Il Commissario ENEA evidenzia la necessità di risorse qualificate per il programma nucleare italiano

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“In vista del nuovo programma nucleare italiano è necessario identificare per tempo le esigenze di formazione e gli interventi per disporre delle competenze necessarie.” – ha dichiarato l’ing. Giovanni Lelli, Commissario dell’ENEA, aprendo il lavori del convegno “La formazione delle risorse umane nel nuovo programma nucleare”, che si è tenuta oggi all’ENEA – “La carenza di competenze può diventare una criticità per lo sviluppo dei programmi nazionali, nel caso si dovesse determinare uno squilibrio tra domanda e offerta di risorse umane qualificate, dovuta all’aprirsi di nuove opportunità professionali fuori dall’Italia, vista la crescente attenzione verso il nucleare anche di altri Paesi.” “La qualificazione delle risorse è indispensabile per affrontare la sfida tecnologica che un programma nucleare comporta, che è soprattutto una sfida di sistema, perché contribuisce allo sviluppo di conoscenze multidisciplinari e impegna una molteplicità di attori e risorse diversi.” Nel corso del suo intervento il Sottosegretario Giuseppe Pizza ha ricordato l’importanza della collaborazione tra Università ed Enti di Ricerca per l’attuazione di politiche formative efficaci: l’Università che dà le basi conoscitive fondamentali e un organismo di ricerca, come l’ENEA, che mette a disposizione complesse strutture e laboratori per lo studio sperimentale di processi.

Il Sottosegretario Stefano Saglia ha ricordato il contributo che l’ENEA sta già fornendo alla formazione di quadri e tecnici per l’industria nucleare, che deve fornire prodotti di alta qualità ed affidabilità; il Sottosegretario ha anche affermato che i livelli di sicurezza nell’esercizio delle centrali nucleari saranno tanto maggiori quanto più elevato sarà il livello di preparazione degli ingegneri e degli operatori nucleari.

Nel corso del convegno è stato presentato lo studio realizzato dall’ENEA sulle competenze necessarie all’Italia per realizzare il suo piano nucleare. Lo studio anticipa le richieste di risorse umane qualificate che si manifesteranno non solo per esercire la centrale ma anche secondo gli alti standard di qualità e sicurezza specifici del nucleare, per gestire,la fase di progettazione, realizzazione e qualifica della componentistica cui può partecipare l’industria italiana. L’analisi dello spettro di competenze nucleari prende in considerazione tutte le figure professionali, fino a comprendere saldatori o i project managers, figure che possono rivelarsi critiche.

Nel rapporto si evidenzia che, nel corso della lunga moratoria sul nucleare, le università hanno continuato a mantenere i corsi di ingegneria nucleare e anche le attività di ricerca in questo settore sono continuate all’interno dei programmi europei. Ora, però, si richiede un salto di qualità per sostenere l’università e il mondo della ricerca perché l’Italia si metta al passo con gli altri Paesi che hanno il nucleare

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