Costa Discordia

1983

Parallelismi fra disastri marittimi: l’incompetenza nel settore regna sovrana e il naufragio della Concordia, forse, farà terminare un ciclo Tanti “esperti” hanno fatto di questa vicenda un parallelismo con il disastro del Titanic e, questo, ci può stare, ma non hanno colto alcune finezze che rendono la cosa ancor più interessante.
La prima che mi salta all’occhio è la velocità massima delle navi, 23 nodi, identica, eppure le dimensioni sono profondamente differenti e, ancor più differente è il design del transatlantico. La Concordia ha 11 ponti ed un’altezza di 52 metri, uguale a quelladel Titanic, che aveva, però, solamente 3 ponti. Fermo restando che è indubbia una totale disorganizzazione della manovra di abbandono nave, che non vi sia stato un comportamento degno da parte del comandante e dei sui più stretti collaboratori, diciamo, le cose sono andate bene come sono andate! E si, perché il naufragio è avvenuto in condizioni ambientali che neanche nelle più rosee esercitazioni ci si poteva immaginare. Un mare calmo, ma così calmo che neanche nelle più tipiche cartoline estive lo si può trovare e, da ultimo, a 50 metri dalla costa. Allora cosa non ha funzionato a parte l’incompetenza dell’equipaggio? Sono le dimensioni della nave a non aver funzionato. Il ricorso al gigantismo navale al fine di poter sempre più raggiungere un’efficace rapporto costo/beneficio non ha tenuto conto della totale inadeguatezza dei mezzi di salvataggio. Ripeto, una nave con 11 ponti ha ancora mezzi di salvataggio identici a quelli di cento di anni addietro. Zattere da 150 persone totalmente inutilizzabili quando la nave supera i 20 gradi di inclinazione. Per la cronaca, tutte le navi che affondano si inclinano più di 20 gradi. Nell’ultima grande tragedia marittima italiana, quella dell’Andrea Doria, gran parte dei decessi fu dovuto al fatto che i passeggeri, dopo lo speronamento dello Stockholm, si lanciarono dai ponti sulle scialuppe di legno provocandosi ferite, molto spesso mortali. Da allora, correva l’anno 1956, si pensò di sostituire le scialuppe in legno con i gonfiabili. Mi chiedo perché l’ingegneria navale debba innovarsi, sotto questi aspetti, sempre e solo dopo affondamenti e tragedie, dimostrando un immobilismo innovativo senza pari. Mi chiedo perché i cantieri accettino, sotto esplicita richiesta degli armatori, di costruire navi sempre più grandi, al fine di poterle classificare le più grandi del mondo, con il solo scopo del ritorno di immagine e pubblicitario. Mi chiedo, perché sia stata autorizzata dalle autorità competenti la costruzione di una nave passeggeri con 11 ponti e con sistemi di salvataggio che si rifanno a tecnologie vecchie di secoli. Mi chiedo, infine, se questo naufragio chiuda un ciclo, quello della costruzioni di grandi navi passeggeri e, se queste, potranno più fare i loro viaggi così come oggi li conosciamo in Mediteranneo. A tutti questi quesiti darò risposta nelle prossime edizioni.

Costa Discordia
Many “experts” have compared the disaster of Costa Concordia with that of Titanic, this could be right, but they haven’t seen many thinness. The first thing that I mark it’s the maximum speed of the ships 23
knots, but the sizes are very different as the design of the transatlantic. Doubtless there has not been organization about the actions linked to the abandonment of the ship, it has notbeen a right behaviour for a commander. All in all, they have been lucky because the shipwreck has happened in a good environmental conditions, calm sea and about 50 meters away from the coast. Another import thing to consider has been the insufficient of the safety means. During the last great Italian maritimetragedy, that of Andrea Doria, great part of the deaths involved all the passengers launched from the bridgeson the lifeboats, causing wounds fatal also.I wonder why the shipbuilding engineering must innovate after these tragedies. I wonder why the yards accept, under explicit request of the ship-owners, to construct more and more big ships. I wonder if this shipwreck closes a series, that one of the constructions of gigantic passengers ships. The answer in the next editions.

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