Costruzioni, in caduta libera appalti pubblici e privato non residenziale

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Le piccole imprese edili della Cna: «Abruzzo male, flettono gravemente gare e importi» Mercato delle costruzioni a picco nella nostra regione nel 2012, con una caduta verticale soprattutto negli appalti di opere pubbliche e nella realizzazione di attività non residenziali, come quelle destinate ad attività produttive.Lo afferma Cna Costruzioni, l'associazione che raggruppa le piccole e medie imprese del settore, che citando il 20esimo Rapporto congiunturale e previsionale redatto dal Cresme (il Centro ricerche economiche, sociologiche e di mercato per l'edilizia e il territorio) recentemente pubblicato, sottolinea come tra 2012 e 2011 sia crollato nella nostra regione soprattutto il comparto dei lavori pubblici: «Tra gennaio e settembre scorso – sottolinea il responsabile regionale Federico Scardecchia – il numero di gare d'appalto pubbliche è caduto del 23%, ovvero da 323 a 246; e peggio ancora è andato per gli importi, che flettono del 49,9%, ovvero da 449milioni di euro del 2011 ai 225 attuali».
E a chi dovesse sostenere che si tratti, dopotutto, di un dato generale, Scardecchia fa invece sapere che «si tratta, al contrario, di una negatività specifica della nostra regione, visto che la flessione media italiana è assai più ridotta: -4,4% per il numero di gare e -16,7% per ciò che concerne gli importi. La verità è che peggio di noi stanno solo Molise e Trentino, ma ci sono addirittura regioni come la Puglia, il Veneto e il Friuli con il segno positivo».
Responsabile della caduta nel settore delle opere pubbliche, a detta del presidente regionale Franco Carmine Santilli, in una regione come l'Abruzzo, «è la miscela micidiale data dalle regole draconiane del Patto di stabilità, che impedisce agli enti locali di spendere, oltre che dalla eccessiva proliferazione di micro-comuni, incapaci a causa delle proprie ridotte dimensioni, di gestire fasi complesse come quelle degli appalti pubblici».
Negativa, ancora, sempre secondo Cna Costruzioni, è la tendenza prevista per uno dei settori, nel pianeta degli appalti pubblici, tradizionalmente più richiesti dalle imprese: le gare di sola esecuzione delle opere, cioè quelle che non prevedono anche progettazione, migliorie o altre voci incluse nel contratto. Attualmente, in Abruzzo vale ben il 53% della torta, mentre in Italia si attesta al 33%: facile dunque immaginare che presto anche questa positiva anomalia abruzzese finirà per essere riassorbita.
Se il settore degli appalti pubblici piange, non va certo meglio per il comparto privato destinato ad attività produttive, servizi, turismo, agricoltura: «In Abruzzo – riprende sconsolato Santilli – abbiamo registrato una contrazione del 40% del numero di metri cubi non residenziali, a fronte di una media Italia attestata sul 17,2%. E anche qui ci sono regioni dall'andamento positivo, come Umbria, Basilicata e Lombardia».

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