Ultima chance per un piano strutturale della mobilità sostenibile: in gioco il futuro della filiera automotive

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Nonostante la discussione dei giorni scorsi sugli obiettivi al 2035 del “Fit for 55” e sui target di riduzione delle emissioni del settore dei trasporti al 2030 impongano una diffusione rapida della mobilità elettrica e un massiccio rinnovo del parco, negli emendamenti del Governo al disegno di legge di Bilancio è totalmente assente una strategia sul settore automotive, a dispetto delle rassicurazioni annunciate più e più volte nel corso degli ultimi mesi. L’ultimo auspicio è che la volontà governativa sia quella di avallare le proposte del Parlamento sulle misure di sostegno al mercato dell’auto e dei veicoli commerciali leggeri. ANFIA e MOTUS-E lanciano un ultimo accorato appello al Governo, ai segretari di partito delle forze di maggioranza e opposizione e ai membri della Commissione Bilancio del Senato per l’approvazione dell’unica proposta di piano strutturale per la mobilità sostenibile in queste ore all’esame parlamentare, pienamente condivisa dalle imprese della filiera produttiva nazionale e da tutti gli operatori che stanno investendo per lo sviluppo della mobilità elettrica e che riflette la volontà trasversale di diverse forze politiche che avevano già presentato proposte similari. L’assenza di una leva fondamentale per incentivare cittadini e consumatori a compiere scelte sostenibili per la mobilità privata e delle merci mette in seria difficoltà la produzione nazionale di veicoli a bassissime emissioni ed in generale il tessuto industriale nella programmazione degli investimenti a favore della transizione ecologica e porta con sé gravi conseguenze per il mercato. Si prevede che, senza incentivi, la quota di mercato dei veicoli a zero / bassissime emissioni precipiti dal 9,4% raggiunto nel periodo gennaiosettembre 2021 proprio grazie alle misure di sostegno, a circa il 5% nel 2022 (in controtendenza rispetto al trend crescente negli altri principali Paesi europei), interrompendo bruscamente il trend positivo innescato negli ultimi anni, proprio quando al settore è richiesta un’ulteriore accelerazione verso la transizione ecologica. Continua quindi a risultare totalmente incomprensibile la totale assenza di programmazione e di misure adeguate al momento storico ed al peso industriale, economico e sociale di un comparto come l’automotive. A nome di tutte le imprese della filiera industriale, degli imprenditori italiani e dei lavoratori che stanno affrontando la transizione produttiva e dei consumatori a cui viene chiesto di dare il loro contributo sostituendo le auto più inquinanti, chiediamo al Governo e alle forze politiche di approvare la proposta e dare un segnale importante al sistema Paese.

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