Seganti, gruppo lavoro per internazionalizzazione imprese

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Con l\’obiettivo di promuovere e sostenere l\’internazionalizzazione integrata del tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia, verrà costituito un gruppo di lavoro che riunirà attorno a un tavolo la direzione regionale delle Attività produttive, Finest, Informest, Unioncamere, Distretti industriali, Confindustria (API inclusa), Artigiani, Terziario (turismo incluso) e le Fiere della regione. La decisione è stata presa dall'assessore regionale alle Attività produttive Federica Seganti su proposta della vicepresidente di Informest Silvia Acerbi e con la piena approvazione dei presidenti camerali di Trieste, Antonio Paoletti, e Pordenone, Giovanni Pavan, in occasione della presentazione al MIB di Trieste del rapporto realizzato da Informest e intitolato appunto ''L'internazionalizzazione delle imprese del Friuli Venezia Giulia''.

''Un lavoro che ha coinvolto 183 aziende (per lo più imprese manifatturiere) ed è nato immaginando che in regione la ripresa sarebbe passata soprattutto attraverso la domanda estera'' ha detto l'assessore, sottolineando come la ricerca di Informest costituisca una prima base per comprendere quali siano le strategie, le propensioni, i mercati di riferimento presenti e possibili delle aziende regionali, in vista di creare le condizioni utili alla loro crescita in un'ottica di esportazione e non di delocalizzazione.

''Un'esigenza evidenziata anche dai partner della Regione sui temi dell'internazionalizzazione e derivante dalla necessità – ha detto l'assessore – di un maggior coordinamento in un momento in cui le risorse di tutti sono più scarse''.

Rilevando il ruolo di Informest nel proporre sullo scenario internazionale il territorio del Friuli Venezia Giulia, Silvia Acerbi ha sottolineato l'importanza di portare attorno a un tavolo gli attori reali dell'internazionalizzazione della regione, un sistema complesso che va messo a regime. ''Questo sondaggio è stato costruito all'insegna della concretezza intervistando aziende che al loro attivo hanno già un'operatività con l'estero – ha detto ancora Acerbi – cercando di far emergere i punti di forza e di debolezza del sistema''.

''Due sono le considerazioni che mi hanno colpito nella valutazione di questi dati – ha spiegato Acerbi – e cioè la significativa concentrazione attuale di queste imprese in area comunitaria (47 per cento) e il loro desiderio di operare nei prossimi anni in Paesi extraeuropei, come Cina e India, oltre al forte utilizzo di servizi di consulenza specialistica (38 per cento), di consulenza e analisi (32 per cento) e di assistenza diretta (20 per cento); inoltre le imprese hanno manifestato un forte desiderio di visibilità, come dimostra il fatto che il 21,6 per cento richieda assistenza alla partecipazione a fiere e rassegne all'estero e il 20,8 assistenza all'elaborazione di business-plan''.

Dal quadro fatto risulta inoltre che il 65,4 per cento delle imprese ha rapporti commerciali con almeno tre Paesi e che l'attività prevalente sui mercati internazionali è l'export (80,3 per cento). È altresì fortissima la correlazione tra innovazione e internazionalizzazione (il 48,5 per cento delle imprese intervistate ha innovato il suo prodotto negli ultimi cinque anni).

''Abbiamo aziende che hanno una buona propensione alla internazionalizzazione e in Friuli Venezia Giulia sono numerosi gli attori che da tempo lavorano al loro fianco'' ha rilevato l'assessore, sottolineando il ruolo di Finest, di Informest e delle Camere di Commercio (queste ultime utilizzate per la loro internazionalizzazione dal 52,2 per cento delle aziende) e spiegando come ''alla richiesta di servizi specialistici relativi a missioni e incoming di operatori economici si associ la componente finanziaria, che riguarda sia la velocità d'accesso al credito che le operazioni bancarie''.

Anche in quest'ottica ''il tavolo di lavoro potrebbe diventare una sorta di comitato di indirizzo strategico che, – ha detto Seganti – una volta l'anno definisca le azioni da mettere in campo in base alle risorse disponibili''. A sua volta Silvia Acerbi ha confermato come gli imprenditori lamentino la carenza di risposte adatte alle loro esigenze, di strumenti specialistici che consentano loro di cogliere le opportunità di mercato e valutare la sostenibilità del loro impegno sui mercati esteri. Infine la vicepresidente di Informest ha suggerito di agevolare l'accesso al credito da parte delle imprese attraverso la valutazione del loro capitale intellettuale.

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