Verso il Piano regionale dei rifiuti

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I risultati di un\’indagine Ervet promossa dalla Regione presentati a Ravenna Secondo il 56% degli emiliano-romagnoli per ridurre i rifiuti è necessario ridurre gli imballaggi, e per questo il 64% acquista prodotti sfusi, mentre il 40% beve acqua del rubinetto. Sono alcuni dei risultati di una ricerca realizzata da Ervet su incarico della Regione, presentati a Ravenna nel corso del convegno “La gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna: quali prospettive per la prevenzione”, una delle iniziative in vista della definizione del nuovo Piano regionale dei rifiuti che sostituirà gli attuali Piani provinciali.

"La riduzione a monte della produzione dei rifiuti e, allo stesso tempo, un netto salto in avanti nel recupero di materia sono gli obiettivi fondamentali che la Regione intende raggiungere con questo Piano, per una gestione dei rifiuti che sia sempre più sostenibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico – ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente e riqualificazione urbana Sabrina Freda -la dimensione regionale del nuovo Piano sicuramente ci aiuterà, perché permetterà di ottimizzare i flussi e aumentare l’efficienza. Tuttavia è indispensabile la collaborazione di tutti.
E per questo dobbiamo riuscire a stringere un’alleanza con tutti i soggetti, dagli enti gestori al mondo imprenditoriale, dalle istituzioni ai cittadini. Da un lato i cittadini devono evitare l’acquisto di prodotti poco sostenibili, con imballaggi ingombranti, dall’altro è necessario che il mondo produttivo investa sempre più in prodotti “verdi”, in modo da rendere minimo il loro impatto sull’ambiente e favorirne il riciclo. Fondamentale poi il ruolo delle Istituzioni e per questo il Piano regionale metterà in valore le migliori esperienze realizzate sul territorio”.

I risultati della ricerca Rifiuti, raccolta differenziata (2)
La raccolta differenziata è ormai un’abitudine consolidata in Emilia-Romagna: dichiara di farla infatti l’84% dei cittadini. Promossa la modalità di gestione dei rifiuti in regione (“buona” o “ottima” per il 70% degli intervistati), ma quasi il 40% dei cittadini chiede più informazione sul tema.
Intervistando 1.506 cittadini emiliano-romagonoli, è emersa, anche, la propensione di una quota significativa di intervistati ad acquistare prodotti senza imballaggio: ben il 64% dichiara in particolare di acquistare frutta e verdura sfusi, mentre il 40% beve acqua del rubinetto. Una percentuale questa che fa registrare un sostanziale incremento rispetto alle indagini effettuate in passato, dove chi sceglieva di non acquistare acqua in bottiglie di plastica si fermava attorno al 23% nel 2004 e circa al 28% nel 2005.
Oltre il 56% ritiene poi importante agire sugli imballaggi, sia sul fronte consumatori (maggiore consapevolezza negli acquisti), sia sul fronte produttori (politiche di riduzione degli imballaggi, ma anche divieti imposti alle aziende).

L’indagine evidenzia tuttavia anche un’elevata diffusione dello spreco alimentare: supera infatti il 50% degli intervistati la percentuale di coloro che buttano alimenti (sporadicamente o spesso). I prodotti che vengono buttati più frequentemente sono, naturalmente, quelli a breve conservazione, soprattutto prodotti freschi come frutta e verdura, seguiti da pane, prodotti in scatola e pasta. Nel 70% dei casi la causa primaria dello spreco è l’eccessivo acquisto di cibo, spesso indotto da promozioni.

La seconda parte dell’indagine ha permesso di valutare gli atteggiamenti dei cittadini dell’Emilia-Romagna verso le politiche di gestione dei rifiuti e nei confronti dei servizi di igiene urbana (pulizia della città, raccolta dei rifiuti, raccolta differenziata), che presentano in media giudizi piuttosto elevati con valutazioni tra il buono e l’ottimo che si attestano su percentuali del 50 -70%.
Riguardo all’informazione, risulta netta la necessità di un miglioramento della divulgazione, in particolare fornendo informazioni su questioni specifiche come la destinazione finale dei rifiuti: il 42% crede infatti che i materiali derivanti dalla raccolta differenziata vengano smaltiti e non riciclati. Lo scarso ricorso all’isola ecologica e al numero verde sottolineano la necessità di rafforzare la comunicazione relativa all’utilizzo dei servizi territoriali.

L’importanza dell’informazione emerge anche direttamente dagli intervistati, quando viene loro chiesta un’opinione sulle iniziative che dovrebbero essere messe in campo per migliorare la raccolta differenziata e più in generale i servizi di igiene urbana: la risposta più frequente è quella di dare maggiori informazioni ai cittadini (36% del campione).
Un’importanza rilevante viene data all’educazione ambientale nelle scuole, che viene vista come un’iniziativa che dovrebbe essere incrementata. Un altro fattore di miglioramento, scelto dal 20% circa degli intervistati, viene individuato nell’inasprimento dei controlli e delle sanzioni, nei confronti ad esempio di chi non effettua o non fa in maniera corretta la separazione dei rifiuti, o chi sporca e degrada i beni pubblici.

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