La protesta di Confartigianato Trasporti contro tagli e accise arriva fino a Roma

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Deciso dall’UNATRAS il fermo nazionale dell’autotrasporto. Dopo diverse sollecitazioni dei dirigenti locali anche marchigiani a Roma si sono tenuti gli stati generali dell’autotrasporto indetto dall’UNATRAS, la Federazione che raccoglie l’adesione di 70.000 delle 100.000 imprese vettoriali operanti nel settore. Una grande assemblea dei presidenti regionali e provinciali delle Associazioni Confartigianato Trasporti, Fai, Sna Casartigiani e Cna Fita che ha partecipato con propri osservatori. I dirigenti di Confartigianato Trasporti delle Marche, Bilò, Ronconi, Renzi, Calcabrini, Carletti, accompagnati dai componenti la segreteria regionale Gilberto Gasparoni e Giorgio Menichelli hanno partecipato all’incontro presentando la richiesta di indizione di un fermo nazionale del settore sia per il grave comportamento del Governo che non riceve i rappresentanti del settore che per le pesanti ripercussioni derivanti dai contenuti del decreto salva Italia. Proposta accettata: l’UNATRAS ha deliberato il fermo nazionale dell’autotrasporto. Il 2011 è stato l’anno terribile per l’autotrasporto. 400 imprese nella Regione negli ultimi due anni hanno chiuso i battenti. Confartigianato Trasporti delle Marche affermano il presidente ed il segretario regionale Elvio Marzocchi e Gilberto Gasparoni ha ribadito la necessità di un fermo nazionale ed unitario per rimuovere l’immobilismo del Governo sulle problematiche del settore. Confartigianato stigmatizza il continuo aumento delle accise e i crescenti profitti delle compagnie petrolifere, tanto chè i carburanti sono un ulteriore prelievo dalle tasche dei cittadini e degli imprenditori. Aumenti che si aggirano sul 28% per il solo gasolio nel corso del 2011.

Una politica questa del caro carburanti che affossa l’autotrasporto di merci e quanti lavorano con autoveicoli. L’aumento delle accise afferma il presidente di Confartigianato Trasporti Elvio Marzocchi, produce il duplice effetto di compromettere la già precaria situazione finanziaria delle aziende e di aumentare i costi di esercizio che le imprese non riusciranno a ribaltare sul mercato; il cartello dell’industria assicurativa che impone prezzi fortemente aumentati rispetto all’anno precedente e sul quale non è stata presa alcuna iniziativa; la inopportuna e sbagliata posizione dell’antitrust che mira all’abolizione dei costi per la sicurezza; l’aumento delle giornate di divieto di circolazione per i mezzi pesanti; nessuno può ragionevolmente pensare che l’autotrasporto italiano sia in condizione di sostenere il peso di una situazione così drammatica. L’autotrasporto, aggiunge il segretario di Confartigianato Trasporti Gilberto Gasparoni è pronto a fare la sua parte di sacrifici per il Paese ma è necessario che il Governo ci convochi in tempi strettissimi per discutere e trovare le migliori soluzioni nell’interesse generale e del settore del trasporto merci. I 5.500 vettori marchigiani con 13.000 occupati stanno rischiando di chiudere in blocco o di soccombere per la carenza di lavoro e per i costi in continua crescita, che non permettono alle aziende di stare sul mercato e di poter erogare i servizi di trasporto in queste condizioni.

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