Seganti, nuove sinergie per internazionalizzare le imprese

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Il Tavolo per l\’internazionalizzazione delle imprese ha iniziato oggi a focalizzare problemi e sbocchi connessi ad un tema essenziale per la ripresa del tessuto economico regionale, individuando da subito due debolezze: alcune sovrapposizioni e \’\’un buco\’\’ nelle azioni di sostegno, come lo ha definito l\’assessore regionale alle Attività produttive Federica Seganti, e cioè \’\’la carenza di agevolazioni e aiuti finanziari per il supporto delle azioni successive alla stipula dei contratti di vendita all\’estero\’\’. ''I lavori avviati oggi proseguiranno con la messa a punto della parte più decisamente finanziaria da parte di Friulia, Finest e Informest – ha confermato l'assessore a conclusione dell'incontro – e ragioneremo sulle esigenze delle aziende a proposito delle azioni da attuare con l'aiuto delle Camere di Commercio, dei Distretti, delle Fiere e della stessa Informest, per capire tra l'altro quali sono i mercati su cui puntare''. Alla riunione, che ha fatto seguito alla presentazione dello studio di Informest sull'internazionalizzazione delle imprese del Friuli Venezia Giulia, ha partecipato una nutrita rappresentanza di attori ed esponenti del sistema, tra cui i presidenti di Unioncamere Antonio Paoletti, e di Abi Friuli Venezia Giulia Maurizio Marson, il vicepresidente di Friulia Giorgio Michelutti, la vicepresidente di Informest Silvia Acerbi, Paolo Perin di Finest, Furio Suggi Liverani del Distretto del Caffè di Trieste in rappresentanza dei Distretti, i rappresentanti di Ures, di Api e molti altri.
''Obiettivo del Tavolo è individuare gli strumenti che soddisfino le esigenze delle imprese per aumentare la loro incisività sui mercati internazionali in un momento in cui la carenza di risorse tocca sia le aziende che le istituzioni pubbliche'' ha detto l'assessore. Federica Seganti ha quindi rilevato che dall'indagine di Informest si comprende come, per affiancare le aziende del Friuli Venezia Giulia che intendono esportare, sia necessario ''aiutarle a capire quali possono essere i mercati di riferimento e come ci si confronta con il mercato estero, individuare le azioni di sistema che siano in grado di offrire i migliori risultati e intercettare il maggior numero di imprese e stabilire il pacchetto finanziario da offrire per sostenerle nell'export dei loro prodotti''.
In questo contesto sono emerse le posizioni di Unioncamere, che ha consegnato un documento con le strategie già poste in atto per favorire l'internazionalizzazione e i relativi suggerimenti in proposito, quella di Friulia, che ha confermato come il suo piano strategico, varato lo scorso 15 febbraio, si ricolleghi a quanto indicato da Informest nel suo studio e proponendosi per un ruolo di coordinamento finanziario, quella di Abi, che ha confermato come le banche siano tendenzialmente propense a investire su progetti ad alto potenziale di riuscita. A sua volta Informest ha invitato a dare massimo risalto, nella valutazione delle aziende, non solo ai meri dati di bilancio ma anche e soprattutto al ''capitale intangibile'' (qualità del prodotto, professionalità del personale, capacità di innovazione e altro) tenuto in sempre maggior considerazione nei Paesi più avanzati. È stato infine rilevato che se l'analisi della gestione del rischio è essenziale, non meno importante è supportare nelle aziende l'uso combinato delle leve dell'internazionalizzazione e dell'innovazione, un dato reso evidente anche dall'inchiesta di Informest che ha evidenziato la fortissima la correlazione tra questi due comparti (il 48,5 per cento delle imprese intervistate sulla loro propensione all'export ha introdotto innovazioni di prodotto).
Tutti hanno dichiarato il proprio apprezzamento per la tempestività con cui è stato indetto il Tavolo di lavoro e sottolineato il ''ruolo fondamentale'' della Regione nello sviluppo delle sinergie avviate e nella ricerca delle soluzioni necessarie a dare risposte concrete a un tessuto economico ''fatto di aziende medie e piccole – ha ricordato l'assessore – che sono perlopiù al di sotto dei 50 dipendenti e tra le quali quelle con meno di 10 dipendenti costituiscono la maggioranza''.

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