“Oggi il progetto dei dieci corridoi infrastrutturali europei è molto diverso e migliore rispetto al progetto originario, ma arrivarci è stato un lavoro lungo e impegnativo. Quel disegno prevedeva che i maggiori assi transnazionali fossero diretti verso il nord est del continente. Ora il Mediterraneo sta riconquistando dignità nella programmazione infrastrutturale europea”. Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, nel suo intervento al convegno “Il Corridoio baltico-adriatico e lo sviluppo dell’intermodalità nella prospettiva della macroregione adriatico-ionica”. “Aver ricompreso – ha detto – la nostra regione nel corridoio 5 e nella nuova pianificazione europea Comprehensive network e Core netowork, è positivo. Ora il nostro obiettivo è ottenere il prolungamento del corridoio baltico-adriatico fino a Bari. E’ importante affinché anche il fianco sud orientale del continente ritrovi la dovuta attenzione da parte dell’Europa. E’ questo il senso della Macroregione Adriatico Ionica: far sì che vi sia un riequilibrio verso l’area mediterranea del baricentro europeo, oggi eccessivamente spostato verso il versante atlantico baltico. La logica con cui ci siamo rapportati con Unione europea e Governo nazionale, nel rivendicare il prolungamento del corridoio baltico–adriatico fino ad Ancona, non è stata ispirata a campanilismo, bensì ad un preciso interesse nazionale ed europeo. E’ infatti necessaria una maggiore attenzione da parte della Ue verso l’area mediterranea, le cui coste intercettano solamente il 10 per cento degli ingenti flussi commerciali che vi transitano e che prendono, per la quasi totalità, la via atlantico baltica. Questa maggiore attenzione è necessaria anche alla luce delle debolezze di Grecia e Italia, che mettono in difficoltà l’intero progetto europeo. Anche il progetto del collegamento viario Livorno-Ancona, con l’importante infrastruttura Fano-Grosseto – ha aggiunto – è funzionale a questo disegno di riequilibrio. Toscana, Umbria e Marche hanno firmato un’intesa per la costituzione di una società pubblico privata che realizzi l’opera, utilizzando l’innovativa modalità del contratto di disponibilità. Uno strumento che permette ai privati di reperire le risorse e realizzare l’opera, potendo contare sulla fiscalità differita proveniente dall’opera stessa. Ci sono già manifestazioni d’interesse da parte di primari gruppi, che fanno stimare in 2,8 miliardi di euro il costo per la sua realizzazione. Anche la Banca europea degli investimenti contribuirebbe al progetto e il Ministero per le Infrastrutture si è già detto disponibile a considerarla opera d’interesse nazionale. Questo progetto, così come la strategia macroregionale adriatico ionica, punta al riposizionamento geopolitico del nostro Paese e ad affrontare lo squilibrio germanico baltico”.
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