Il ricordo di Cecilia Battistello nella Community portuale spezzina

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Come Community portuale di La Spezia, abbiamo chiesto a Bruno Dardani, che da giornalista ha conosciuto Cecilia Battistello sin dai primi anni di collaborazione con Angelo Ravano, sin dagli anni di fondazione di Contship Italia e del suo radicamento e poi matrimonio con il porto di La Spezia, di tracciarne un ritratto. Difficile sintetizzare in poche righe l’avventura imprenditoriale e manageriale di questa lady di ferro della logistica. Meglio dipingerne un piccolo acquarello focalizzato sul suo essere…Cecilia Battistello. E la nostra Community portuale sa quanto questo acquarello abbia rappresentato e contato per la Spezia, per il nostro porto e anche per il suo futuro.

 

Sono le quattro del pomeriggio, ora perfetta per un thè o per un buon whisky al malto: ai lati del tavolo nella sede di una delle più prestigiose Conference di armatori sono schierati i paludati rappresentanti di primarie compagnie di navigazione in maggioranza frequentatori abituali della sala da sigaro di Simpson a Londra. Quando entra lei, capelli corvini lunghi sino alla vita, tacco 12 e un tailleur rosa, tutte le tradizioni crollano come un castello di carta. Sembra un episodio marginale della sua vita, quasi intimo, ma Cecilia Battistello è stata esattamente il paradigma di quell’episodio: un ciclone destinato a rivoluzionare ogni abitudine, ogni modo di pensare e ogni forma nel mondo più tradizionale, più maschile e più maschilista, che esistesse e ancora esiste, quello dello shipping.

Sarebbe farle un torto non ricordarla così e limitarsi a pensare alle navi o ai camion dipinti di rosa, che l’avevano trainata anche sulla prima pagina del Times. E sarebbe doppiamente un torto a La Spezia, porto che, prima, insieme con il suo mentore Angelo Ravano, fondatore di Contship Italia, quindi, da sola, ha contribuito in modo determinante a collocare sulle rotte mondiali dei container, decretandone un successo basato sull’efficienza e anche sulla capacità di stupire. È vero: il gruppo inizialmente aveva basi a Ipswich, Felixstowe e in altri porti, ma un fatto è avere basi operative, un altro avere l’anima. E l’anima della creatura di Cecilia Battistello era saldamente radicata sulle banchine del terminal spezzino del quale avrebbe voluto assistere al rilancio e al potenziamento già programmato per i prossimi mesi.

Cecilia Battistello era una leader internazionale della logistica, dei trasporti e della portualità, ma non è un caso che le sue battaglie più cruente le avesse combattute nello scalo ligure, spesso con irruenza, talora con violenza e con quel suo piglio unico di lady di ferro versione shipping.

A La Spezia Cecilia Battistello aveva coltivato rapporti interpersonali importanti, ma a La Spezia aveva mostrato anche il volto di una combattente a oltranza.

Affermava Vinicius de Moraes, grande poeta brasiliano, che “una donna non è donna se non porta con sé un po’ di malinconia”. E negli ultimi anni quella malinconia sembrava aver avvolto anche la donna che teneva stretto il timone del gruppo Contship troppo spesso in quella solitudine che circonda in mare i grandi comandanti.

Per la Community portuale di La Spezia, che circa un anno fa aveva visto scomparire Giorgio Bucchioni, con Cecilia crolla l’altro pilastro sul quale per decenni si era retto l’architrave del porto di La Spezia, chiamato oggi più che mai a compattarsi attorno alla sua Community di operatori che dovranno tenere ferma la barra in acque tutt’altro che tranquille.

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