Un sistema portuale dell’alto Adriatico

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L’accordo fra i porti di Venezia, Trieste, Ravenna e Koper si fonda su tre punti chiave per lo sviluppo dei traffici, ma comprende anche articoli riguardanti la tutela dell’ambiente,il potenziamento del turismo e dei sistemi di safety e security. In particolare le Autorità portuali puntano all’armonizzazione di politiche e attività comuni; al potenziamento delle connessioni dei principali assi ferroviari e i porti; alla creazione di uno “Sportello unico” ovvero di un unico sistema informatico comune che garantisca alti livelli di intermodalità tra gli scali, attraverso una rete di informazioni condivise; allo sviluppo del Corridoio Adriatico – Baltico nei progetti prioritari delle Reti Transeuropee di trasporto.
La proposta del Sistema portuale unico dell’Alto Adriatico è in linea con la politica dell’Unione europea che prevede, per il prossimo futuro, di promuovere la creazione di sistemi portuali interregionali dando nuovo impulso allo sviluppo dell’attività marittima. Per questo motivo l’accordo ha adesso quattro porti firmatari (Venezia, Trieste, Ravenna e Koper) ma è apertissimo al porto di Rijeka (Fiume) non appena la Croazia avrà portato a termine il suo processo di annessione all’Unione europea e ad altri porti italiani come quelli di Monfalcone (Gorizia), Chioggia (Venezia) e Porto Nogaro (Udine).
Per fare il punto della situazione, ma anche per informare una pluralità di soggetti interessati dall’accordo su quanto fatto e su quanto si intende fare, l’International Propeller Club del porto di Ravenna, in collaborazione con la locale Autorità portuale ha organizzato un incontro con le associazioni e le Autorità portuali dei porti che fanno parte dell’accordo dell’alto Adriatico, invito per altro non accolto da Trieste e Koper che non erano presenti e non hanno inviato rappresentanti nella Sala rossa del Palazzo delle Arti e dello Sport “Mauro De André” di Ravenna, dove si è svolto il convvegno, con il coordinamento del moderatore Paolo Li Donni, direttore ed editore della Editoriale Trasporti di Roma, editrice del settimanale “Il Corriere dei Trasporti” e del mensile “POLO – Porti & Logistica”. In apertura il vicesindaco di Ravenna, Giannantonio Mingozzi, ha portato il saluto della città, prendendo la parola anche a nome degli altri Comuni delle città coinvolte dall’accordo.
“Quella dei porti – ha detto – è una comunità di intenti da trasferire. Nel fare sistema avete inserito un’unione di altro tipo, culturale, ad esempio, turistica, di propensione alla promozione. Ora è strategico cementare le amicizie tra le città ed è utile anche per altri aspetti, perché sarebbe interessante mettere in campo queste strategie anche dal punto di vista imprenditoriale. E’ ovvio che l’unione fa la forza e il Sistema dei porti del nord Adriatico ha migliorato in questo modo la capacità di fare pressione per ottenere l’infrastrutturazione necessaria”.
Il primo presidente dell’Autorità portuale, delle due presenti, a prendere la parola, è stato quello di Venezia, Paolo Costa che ha presentato una relazione supportata da slides e dati numerici per illustrare con dovizia di particolari l’accordo e il suo potenziale. “Siamo qui a presentare lo stato di avanzamento dell’iniziativa – ha dichiarato – ma il 6 ottobre scorso al Parlamento europeo il commissario portoghese Luis Valente de Oliveira, coordinatore europeo delle autostrade del mare per la Commissione trasporti, ha già citato questo accordo e lo ha fatto anche nel suo rapporto sulle autostrade del mare. Tra qualche giorno, precisamente il 27 ottobre, si terrà a Capodistria un incontro operativo. Ogni scalo è dentro un sistema, un gateway europeo, ma lo sforzo avrà significato solo con il raggiungimento in cinque, sei anni di 5 milioni di TEU (oggi siamo a un milione e mezzo, un milione e seicentomila unità). Solo così avrà un senso, raddoppiando e triplicando l’attività per far funzionare l’accordo. Il mondo sta cambiando rispetto al 2004, anno in cui sono comparti i grandi corridoi europei e le autostrade del mare. I retroterra portuali implicano un collegamento mare – ferrovia ed è necessario andare a pescare una movimentazione di merci secondo l’orientamento del mercato. D’altronde se un tempo per la movimentazione delle merci il mercato si muoveva su tutta un’area intorno alla Germania che io chiamavo “banana blu” dalla forma e dal colore che assumeva nelle cartine, oggi c’è quella che io chiamo “zucca gialla” che è decisamente più grande e cresce a ritmi importanti. Si trova nel cuore dell’Europa dell’est e in più ricade sull’alto Adriatico, per cui va sfruttata! La cattiva notizia, però, è che in Europa i porti adriatici non contano (a parte Trieste che serve mercati internazionali). E’ evidente che accanto all’asse centrale Berlino – Palermo ci si deve organizzare per catturare traffici tra i vari collegamenti. L’Adriatico potenzialmente è il terzo mare russo. Bologna, Verona e Padova sono i tre interporti di riferimento strategico, come zone di interscambio di merci che ricadono tra Venezia e Ravenna. In questo Adriatico, poi, abbiamo un’altra grande rendita: l’interesse dei passeggeri a muoversi in quest’area. Nessuno di noi, porti di questo accordo, da solo può attirare l’attenzione europea che costituisce un’apertura di credito…”.
A Paolo Costa è seguito il collega di Ravenna Giuseppe Parrello che ha sottolineato immediatamente le migliorie previste per il porto canale, non ultimo l’accordo appen siglato per realizzare fasci lungo il canale per 700 metri, liberando la ferrovia verso la città. “Tra ieri sera e stasera – ha sottolineato Parrello, facendo riferimento anche all’incontro sulla modifica della legge 84/94 – abbiamo parlato dei due temi maggiormente strategici per i nostri porti. Di è definito che l’accordo si chiama “Nord Adriatico” ed è una grandissima occasione e la coditio sine qua non per lo sviluppo futuro. Deve essere fatto, pena l’arretrare e il decadere. Rispetto ai porti tirrenici, i numeri sono gli stessi, ci integriamo nel servizio differenziato tra rinfuse liquide, rinfuse solide, prodotti petroliferi, ecc.. Sono le specializzazioni dei porti a fare la differenza: senza differenziazione, le merci andrebbero dove il servizio costa meno. I quattro porti dell’accordo possono convivere tranquillamente e a livello europeo è già considerato uno dei gate di riferimento. Certo non è facile, perché non si tratta solo di porti, ma di un accordo che fa riferimento a strutture di tre regioni italiane di cui una a statuto speciale e uno Stato, speriamo presto anche due! Questo dà qualche problema. L’idea di un sistema unico si è consolidata lentamente, anche se va affermata come concorrenza leale e la crisi che ha investito anche i nostri porti ha spinto tutti a una riflessione più matura, dando una risposta come sistema. Gli scenari stanno cambiando velocemente, con il rischio di un ridimensionamento del Mediterraneo. Anche la pirateria ha cambiato lo scenario. Per cui pensare e operare insieme è quanto mai necessario. Dati inizialmente i temi sui quali lavorare, dal giugno scorso è operativo un gruppo di lavoro permanente. Stiamo lavorando per lo statuto. La promozione sarà un altro banco di prova su cui misurarci e poi il confronto con le best traffic practices”.
Si è soffermato sulle reti TEE il direttore generale dell’assessorato ai Trasporti della Regione Emilia Romagna, Paolo Ferrecchi, ribadendo l’importanza dell’accordo europeo di Bruxelles per il prolungamento fino a Bologna e Ravenna delle reti. “Ora è necessario – ha ribadito – mettere insieme risorse aggiuntive per sviluppare infrastrutture strategiche per il territorio e per il porto di Ravenna e, priorità delle priorità, la Cesena – Mestre. Ci sono 15 milioni di tonnellate di merci l’anno che viaggiano su ferrovia dall’Emilia Romagna, una valenza industriale e del territorio comunque importante. Ma non si può pensare di far crescere poli logistici credendo che possano fare intermodalità”.
E proprio di traffici di merci, ma che passano per i porti, ha parlato Norberto Bezzi, coordinatore della “Consulta dell’Adriatico”, cui partecipano le associazioni cui aderiscono gli agenti marittimi che operano nei porti italiani, sloveni, croati e albanesi.
“In Italia – ha esordito Bezzi – la crisi è stata riconosciuta con ritardo e con ritardo sono state messe in campo le misure per arginarla.
Ora ci sono segnali di ripresa, ma nei porti l’effetto si manifesta in ritardo di 4/6 mesi, ragion per cui la crisi è stata avvertita, in tutta la sua durezza, ad agosto e nessuno può prevedere quando finirà.
Questo è lo scenario in cui prende il via l’Accordo dei porti del nord Adriatico, che sono tra loro complementari.
I dati degli ultimi sei mesi hanno evidenziato consistenti diminuzioni di traffici nei nostri porti: i contenitori a Ravenna sono calati di circa il 10% rispetto all’anno precedente; per contro, le rinfuse hanno registrato una diminuzione di circa il 30/40%. Le aziende virtuose si trovano oggi nella necessità di attingere alle risorse accantonate negli anni passati, nella speranza che queste siano sufficienti a traghettarle oltre la crisi. Il quadro è quindi veramente preoccupante. L’andamento delle merci, dall’agosto scorso, diminuisce di mese in mese.
Può il sistema portuale dell’alto Adriatico aiutare ogni singolo scalo? La Consulta confida nelle Autorità portuali: ma sono queste in grado di dare soluzione alle difficoltà che vengono loro delegate?
Due sono le soluzioni auspicabili: la prima è la riforma della legge 84/94 (alle Autorità portuali debbono essere conferiti “di fatto” gli strumenti per consentire loro di coordinare in modo efficace tutte le attività che nel porto vengono espletate); in tale ottica è auspicabile che le Autorità portuali possano godere di “autonomia finanziaria”. Spetta al Parlamento stabilire, per legge, i criteri di tale “autonomia finanziaria”, ma quel che è certo è che non è accettabile un iter burocratico che condizioni il ritorno del denaro dovuto alle Autorità portuali con un ritardo di anni!
Sempre per legge va definita la composizione del Comitato portuale: non è davvero accettabile che, anche solo in via di ipotesi, venga presa in considerazione la possibilità che nel Comitato Portuale non siano presenti i delegati delle Associazioni che rappresentano da un lato l’armamento e dall’altro la merce; ovvero delle attività che giustificano l’esistenza stessa e la missione dei porti.
La seconda soluzione auspicabile è quella che vengano create le condizioni per una competizione leale.
Come passa questo concetto? Attraverso una condivisa interpretazione delle leggi applicabili da parte degli organi periferici dello Stato, quindi una standardizzazione anche nell’applicazione delle leggi, armonizzando così i modi di lavoro all’interno dei porti. Un porto che interpreti in maniera restrittiva una normativa, di fatto favorisce il porto concorrente dove, nella medesima interpretazione, sono meno restrittivi.
Importante, inoltre, è che i porti siano messi in grado di condividere un “net informatico” per la standardizzazione di tutte le procedure.
Il grosso della partita si gioca nelle rinfuse e le Autorità portuali devono fare un sistema uguale in tutti i porti.
L’ 80% delle merci, è bene ricordarlo, si trasferisce via mare.
Da questo ne consegue che all’ Europa interessano le” vie” attraverso le quali le merci sono trasferite, ponendo particolare attenzione ai problemi ambientali; all’Europa, quindi, interessano le “autostrade del mare”.
Trieste è il porto di riferimento per il traffico Ro-Ro destinato in Turchia, Venezia ha più di una autostrada del mare, Ravenna ha, proprio in questi giorni, affiancato alla linea di cabotaggio nazionale Ravenna –Catania un servizio di linea Ro-Ro che collega Ravenna alla Grecia. Al sud vi sono autostrade del mare che garantiscono molteplici collegamenti giornalieri: fino a otto partenze al giorno da Bari per la Grecia.
Da ultimo, mi auguro che le Autorità portuali coinvolte nel sistema dei porti dell’Alto Adriatico perseguano con convinzione gli obbiettivi che si sono dati, anche se l’assenza di Capo d’Istria e Trieste al tavolo di questo convegno giustifica in me una qualche preoccupazione.
Confido tuttavia nella determinazione dei presidenti Costa e Parrello e riconfermo loro tutta la collaborazione della Consulta degli Agenti marittimi dell’Adriatico.
Colgo l’occasione, infine, per segnalare, con soddisfazione, il progetto, avviato da Ravenna e Venezia, per la condivisione di un programma che consenta di avere a disposizione, per via informatica, tutti i dati necessari per la compilazione e trasmissione dei Manifesti delle Merci in Partenza”.
A nome dell’International Propeller Club è intervenuto il presidente di Venezia Massimo Bernardo, estendendo il concetto di sistema dei porti. “Deve essere esteso a tutto l’Adriatico – ha ribadito – soprattutto in un’ottica di crisi che attanaglia tutta l’economia. Sarebbe bene parlare dell’Adriatico come Mediterraneo orientale e creare un network che comprenda tutti per pesare di più a livello nazionale. Questa crisi ha imposto di rivedere tempi e azioni: realizzare condizioni economiche per la competitività, questo deve essere alla base di un accordo come quello dei porti del nord Adriatico. Ben vengano accordi del genere e nuove proposte, ma con infrastrutture di riferimento.
Ci sono anche priorità da stabilire, ad esempio è determinante l’impegno delle associazioni di categoria che dovrebbero avere maggiore ascolto. Ed è determinante compiere qualche passo in più in ottica di ammodernamento dei servizi in queste categorie. L’invito è alle Autorità portuali presenti, Costa e Parrello, a realizzare un’unica massa critica, imprenditoriale e amministrativa, cioè una nuova cordata con l’obiettivo del bene comune. Certo c’è ancora molto da fare sul fronte marittimo e terrestre, guardando di più in Europa e meno nel piatto del vicino. Sarà questo a rendere i nostri porti gate marittimi di eccellenza”.
A conclusione dell’incontro anche Roberto Perocchio amministratore delegato di “Venezia Terminal Passeggeri SpA” ha portato il suo saluto ai presenti, contribuendo alla discussione con alcuni dati interessanti: “Venezia – ha detto – è il primo home port del Mediterraneo orientale. Ma la logica della sinergia e della collaborazione noi la conosciamo bene: già dal 2003 abbiamo partecipato al Sea Trade di Miami in Florida per la promozione delle crociere con tutti i porti – scalo dell’Adriatico. L’intenzione ora è di lavorare con porto Corsini e portando le crociere anche a Ravenna”.

The dock system of the high Adriatic sea
The Portus plan of 2007 from the European Union has been only “tests general”, an analysis of feasibility of an idea. Verified the possible conditions, the ports of Venice, Trieste, Ravenna and Koper (Capodistria) have signed last 17th April an agreement for the constitution of the “harbour System of the high Adriatic”, agreement that in guaranteeing and sanctioning the collaboration between the four ports underwriters has meant to realize an only one gate for the ships that go back the Adriatic sea to the aim to not only carry their goods and towards northern Italy and Europe center-oriental. An only harbour system, therefore, with four “possible distributions” in the arc north of the Adriatic: a choice that in the intentions would have to improve the efficiency and upgrades them trades them of the area duffle-coat, developing to meantime infrastructures of market access of the Europe new. Common, political activities harmonized, collaboration… are the characteristics that will allow the 4 ports to introduce themselves at the market international An only great port for the moving of goods and passengers that will be active and works them also thanks to the creation (After the signature in April) of one only “Co-modal promotion centre” like from specific indications of the European Union. The agreement between the ports of Venice, Trieste, Ravenna and Koper found on three points key for the development of the traffics, but it comprises also regarding articles the protection of the atmosphere, the power of the tourism and the systems of safety and security. In particular the dock Authorities aim for the harmonization of policies and common activities; the power of the logons of the main railway aces and the ports; to the creation of a “only Shop” that is an only common computer science system that it guarantees high levels of more modalities between the ports, through a network of information shared; to the development of the Adriatic way – Baltic in the priority plans of the Trans European networks of transport. The proposal of only dock System of the High Adriatic is online with politics of the European Union that previews, for next future, to promote the creation of interregional dock systems. For this reason the agreement has now four ports signers (Venice, Trieste, Ravenna and Koper) but the port of Rijeka (river) is opened not hardly the Croatia will have carried to term its process of annexation to the European Union and to other Italian ports as those of Monfalcone (Gorizia), Chioggia (Venice) and Porto Nogaro (Udine).
The International Propeller Club of Ravenna port, in collaboration with the local harbour Authority it has organized a meeting with the associations and the docks Authorities that make part of the agreement of the high Adriatic, invitation for not received other from Trieste and Koper that they were not present and have sent representatives in the red hall of the Palace of Arts and of the Sport “Mauro De André” of Ravenna, where the meeting has placed, with the moderator Paul Them Women, director and publisher of Publishing the Transports of Rome, publisher of the weekly magazine “the Courier of the Transports” and the salary “POLE – Ports & Logistics”. In opening deputy mayor of Ravenna, Giannantonio Mingozzi, has gives some regards to his city, talking also for the other Municipalities of the cities been involved from the agreement. “That of the ports – it has said – is a community of attempts to transfer. In making system you have inserted a union of other type, cultural, tourist, inclination to the promotion. Now it is strategic to reinforce the friendships between the cities. It’s obvious that the union makes the force and System of the ports of the Adriatic north has improved in this way the ability to make pressure in order to obtain the necessary infrastructures”. The first president of the dock Authority, of the two present ones, to take the word, has been that one of Venice, Paolo Costa who has introduced a relation supported from slides and given numerical in order to illustrate the agreement and its it upgrades them. “We are here to introduce the state of advance of the initiative – has declared – but 6 October slid to the European Parliament Portuguese commissioner Being worth Luis de Oliveira, European coordinator of the freeways of the sea for the Commission you transport, has already cited this agreement it has made and it also in its relationship on the freeways of the sea. Between some day, just 27 October, will keep to Capodistria an operating meeting. Every port of call is within a system, an European gateway, but the effort will have only meant with the attainment in five, six years of 5 million TEU (today is to a million and half, one million and 600 thousands unit). Only thus it will have a sense, doubling and tripling the activity in order to make to work the agreement. The world is changing regarding 2004. The hinterland harbour railroad implies a connection sea – and is necessary to go to fish a moving of goods second the guideline of the market”
After Polo Costa the colleague of Ravenna Giuseppe Parrello is followed, he has emphasized immediately the improvements previewed for the port channel, not last the agreement as soon as signed in order to realize it makes us along the channel for 700 meters, freeing the railroad towards the city. “Between yesterday evening and this evening – said Parrello, making reference also to the meeting on the modification of law 84/94 – we have spoken about the two mainly strategic topics for our ports. Of it is defined that the agreement calls “Adriatic North” and is a big occasion here and the “coditio sine qua” not for the future development. It must be made, pain withdrawing and decaying. Regarding the Tyrrhenian docks, the numbers are the same ones, are integrated in the service differentiated between liquid bulk, solid bulk, oil products, etc. They are the specializations of the ports to make the difference: without differentiation, the goods would go where the service costs less”. The general manager of the councillorship to the Transports of the Region Emilia Romagna, Paolo Ferrecchi has stopped itself on nets TEE, confirming the importance of the European agreement of Brussels for the extension till Bologna and Ravenna of the nets. “Now it is necessary to put entirety revives additional in order to develop strategic infrastructures for the territory and the port of Ravenna and, priority of the priorities, the Cesena – Mestre. There are 15 million tons of goods the year that travel on railroad from the Emilia Romagna, an industrial valence and of the important territory however. But it cannot be thought to make to grow logistic poles believing that can make a combination of modality”. And own of traffics of goods, but that they pass for the ports, has spoken Norberto Bezzi, coordinator and in charge of Permanent Consult of the Adriatic of the shipping agents. “In Italy – Bezzi has said – the crisis has been recognized with delay and with delay they have been put in field the measures in order to check it. Now there are marks of resumption, but in the ports the effect of 4/6 months is had behind schedule, for which the crisis its hardness to August has arrived in all and nobody can preview when it will end. This is the scene in which it takes to the way the agreement of the ports of the Adriatic north that they are complementary. The data of last six months have evidenced consisting reduction of traffics and our ports that do not live of TEU but of goods, because the containers (containers) to Ravenna represent less of 10% of the traffics, today perhaps something more, have recorded a lessening of the bulk of 30-40%. The problem that has the companies is that one to succeed to replace in circle revives put from part in the last years. The course of the goods, from last August, diminishes of month in month. Can the system of the ports help every single port of call? The Council finds the answer from dock authorities. But to delegate the dock Authorities for the solution of the troubles… they are in degree? Two are the favourable solutions: before it is the reform of law 84/94 (to the harbour Authorities must be delegated of fact the instruments in order to make so that the ports walk), the definition of the autonomy financial institution of the ports, but not with a return of the money three years after! Moreover, in the harbour Committee the goods does not have straight of word: how is possible all this?
The second favourable solution is that which comes created the conditions for a loyal competition. How passes this concept? Through computer science, finding a net computer science for the standardization of the procedures in all the ports. Necessary also a shared interpretation of the applicable laws from the peripheral organs of the State, therefore a standardization also in the application of a provision, thus harmonizing the ways of job inside of the ports. To be restrictive in the interpretation of a norm, means to favour the others, those which in the same interpretation are less restrictive. On the credit side Europe interests the ways, as the goods do not journey and 80% of the goods, is well to remember it, is moved via sea. The large one of the game is played in the bulk and the harbour Authorities must make an equal system in all the ports. I must say, moreover, that to the enthusiasm it begins them on the agreement, today are worried: I augur myself that to the enunciations it begins them not are changes of route. Trieste is not in Council and it is not represented not even here”. To name of the International Propeller Club the president of Venice Maximum Bernardo is taken part, extending the concept of system of the ports. “He must be extensive to all the Adriatic – he has confirmed – above all in a crisis optical that grips all the economy. He would be well to speak about the Adriatic like the Mediterranean orients them and to create a network that he comprises all in order to weigh more on a national level. This crisis has tax see again times and sets in action: to realize economic conditions for the competitiveness, this must be to the base of an agreement like that one of the ports of the Adriatic north. Very agreements of the sort and proposed new come, but with reference infrastructures. There are also priority to establish, as an example is determining the engagement of the category associations that must have greater listen”.
To conclusion of the meeting also Roberto Perocchio Fleeting general executive manager of “Venice Terminal Spa” it has carried its salute to the present ones, contributing to the argument with some interesting data: “Venice – it has said – is the first one home port of the Mediterranean orients them. But logic of the synergy and the collaboration know we it well: from the 2003 we have already participated to the Sea Trade di Miami in Florida for the promotion of the cruises with all the ports – port of call of the Adriatic. The intention now is to work with Corsini port and carrying the cruises also to Ravenna”.

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