Appello 7 consiglieri a presidente Slovenia: no al rigassificatore

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Sette consiglieri regionali eletti nella circoscrizione di Trieste – Stefano Alunni Barbarossa (Citt), Franco Codega (PD), Igor Gabrovec (PD-Ssk), Igor Kocijancic (SA-PRC), Sergio Lupieri (PD), Alessia Rosolen (UAR), Edoardo Sasco (UDC) – hanno rivolto un appello al presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, in merito alla questione del rigassificatore di Zaule. Questo il testo della missiva:

"Per millenni queste terre hanno avuto destini affiancati o
comuni all'interno di quel mosaico di popoli che, nell'Impero, ha
in qualche modo prefigurato l'Europa moderna. Il '900 ne ha fatto
poi strame, contrapponendo con violenza le identità
etnico-linguistiche, le ideologie, i sistemi economici e i
perimetri statuali. Tutte le spinte negative che ne sono discese
hanno sfogato qui i maggiori danni.

Oggi, con i tanti mutamenti verificatisi in Europa e con
l'avvento dell'Unione Europea, il retaggio del "secolo breve"
appare finalmente dietro le spalle e si aprono scenari diversi
fatti anche di possibili obiettivi comuni.

Uno di questi, chiaro e immediato, è al momento sotto gli occhi
di tutti. L'ultimissimo tratto dell'Adriatico è minacciato dal
possibile insediamento di un rigassificatore, la cui presenza
nuocerebbe pesantemente all'ecosistema marino. In merito, solo
pochi giorni fa sono state espresse delle dichiarazioni
inequivocabili e all'apparenza irrevocabili dal ministro italiano
allo Sviluppo economico Corrado Passera.

Tra l'Istria e il Veneto (dove già il Po scarica il portato della
pianura padana) c'è molta meno acqua di quanto si possa pensare:
l'area delimitata tirando una retta tra Chioggia e Promontore
contiene lo 0,4% dell'intero volume idrico dell'Adriatico. E vi
esiste già un impianto di rigassificazione, quello di Porto Viro,
l'unico esistente in questa parte del Mediterraneo. È al largo, a
ciclo aperto, con scarico in mare di acqua gelida e di pesanti
quantità di cloroderivati, con schiume che si depositano sulla
costa a 17 km di distanza.

Di questo quattro per mille, solo una ridottissima parte è quella
compresa tra Grado e la punta di Salvore dove, quasi
baricentricamente, verrebbe collocato un rigassificatore che
prevede di utilizzare quotidianamente 800.000 metri cubi d'acqua.
I gravi e comuni danni all'ambiente che ne deriverebbero sono
stati esaminati da un Tavolo tecnico transnazionale di cui fanno
parte anche scienziati dell'Istituto "Jožef Stefan" di Lubiana.

Le chiediamo di aiutarci a difendere il Nord Adriatico,
adoperandosi in tal senso in sede europea (in quest'ottica
sarebbe auspicabile un ragionamento in termini di strategie
energetiche e ambientali di tutti gli stati che vi si affacciano,
includendo anche la Croazia, che vorrebbe realizzare un
rigassificatore nell'isola di Veglia).

Crediamo comunque non debba venir realizzata un'opera
progettualmente obsoleta, pesantemente impattante, e fuori da
ogni logica sia di collocazione, sia di strategia energetica
(visto il prossimo arrivo del gasdotto South Stream). Le
chiediamo conseguentemente la disponibilità a incontrare una
piccola delegazione di rappresentanti istituzionali del
territorio perché le possano illustrare meglio gli aspetti
negativi della questione".

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