Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, e Maurizio Sacconi, Ministro per le politiche sociali e il lavoro, hanno firmato stamani a Treviso, nella sede di BHR Hotel, il protocollo d’intesa che prevede l’avvio di percorsi formativi in apprendistato (per l’espletamento del diritto dovere di istruzione e formazione, secondo quanto prevede l’articolo 48 del Dls 276/2003) che segnerà una svolta nell’avvio al lavoro dei quindicenni veneti che non proseguono la scuola e che otterranno una qualificazione professionale spendibile sul mercato del lavoro e ben collegata con una formazione culturale di base. L’intesa fa seguito all’analogo accordo firmato nello scorso dicembre tra Regione e parti sociali. “L’accordo di oggi è una grande novità – ha affermato Zaia – perché consentirà ai ragazzi dai quindici anni in su che hanno lasciato la scuola di farsi assumere in un’azienda con un contratto di apprendistato-formazione che li farà lavorare e studiare, constatato che sono 400 le ore previste per le competenze educative di base. Spero che quest’iniziativa abbia la possibilità di intercettarli perché penso con una certa preoccupazione ai quasi 50 mila giovani veneti che non studiano, non lavorano e non partecipano a progetti di formazione. In pratica sono fuori da ogni circuito. Con l’intesa odierna ci sarà un ulteriore incentivo per farli entrare nei processi produttivi del Veneto”. Al proposito il Governatore del Veneto ha riepilogato alcuni dati: nel Veneto ci sono tra i 136-137 mila giovani occupati dai 15 ai 24 anni (30% dei giovani in questione); il 59 % dei giovani 15-24 partecipano a processi di formazione e in numeri assoluti sono pari a 267 mila, e poi i quasi 50 mila di cui si diceva, pari all’11% del totale, che non lavora, non studia, non si forma. “La media italiana è del 17% – ha ricordato Zaia – ma ciò non ci consola. Siamo in una regione in cui ci sono problemi di mercato del lavoro, manifestatisi soprattutto a partire dalla crisi; la disoccupazione è al 5%, la crisi ci ha mangiato 65/70 mila posti di lavoro, i disoccupati sono 130 mila. Dati che ci preoccupano perché senza occupazione non c’è crescita sociale, non c’è progetto di vita”. Dal canto suo il Ministro Sacconi ha sottolineato che “questi percorsi formativi hanno lo scopo di garantire l’occupabilità di giovanissimi tra i 15 e i 18 anni che hanno lasciato precocemente gli studi e che potranno conseguire una qualifica triennale. L’apprendistato di primo livello, prima che un contratto di lavoro, è uno strumento educativo che riconosce il lavoro come parte del processo educativo e rivaluta la dignità del lavoro manuale. Qui si prevedono 400 ore di contenuto educativo a fronte, ad esempio, delle 120 ore previste per l’apprendistato professionalizzante, quello sopra i 18 anni”. Anche l’Assessore regionale alla formazione e al lavoro Elena Donazzan ha rilevato come l’atto d’intesa “risponda a un’esigenza che è sempre stata del nostro territorio, a una cultura sempre presente cioè che ‘in bottega ci si forma’; oggi lo facciamo con lo strumento innovativo di un contratto di apprendistato, secondo la legge Biagi, per quei ragazzi giovanissimi che non studiano, non lavorano e hanno bisogno di ottenere una qualifica magari usando al meglio l’intelligenza delle mani”. Da segnalare che dal 2005 ad oggi gli apprendisti in diritto dovere attualmente assunti nel Veneto sono stati 2589 di cui 1871 maschi e 718 femmine (1390 nell’artigianato, 483 nel commercio turismo e servizi, 473 nell’industria e 243 nell’edilizia. La loro suddivisione provinciale è stata la seguente: 599 a Vicenza, 540 a Treviso, 454 a Padova, 430 a Venezia, 347 a Verona, 158 a Belluno, 61 a Rovigo. Nel solo 2009 il dato è stato di 407 apprendisti che sono scesi nel corso del 2010 a 394, a seguito del periodo di crisi.
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