Fotovoltaico, V Conto energia al rush finale

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Si avvicina la fine del quinto Conto energia, strumento normativo che regola gli incentivi al fotovoltaico. Il contatore del Gestore dei servizi energetici, che amministra il meccanismo, è sempre più vicino alla soglia dei 6,7 miliardi di euro, raggiunta la quale verrà fischiato il triplice fischio di questa partita. Ad oggi il è stata superata quota 5 miliardi e 500 milioni. Fra impianti in esercizio e quelli che sono iscritti ai registri (quindi che avrebbero diritto agli incentivi anche se ancora non attivi) sono già impegnati, per la precisione, 6.566.423.154 euro. Quanto tempo resta prima che venga raggiunta la fatidica soglia dei 6,7 miliardi di euro? La domanda, legittima, rimbalza fra gli addetti ai lavori e quei privati interessati al fotovoltaico che non hanno intenzione di perdere il treno, l’ultimo a quanto pare, di incentivi per l’installazione dei pannelli solari. Energie sensibili ha girato il quesito a chi ha studiato l’andamento del contatore lungo tutta la vita di questo quinto Conto energia (da luglio ad oggi). “È difficile fornire una risposta precisa – dice Valerio Natalizia, presidente Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane) –, è però ipotizzabile che il quinto Conto energia non duri più di altri tre mesi. Difficilmente, insomma, si andrà oltre la fine di aprile”. Anche chi prevede per lo strumento una vita leggermente più lunga è concorde sul fatto che il sistema di incentivi “non arriverà all’estate”, come dice a Energie Sensibili Tommaso Barbetti, esperto della società di consulenza specializzata Elemens, il quale fissa a giugno la deadline del quinto Conto energia. Intanto, il Gestore dei servizi energetici, attraverso una nota diffusa nei giorni scorsi, ha ribadito che il meccanismo “cessa di applicarsi decorsi trenta giorni solari dalla data di raggiungimento del costo indicativo cumulato annuo di 6,7 miliardi” e che solo le richieste di incentivazione inviate entro questo limite saranno prese considerazione. Saranno valide, in particolare, le richieste relative agli impianti di medie e grosse dimensioni (con potenza superiore ai 12 chilowatt) “iscritti in posizione utile nei registri, non decaduti” e a quelli di piccola taglia (con potenza inferiore ai 12 chilowatt, che non sono soggetti all’obbligo di iscrizione al registro) “che entrano in esercizio anche successivamente alla data di raggiungimento del limite, purché le stesse pervengano entro 30 giorni solari dalla data di accertamento del raggiungimento dei 6,7 miliardi di euro”. Un tetto che, si diceva, è sempre più vicino. Complice anche la proroga sul quarto Conto energia, concessa per gli impianti realizzati su edifici pubblici e contenuta nella Legge di stabilità. Se i “conti energia” sono stati ben cinque, infatti, il contatore fotovoltaico è unico e indica l’ammontare delle incentivazioni impegnate nel complesso (dal primo al quinto Conto energia). Il quarto conto, allungato grazie alla proroga, quindi, influisce ancora oggi nel raggiungimento della soglia di 6,7 miliardi. “La proroga sicuramente non ha fatto bene al settore – commenta Natalizia -, perché ha ‘depotenziato’ un sistema, quello del quinto Conto energia, già partito con un difetto d’origine, dovuto al fatto che gli effetti del conto precedente si sono avvertiti solo dopo che era stato fissato il tetto dei 6,7 miliardi”. Argomenti trattati in questo articolo

Quanto tempo resta prima che venga raggiunta la fatidica soglia dei 6,7 miliardi di euro? La domanda, legittima, rimbalza fra gli addetti ai lavori e quei privati interessati al fotovoltaico che non hanno intenzione di perdere il treno, l’ultimo a quanto pare, di incentivi per l’installazione dei pannelli solari. Energie sensibili ha girato il quesito a chi ha studiato l’andamento del contatore lungo tutta la vita di questo quinto Conto energia (da luglio ad oggi).

“È difficile fornire una risposta precisa – dice Valerio Natalizia, presidente Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane) –, è però ipotizzabile che il quinto Conto energia non duri più di altri tre mesi. Difficilmente, insomma, si andrà oltre la fine di aprile”. Anche chi prevede per lo strumento una vita leggermente più lunga è concorde sul fatto che il sistema di incentivi “non arriverà all’estate”, come dice a Energie Sensibili Tommaso Barbetti, esperto della società di consulenza specializzata Elemens, il quale fissa a giugno la deadline del quinto Conto energia.

Intanto, il Gestore dei servizi energetici, attraverso una nota diffusa nei giorni scorsi, ha ribadito che il meccanismo “cessa di applicarsi decorsi trenta giorni solari dalla data di raggiungimento del costo indicativo cumulato annuo di 6,7 miliardi” e che solo le richieste di incentivazione inviate entro questo limite saranno prese considerazione. Saranno valide, in particolare, le richieste relative agli impianti di medie e grosse dimensioni (con potenza superiore ai 12 chilowatt) “iscritti in posizione utile nei registri, non decaduti” e a quelli di piccola taglia (con potenza inferiore ai 12 chilowatt, che non sono soggetti all’obbligo di iscrizione al registro) “che entrano in esercizio anche successivamente alla data di raggiungimento del limite, purché le stesse pervengano entro 30 giorni solari dalla data di accertamento del raggiungimento dei 6,7 miliardi di euro”.

Un tetto che, si diceva, è sempre più vicino. Complice anche la proroga sul quarto Conto energia, concessa per gli impianti realizzati su edifici pubblici e contenuta nella Legge di stabilità. Se i “conti energia” sono stati ben cinque, infatti, il contatore fotovoltaico è unico e indica l’ammontare delle incentivazioni impegnate nel complesso (dal primo al quinto Conto energia). Il quarto conto, allungato grazie alla proroga, quindi, influisce ancora oggi nel raggiungimento della soglia di 6,7 miliardi. “La proroga sicuramente non ha fatto bene al settore – commenta Natalizia -, perché ha ‘depotenziato’ un sistema, quello del quinto Conto energia, già partito con un difetto d’origine, dovuto al fatto che gli effetti del conto precedente si sono avvertiti solo dopo che era stato fissato il tetto dei 6,7 miliardi”.

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