato registra una variazione positiva dell’indice, +12,9% (+10,8% nei primi otto mesi), nel contesto di una crescita complessiva dell’8,5% dell’indice della produzione dell’intera filiera automotive (+8,7% nei primi nove mesi). L’export italiano di autoveicoli2, nel primo semestre 2023, vale 14,7 miliardi di Euro, in aumento del 26% rispetto al primo semestre 2022, mentre l’import vale 20,4 miliardi di Euro (+43%). Questo genera un saldo negativo della bilancia commerciale che ammonta a circa 5,7 miliardi di Euro (erano 2,5 miliardi nel primo semestre 2022). Il forte disavanzo commerciale è come sempre determinato dall’elevata quota di penetrazione dei Costruttori esteri nel mercato italiano, a differenza dei mercati di Francia e Germania, dove la penetrazione dei costruttori esteri è di molto inferiore. In ogni caso, i volumi di autoveicoli che transitano in Italia in entrata e in uscita riguardano, ovviamente, non solo quelli di produzione domestica, ma anche quelli relativi ai flussi intra-aziendali di produzione estera e i veicoli reimportati.

La componentistica automotive conta oggi circa 2.200 imprese sul territorio, per un fatturato di 55,9 miliardi di Euro e 166.800 addetti diretti3 (compresi gli operatori del ramo della subfornitura). Inoltre, mentre la bilancia commerciale dell’intero settore automotive italiano ha un saldo negativo, guardando alla sola componentistica il saldo è positivo da oltre 20 anni (6,3 miliardi di Euro la media annua dal 2008 al 2022). Sempre in riferimento al 1° semestre 2023, l’export della componentistica verso i Paesi UE27+UK vale 9,81 miliardi di Euro (+17%) e pesa per il 73,8% di tutto l’export componenti (era 64,8% nel primo semestre 2022), con un avanzo commerciale di 2,33 miliardi di Euro (era 1,97 miliardi nel primo semestre 2022). L’export verso i Paesi extra UE è di 3,48 miliardi di Euro (+2,5%) e produce un saldo positivo di 609,3 milioni di Euro (708,5 milioni nello stesso periodo del 2022). La classifica dell’export per paesi di destinazione vede al 1° posto sempre la Germania, con 2,51 miliardi di Euro (+10,9% la variazione tendenziale) e una quota del 21% sul totale; seguono Francia (11,6% di quota), Spagna (8,2%), Polonia (6,6%), USA (5,8%), UK (5,4%), Turchia (4%), Austria (3,5%), il Brasile (3%) e Messico (2,7%). Le aziende italiane esportano verso il Nord America componenti per un valore di 1,18 miliardi di Euro, in calo del 3,4%, con un saldo attivo di 827 milioni di Euro. Il valore dell’export diminuisce del 12,7% verso gli USA, del 7,3% verso il Canada e aumenta del 26% verso il Messico. Le esportazioni italiane di componenti verso l’area Mercosur valgono 448 milioni di Euro, in aumento del 3,4%, con un saldo positivo per 366 milioni di Euro (era 389 milioni nel primo semestre del 2022).

Diversamente dal quinquennio 2017-2021 e in continuità con il 2022, il primo mercato asiatico di esportazione è il Giappone, che supera la Cina per un valore complessivo di 155 milioni di Euro esportati (+5,6%), con un saldo negativo di 20 milioni. A seguire, la Cina (141,5 milioni di Euro, +1,1%, con un saldo negativo di 669 milioni di Euro), che è anche il quarto Paese di origine delle importazioni italiane (il primo è la Germania). La suddivisione dei componenti in macro-classi vede il comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare, nel primo semestre 2023, il 67,9% del valore dell’export con 9,03 miliardi di Euro (+10,5% rispetto al primo semestre 2022) e un saldo attivo di 3,11 miliardi di Euro. Segue il comparto dei motori – per un valore di 2,12 miliardi di Euro (+2,1%), che pesa per il 16% sul totale esportato della componentistica, con un saldo attivo di 619 milioni di Euro. L’export dei componenti elettrici e affini risulta in aumento del 13,8% rispetto al primo semestre 2022, con un saldo negativo di 340 milioni di Euro, mentre il comparto pneumatici e articoli in gomma per autoveicoli presenta un valore di export pari a 932 milioni di Euro (+7% sul tendenziale) con un saldo negativo di 381 milioni di Euro. Tra tutti i principali prodotti, presentano un saldo positivo significativo le seguenti voci: parti ed accessori destinati al montaggio (+1,01 miliardi di Euro), ponti con differenziale (+675 milioni), motori e parti di motore (+619 milioni), freni (+691 milioni) e pompe (+223 milioni).

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