Export vino:solo prendi tre e paghi due?

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Al Vinitaly, tra business, promozione e internazionalizzazione che hanno connotato l’edizione di quest’anno, dopo la crisi mondiale, si propone anche momento d’incontro fondamentale tra operatori e per rilanciare il settore. Particolare attenzione, nell’edizione 2010, è stata riservata all’export, tema centrale di diversi convegni ed eventi all’interno della fiera. Particolarmente interessante è stato il meeting organizzato da Confagricoltura, dal titolo “Vino, prendi tre e paghi due? Si esporta di più, ma si incassa meno: politiche per riacquisire il valore”, importante occasione per parlare del mercato mondiale del vino con relatori di grande levatura.
Nell’analisi dell’andamento del mercato vitivinicolo nel 2009, se in generale le esportazioni di prodotti italiani precipitano (gli ultimi dati ISTAT evidenziano un calo del 20%), il vino made in Italy ha registrato un incremento del 10,2% in volume, a dispetto di un calo in valore del 5,4%. In pratica si è passati da 12,9 a 14,1 milioni di ettolitri per un calo di incassi da 2,61 a 2,46 miliardi di euro.
Si tratta di un risultato decisamente positivo, ma risulta curioso l’andamento apparentemente contrastante delle vendite rispetto a quello dei profitti. Il paradosso è presto svelato: per far fronte alla crisi mondiale, molti produttori hanno ridotto i prezzi (a costo di diminuire il profitto) e qualcuno ha optato anche per la vendita agli imbottigliatori del vino eccedente a peso non confezionato. La vendita di vino sfuso a prezzi di liquidazione è così aumentata del 18% rispetto al 2008, andando a costituire il 33% delle vendite del vino italiano all’estero. L’esportazione del vino, dunque, tiene testa alla crisi e mantiene un ruolo vitale nell’andamento del mercato. La pensa così Angelo Gaja, re degli imprenditori del settore, che interrogato proprio sulle possibili soluzioni per contrastare la crisi, ha dichiarato: ”L’export, che fa un gran bene all’economia del Paese, deve diventare un’ossessione per i produttori di vino che intendono mantenere sane e competitive le proprie aziende”.
Ma la decisione di diminuire i prezzi ha innescato una spirale negativa che non sembra essere prossima ad esaurirsi, ma anzi, in una situazione di notevole rischio, anche per la staticità del mercato interno (secondo Assoenologi si consumano oggi 43 litri pro capite, contro i 45 del 2007 e i 120 degli anni Settanta e la tendenza è sempre più verso la diminuzione) spinge a puntare sui mercati internazionali in cerca di spazi che, in molti casi, sono di sopravvivenza e quindi a prezzi minori.
Secondo le cifre presentate al Vinitaly, complessivamente nel “vigneto Italia” sono stati prodotti, nel 2009, 44,5 milioni di ettolitri di vino, il 10% in meno della media decennale che si è attestata sui 49,5 milioni di ettolitri. Calata sensibilmente, nel nostro Paese, anche la superficie vitata: oggi 648 mila ettari contro i 970 mila del 1990 e il milione e 230 mila del 1980.
Anche i vini rossi e rosati stanno perdendo terreno nei confronti dei bianchi e il rapporto è 45% contro il 55% dei bianchi. In diminuzione le aziende che producono uva e vini (-4,3%) e le cantine in possesso di licenza per imbottigliare il vino (-17%). Stabile la situazione delle DOC e DOCG: nel 2008 erano 357, oggi sono 363 (+2%), in diminuzione le IGT passate da 120 a 119.
La situazione nel suo complesso è stata analizzata attentamente nel corso dell’appuntamento del Vinitaly e il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, tirando le conclusioni del convegno ha proposto un progetto economico per il vino italiano che deve riacquisire il suo valore. “Il valore di un vino – ha detto – deve essere comunicato opportunamente per fare in modo che tutte le sue componenti arrivino al consumatore, non solo il prezzo”.
C’è la necessità di un dialogo costante e coinvolgente tra i produttori e gli acquirenti: solo così si potrà rimettere di nuovo le ali all’Italia del vino.
“Il vino – ha, infatti, spiegato Vecchioni – porta con sé un carico di storia, territoriale, ma anche familiare e di know how viticolo ed enologico, non scindibili dal prodotto. Oggi le aziende vitivinicole sono molto sensibili alla questione ambientale e in numero sempre maggiore cercano di contribuire alla riduzione dei gas serra e monitorare il loro impatto ambientale.
I vitivinicoltori ricercano i metodi per valutare efficacemente l’impronta carbonica e vengono premiati dalla Grande Distribuzione che valorizza i vini di cui è dichiarato il livello di emissioni di CO2. E in termini di salubrità è anche bene ricordare che il vino, se consumato con moderazione, fa bene alla salute, riducendo del 25-30% il tasso di mortalità dovuta a cardiopatie nelle persone di mezza età. Un fatto di cui le campagne in cui si accomuna il consumo di vino con l’abuso di alcol dovrebbero ben tener conto.
Ma il valore di un vino è legato anche alla sua capacità di essere autenticoper questo i prodotti italiani sono favoriti dal nostro patrimonio di vitigni autoctoni, unico e irriproducibile”.

Vinitaly 2010: an edition export marked
The International wine and spirit exhibition of Verona (from 8th to12 th April 2010), is a reaffirmation like point of reference for the Italian and international wine market. An important attention has been reserved to the export, main theme of the different events in the exhibition. Between these we mark the meeting of Confagricoltura “Wine, you can take three and pay two?” We can export more but we cash less: policies to acquire again the value”. In the year 2009 the wine made in Italy has recorded an increment of 10.2% in volume, in spite of a decrease in value of 5.4%. In order to face toward the world-wide crisis, many wine cellars have reduced the prices and various producers have opted for the sale to the bottler of the wine exceeding at weight without packing. The wine sale unpacked at low prices is increased of 18%, and constitute 33% of the Italian wine sold abroad. The export, has show the positive results despite of the crisis and keep on maintain an important function about the market trend.

www.confagricoltura.it

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