Veneto tra tipicità e internazionalizzazione

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Vinitaly, la vetrina italiana e mondiale dell’enologia in programma alla Fiera di Verona dal 6 al 9 aprile prossimi, sarà anche l’occasione per un ulteriore confronto con i grandi vini di territorio che, con le sue particolarità, i loro sapori personali, e le sfumature delle quali sono capaci, contendono a testa alta il mercato planetario ai vini internazionali da monovitigno. In questo scenario, non c’è al mondo un territorio dove il vino abbia radici tanto estese, identitarie, variegate e antiche come il Veneto, del quale vite e vino sono parte integrante della storia, del paesaggio e dell’economia. “Prima regione produttrice di vino nel primo Paese produttore del mondo – sottolinea l’assessore alla internazionalizzazione del Veneto – coltiva con vitigni autoctoni circa tre quarti dei suoi oltre 75 mila ettari di vigneto e questi le consentono di produrre ogni tipologia di vino al massimo livello di qualità. “Senza con questo escludere dai vertici qualitativi i vini da vitigni internazionali, che da noi sono peraltro utilizzati da almeno un secolo e mezzo e più – aggiunge – e che nell’areale Veneto si distinguono per la loro particolarità e in qualche caso per la loro esclusività”.
Dei quasi 9 milioni di ettolitri ottenuti dalla vendemmia del 2013, 4 milioni 218 mila ettolitri sono a Denominazione. Di questi, oltre l’80 per cento sono ottenuti da vitigni autoctoni e originari (Glera, Garganega, Corvina, Corvinone, Rondinella, Durella e via dicendo), in molti casi anche da tecniche autoctone e pressoché ovunque con tecnologie sviluppate da imprese della regione.
“Stiamo parlando di Prosecco e Amarone, di Soave e Valpolicella, di Bardolino e Custoza, di Durello e Raboso – aggiunge l’assessore – tutti vini che hanno uno straordinario riscontro economico anche all’estero, dove esportiamo una quantità di vini e mosti pari a oltre il 60 per cento della produzione per un valore che lo scorso anno ha sfiorato 1,6 miliardi di euro. Ed è una produzione variegata, in grado di soddisfare ogni esigenza e di abbinarsi ad ogni cibo: solo il Veneto produce in qualità e quantità vini bianchi giovani o di grande temperamento; vini rossi beverini o da lungo invecchiamento, vini rosati, vini spumanti metodo tradizionale o charmat, vini frizzanti, vini dolci, vini passiti. E a questi aggiungiamo la grappa, il distillato italiano per eccellenza del quale siamo i maggiori produttori con oltre il 37 per cento del totale e che completa la filiera enologica regionale”.
Eccolo qui, dunque, il caso Veneto, che nel suo piccolo, ma non troppo, tiene testa nei cinque continenti alle produzioni mondializzate, produce reddito per i produttori, crea immagine alla regione e all’Italia. “Perché i nostri grandi vini hanno tutti un’anima identitaria – conclude l’assessore – profondamente radicata nel territorio e nella storia proprio a partire dai vitigni originari dai quali si ottiene l’uva per realizzarli. Invito tutti a degustarli nei padiglioni 4 e 5 del Vinitaly, riconoscibili dai “Calici divini”, e nello stand regionale, Spazi D4 E4 del Padiglione 4, con prenotazioni anche in face book”.

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