Legambiente: trent’anni di buone pratiche

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Legambiente compie trent’anni. A festeggiarla ci sono gli oltre centoquindici mila tra soci e fondatori, le mille sedi sparse sulla penisola, le trenta mila classi che aderiscono ai programmi di formazione assieme ai tre mila giovani che ogni anno partecipano volontari ai campi organizzati dall’associazione. Tre decenni investiti nell’informare sulla salute del pianeta, nella diffusione delle buone pratiche, nella lotta all’inquinamento e all’uso indiscriminato della risorse. Sebbene Legambiente abbia raggiunto importanti traguardi “c’è ancora molto da fare” – sostiene Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente. “Continueremo a parlare di inquinamento delle nostre acque, dell’insalubrità dell’aria, dei cambiamenti climatici dovuti dallo smog e della mala gestione dei rifiuti. Solo focalizzando il problema è possibile cercare delle soluzioni concrete”. Parliamo di rifiuti. Specificatamente del recepimento della direttiva europea 98/2008 CE. Quali sono i punti di forza e i punti di debolezza del decreto legislativo attuativo, ora in esame dalla commissione Ambiente
di Camera e Senato?
“Finalmente ci troviamo di fronte a un quadro legislativo che, seppur in maniera
non completamente esaustiva, regolamenta il ciclo integrato dei rifiuti. Oltre che attuare principi di precauzione,
prevenzione e sostenibilità nella gestione dei rifiuti, stabilisce il 50% di recupero di materiali entro il 2020
per almeno carta, plastica, vetro e metalli. Un passo in avanti per la realizzazione di quel sistema virtuoso di
produzione, analisi, riciclo e smaltimento del rifiuto. Sfortunatamente la bozza di legge attuativa è ancora troppo vaga: traduce la direttiva, ma non la italianizza. Rimangono senza soluzione problemi quali la tracciabilità dei rifiuti
urbani, gli obiettivi del riciclaggio dei rifiuti industriali e, sopratutto, il basso costo di alcune discariche che
comportano in Italia lo strapotere del rifiuto non riciclabile”. Nello specifico…
“Ogni discarica impone un costo di conferimento dei rifiuti solidi, non differenziabili, per tonnellata, che non è stabilito dallo Stato, ma è imposto dal gestore della discarica a seconda della quantità dei rifiuti annuali. La differenza di prezzo tra una discarica e l’altra è tutt’altro che marginale: per esempio, in Veneto il costo medio di conferimento si aggira attorno ai centosettanta euro per tonnellata contro i settanta euro degli impianti del centro-sud. E’ facile immaginare dove si diriga il traffico dei rifiuti con le conseguenti criticità che conosciamo. Per affrontare il problema è necessario rivedere e modificare alcune normative. Il primo passo da fare è uniformare i prezzi delle discariche a livello nazionale in modo da rendere l’interramento dei rifiuti meno conveniente. Allo stesso tempo è necessario modificare il sistema di tassazione, imposto dalla legge del ‘95, che prevede un tetto massimo per l’eco-tassa pari a venticinque euro per tonnellata. Togliendo il tetto e lasciando libertà alle Regioni di imporre un prezzo maggiorato sarà possibile investire il surplus nella corretta gestione dei rifiuti in materia di riuso e riciclaggio”. Con la nuova direttiva nasce anche la figura del broker del rifiuto. Cosa ne pensa? “L’intermediario ha un ruolo importante nella questione dei rifiuti ed è per questo che il suo operato deve essere regolamentato in maniera chiara e decisa. Sfortunatamente proprio su questo punto c’è una falla vistosa nella bozza che liquida, in tre righe, i diritti e i doveri del nuovo broker dei rifiuti. Non ci sono, ad
esempio, indicazioni precise sulle tempistiche relative alle comunicazioni ufficiali dello spostamento dei
rifiuti né una chiara obbligatorietà all’iscrizione al SISTRI, il sistema di controllo della tracciabilità che prevede
l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la regione Campania. In questa maniera si apre la strada a traffici illeciti dei rifiuti, a comportamenti viziosi che potrebbero aggravare ancora di più la situazione”. L’associazione Legambiente, da sempre, è promotrice di campagne
di salvaguardia ambientale e di buone pratiche. Quali sono stati i più importanti risultati ottenuti?

“Gli oltre duemila Comuni “ricicloni” premiati nel 2010, la nascita di un’industria del riciclaggio degli imballaggi
secchi e della frazione organica, da noi promossa a gran voce e la crescita di città, come quella di Salerno che, con una popolazione media di centocinquanta mila abitanti, oggi raggiunge il 70% di raccolta differenziata, una percentuale importante perché si avvicina di molto ai risultati raggiunti dai “virtuosi” Comuni del nord Italia”.

Legambiente: thirty years of good works
Legambiente turns thirty. Three decades employed in the environmental information, in the spread of the good actions and in the fight against pollution. Although Legambiente has caught up important aims "there are still many things to do", Stefano Ciafani declares, scientific national manger of Legambiente.
"We will continue to talk about the problems that plague the Country. In this way it will be possible to try concrete solutions". We talk about wastes. Specifically of the European directive 98/2008 CEE acknowledge…“At last we are in a legislative period that legislates the integrated cycle of the wastes.
Beyond to put into effect precaution principles, prevention and sustainability in the management of the wastes, establishes 50% of recovery of materials within the 2020 for paper, plastic, glass and metals. Unfortunately remain without solution problems about the traceability of the urban wastes, the recycling of the industrial wastes and, above all, the low cost of some rubbish dumps that in Italy creates the superpower of not recyclable waste”. Specifically…“Each rubbish dump imposes a cost of garbage loading wastes, that can’t be divided, and it’s different because depend from rubbish dump. At centre and south the costs are lower compared to the north ones. Here explained the traffic of the wastes about this
directive with the consequent criticalities that
we know. In order to face the problem, the first step to do is to conform the prices of the rubbish dumps on a national level and to remove the maximum level for the eco-tax so that the Regions can impose an increased price and reinvest in the surplus, reutilization and recycling. Which have been the most important results obtained by Legambiente? “Beyond two thousand municipalities" ricicloni" rewarded in 2010, the birth of a recycling industry of dry packing, the organic waste and the growth of city, like Salerno, than, with a medium population of 150 thousand inhabitants, today get 70% of differentiated rubbish".

www.legambiente.it

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