Albania, istituzionalmente stabile

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L’Albania è un Paese ormai istituzionalmente stabile. Ha intrapreso con risultati positivi un processo riformista interno teso ad avvicinare il suo impianto istituzionale, amministrativo e giuridico agli standard occidentali. La crescita del PIL del Paese, da circa un decennio ormai attestata a un ritmo superiore al 6% annuo, a causa della crisi internazionale subirà nel 2009 una contrazione, mantenendosi, tuttavia, secondo le ultime stime del FMI, su livelli compresi tra l’1,5 e il 3%. Nell’economia reale gli effetti sfavorevoli della crisi mondiale si sono manifestati in una consistente riduzione delle rimesse degli emigranti albanesi (ridotte dal 18 al 15% del PIL nazionale), in un evidente rallentamento in quello che resta il settore trainante dell’economia, l’edilizia e in una diminuzione dell’interscambio commerciale con l’estero (le esportazioni nel mese di gennaio 2009 sono diminuite dell’11.6% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni, sempre a gennaio, hanno subito un calo del 10.5%).
L’Albania rimane tuttavia uno dei Paesi più poveri dell’Europa, con una percentuale di popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà ancora significativa (18,5%), sebbene fonti ufficiali albanesi abbiano evidenziato una diminuzione dell’estrema povertà del 3% nel corso del 2008.
Circa il 60% della forza lavoro è impiegato nel settore agricolo che occupa il 20,6% del PIL, a fronte di un 19,9% di manodopera impiegata nell’industria e del 59,5% nei servizi. Durante il secondo trimestre del 2008 quest’ultimo ha registrato un aumento del 32%, superato solo dal settore delle attività commerciali (cresciuto del 35,3%). I progressi compiuti dall’Albania nel settore della governance e nella creazione di un favorevole
business climate sono stati oggetto di apprezzamento da parte di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. Nel 2008 è stato confermato l’alto flusso degli scambi con l’estero, caratterizzato sempre da forti importazioni e da un debole andamento delle esportazioni, il cui tasso di copertura rimane sempre basso (25,6%). L’Italia rappresenta il principale partner commerciale dell’Albania, con una quota di circa il 34% dell’intero commercio estero albanese.
I principali prodotti esportati verso l’Italia sono: abbigliamento e calzature (lavorazioni à façon), materiali per costruzioni, minerali, macchinari e parti di ricambio e manufatti in legno. Nel 2008 c’è stato un aumento (+31%) delle esportazioni di minerali e prodotti energetici, i lavorati in legno sono aumentati del 24%, le lavorazioni a façon tessili e calzaturiere, che rappresentano il 60% del totale export albanese verso l’Italia, solo dell’1,7%. Le importazioni dall’Italia riguardano invece carburanti, prodotti alimentari, macchinari e parti di ricambio, materiali per costruzioni, prodotti chimici e in plastica.

Albania institutionally stable
Albania is by now institutionally stable country. It has undertaken with positive result a stiff inner reformist process to approach its institutional, administrative and legal system to the western standards. The increase of the GDP of the Country, gives second approximately a decade by now attested to a advanced rhythm to annual 6%, because of the international crisis will endure in a 2009 contraction, maintaining itself, however, the last esteem of the FMI, on levels comprised between the 1,5 and 3%. In the real economy the unfavourable effects of the world-wide crisis have been manifested in a consisting reduction of the emigrating remittances of Albanians, in an obvious slowing down in what the pulling ahead field of the economy remains, the building and in a lessening of the import-export trade. Albania is one of the poorest Countries of Europe, the population that lives under of the poverty line is 18.5%, but official Albanians sources have evidenced a lessening of the extreme poverty of 3% last year. The 60% of work force is employed in the agricultural field, while the 19.9% of manpower employed in the industry and of 59.5% in the services.

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