Ritrovate 5.000 monete che raccontano il Medioevo giuliano

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Venerdì 22 marzo alle 17, il numismatico dell’Università di Trieste Giulio Carraro presenta a Palazzo Gopcevich il volume dedicato al ritrovamento

 

Sarà presentato venerdì 22 marzo alle ore 17 nella sala Bazlen di Palazzo Gopcevich (via Rossini 4) il libro di Giulio Carraro “Dobrila Tat. Il tesoro di Erpelle 1921”, pubblicato da EUT e dedicato al Civico Museo d’Antichità “J. J. Winckelmann”. Alla presentazione del volume interverranno Marzia Vidulli Torlo, conservatrice del Museo “J. J. Winckelmann” e Bruno Callegher, docente di Numismatica e Storia monetaria dell’Università degli Studi di Trieste.

 

Nel 1921 fu rinvenuto a Erpelle, paesino sloveno abitato da agricoltori, un “tesoro” composto da oltre cinquemila monete d’oro e d’argento, tutte del tardo medioevo ma di diversa provenienza. Una scoperta straordinaria che diede testimonianza della vitalità economica di quel periodo storico, caratterizzato da un’intensa produzione monetaria come naturale reazione alle complesse circostanze sociali, politiche ed economiche. Il tesoro di Erpelle scomparve misteriosamente subito dopo la sua scoperta: Giulio Carraro, assegnista di ricerca in Numismatica e Storia monetaria al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste e Visiting Scholar dell’Inventar der Fundmünzen der Schweiz di Berna l’ha riportato alla luce dopo oltre un secolo di oblio.

 

L’insieme delle monete ritrovate non è frutto di un singolo furto ma di una serie di rapine messe in atto da una banda nell’arco di qualche anno” – spiega Giulio Carraro – “si tratta verosimilmente di una “cassa di raccolta” delle refurtive che offre oggi uno spaccato straordinario della vita nelle nostre zone nel 1300. La grande eterogeneità delle valute ritrovate racconta in modo inedito le relazioni mercantili e gli scambi commerciali nell’Europa centrale e orientale del XIV secolo.”

 

Le caratteristiche del tesoro di Erpelle permettono anche un approfondimento degli studi sul fenomeno del banditismo medievale, spesso stimolato non solo dalla cupidigia ma anche dall’istinto di sopravvivenza.

 

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

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